Angherie razziste, puniti perché si ribellano di Francesco Grignetti
Angherie razziste, puniti perché si ribellano Angherie razziste, puniti perché si ribellano In una scuola a Roma, 6 denunce Francesco Grignetti ROMA Le angherie razziste e vigliac�che di tre quindicenni contro due piccolini di dodici, uno figlio di immigrati dallo Sri Lanka, l'altro romano doc, so�no andate avanti per settima�ne. Forse per mesi. E quando i bimbi si sono ribellati, cercan�do aiuto fuori della scuola, è finita con il raid punitivo di ima banda più grande e violen�ta, dove l'estremismo di destra si somma al tifo da curva. E' accaduto al quartiere Montesacro: una banale lite scolastica è degenerata in una specie di duello rusticano a base di col�telli, bottiglie rotte, calci in faccia. Sono finora cinque i minori denunciati a piede libe�ro più il capobanda, un venti�duenne, D. S., pregiudicato per rapina e reati contro il patrimo�nio. Non hanno esitato a seque�strare due bambini e a metter�gli un coltello alla gola per fargli «confessare» i nomi degli amici più grandi. Quelli che dovevano essere puniti. Ora nel quartiere c'è il terrore di una escalation. Non è la via Paal di inizio '900 a Budapest. E' viale Adriatico, Roma. Gli scontri al parco diventano una storia da far accapponare la pelle. Il «nonnismo» alla scuola media «Pertini» di viale Adriati�co andava avanti da mesi. Il terzetto di quindicenni spadro�neggiava in particolare contro due bimbi della prima. Dispetti feroci: una pallina buttata ap�positamente lontana «e tu ne�gro vammela a raccogliere». Una delle due vittime predesti�nate era infatti un bimbetto vispo di colore, figlio di due immigrati dello Sri Lanka. In�negabile la molla razzista delle prevaricazioni. Tanto più che il «cattivo» andava vantandosi nella scuola di conoscere i naziskin di Forza Nuova. In classe aveva anche raccontato di aver partecipato, nel febbra�io scorso, al picchetto d'onore che i ragazzi di destra del quartiere organizzano da anni per commemorare la morte di Paolo Di Nella, un militante del Fronte della Gioventù che fu ucciso a sprangate mentre af�figgeva manifesti in strada. Agli inizi di maggio, la mam�ma del.bambino va a lamentar�si con il preside della scuola. A quel punto non ci sono più alibi: i professori e il preside sono avvertiti del clima che si respira alla «Sandro Pertini». Ma nulla accade. Invece la situazione precipita. Le anghe�rie dei più grandi si moltiplica�no. A questo punto i due dodi�cenni non si rivolgono né ai professori, né ai genitori. Chie�dono aiuto, invece, a chi, pensa�no loro, può spalleggiarli. Si rivolgono cioè a una comitiva di sedici-diciassettenni che sta�ziona l�vicino. Forse sono vici�ni di casa. Quelli effettivamen�te intervengono. Si mettono in mezzo. Qualcuno dice che è stato un maldestro tentativo di mettere pace. Qualcuno altro parla di intervento più rude. Fatto sta che uno dei quindi�cenni non ci sta. A sua volta chiede di essere spalleggiato dai suoi amici più «tosti». Un gruppo di ultras laziali del Tufello, quartiere di periferia. E si finisce al raid punitivo. Il gruppo dei «vendicatori» scende a valle con intenti belli�cosi. Un vero branco. Aspetta�no fuori di scuola i due bambi�ni, li prelevano e li portano di forza in un giardinetto l�vici�no. L'interrogatorio è choccante. Li picchiano, gli mettono un coltello sotto la gola, gli agita�no davanti al naso il collo acuminato di una bottiglia rot�ta. I bambini sono terrorizzati. Piangono. Cercano di scappa�re. Tutto inutile: li tengono per le braccia, gli punzecchiano il fianco con la punta del coltello, si fanno accompagnare sotto la casa degli «altri». Per fortuna non trovano nessuno di quelli segnati sulla loro lista nera. Incappano in altri tre ragaz�zi della comitiva ricercata, che però non sanno proprio niente perché non hanno partecipato al tentativo di pacificazione. Non importa. Il capobranco, che mostra orgoglioso sul�l'avambraccio il tatuaggio di un'aquila biancoazzurra, si sca�tena. «Io sono degli Irriducibi�li. Voi pure siete laziali. Ma dei "distinti". Siete falsi tifosi. A noi della curva ci lanciate le noccioline». E picchia a sangue uno dei ragazzi. Poi si fanno dare le chiavi dei motorini e si allontanano. La polizia scopri�rà tutto qualche giorno dopo quando uno dei bambini trova il coraggio di fermare una vo�lante di passaggio. SPERIMENTALE SANDRO PERTINI rr L'ingresso della scuola media statale sperimentale Sandro Pertini. frequentata dai due bambini aggrediti dai razzisti
Persone citate: D. S., Paolo Di Nella, Pertini, Sandro Pertini
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