La Margherita «conforta» Prodi di Amedeo La Mattina

La Margherita «conforta» ProdiVOCI DA BRUXELLES SULL'ANALISI DEL RISULTATO DEL VOTO ITALIANO La Margherita «conforta» Prodi E il calo deiDs non spiace all'ex premier retroscena Amedeo La Mattina ROMA CERTO, è deluso per la sconfitta. Ed è anche «ar�rabbiato» perché l'Ulivo avrebbe potuto vincere, perfi�no, se non ci fossero state le «illusioni terzopoliste» di Di Pietro e D'Antoni, e l'arrocca�mento a sinistra di Bertinotti. Eppure, nonostante questi sen�timenti. Romano Prodi trae qualche motivo di conforto dall'exploit della Margherita e dalla battuta d'arresto della Quercia. Insomma, nonostante l'ama�rezza per la sconfitta dell'Uli�vo, un briciolo di felicità arri�va a Prodi dalla constatazione che il suo delfino Rutelli, colui che in quel di Camaldoli aveva battezzato candidato premier, esce dalla battaglia con i gradi di generale. D'Alema l'espo�nente col quale più aveva pole�mizzato negli scorsi risulta invece «ridimensionato», e non più in grado di imporre la sua leadership e quella della sinistra. Con il voto del 13 maggio, con il centrosinistra all'opposizione, l'egemonia della Quercia sarebbe una «questione archiviata». Chi ha avuto modo di parla�re con Romano Prodi in questi giorni, si è sentito fare questi ragionamenti. Da Bruxelles l'ex premier ha più volte telefo�nato ai suoi amici, non solo Rutelli e Parisi. Contatti conti�nui, anche durante la lunga notte dello spoglio delle sche�de. Man mano che arrivavano i dati, che venivano letti son�daggi e proiezioni, prendevano forma le analisi tra la capitale belga e piazza Santi Apostoli, sede dei Comitati Rutelli e dei Democratici. Aumentava la tri�stezza per il dato generale, ovvio, ma anche l'entusiasmo per l'inaspettato boom della Margherita che sugli schermi vedevano lievitare dall'11 al 12 al 13 fino al «fixing» di un «fantastico» 14,50Zo. Ecco, com�mentava Prodi, «si riparte da qui e non ci fermerà più nessu�no». «Finalmente quel progetto che avevo in testa quando abbiamo messo su l'Asinelio sta diventando realtà», diceva nella notte Prodi ai suoi amici cofondatori dei Democratici. «Bravo Arturo, bravo France�sco, buon lavoro... Si riparte da qui, dalla leadership Rutel�li». Il discreto, sotterraneo filo diretto Bruxelles-Roma è con�tinuato in questi giorni, non si è mai interrotto. E ora la parola d'ordine è «accelerare», pigiare il piede sull'accelerato�re della Margherita, «battere il ferro finché è caldo», come si esprime Parisi. Obiettivo la trasformazione della Marghe�rita in un vero soggetto politi�co in cui si dovranno sciogliere i quattro partiti promotori. Prodi ha insistito molto su questo aspetto dell'accelera�zione: la Margherita, in tempi rapidi, deve diventare la «Casa dei riformisti», aperta a sociali�sti, verdi e ad esponenti dei Ds. Tra l'altro, in casa dei Demo�cratici, viene dato come immi�nente l'adesione di Achille Occhetto a questo progetto e la sua iscrizione al gruppo parla�mentare della Marghertita. Tanto più veloce sarà que�sto passaggio al nuovo sogget�to politico è la considerazio�ne di Prodi tanto più difficile sarà per D'Alema logorare an�che la leadership di Rutelli. Avendo alle spalle un partito con 128 parlamentari, il con�fronto con un D'Alema «ridi�mensionato» sarà diverso, mol�to diverso rispetto al '98, anno in cui cadde il primo governo dell'Ulivo. Il redde rationem comincia adesso, per l'ex pre�mier, con la Casa dei riformisti come prima aggregazione che si allarga verso il centro e verso sinistra. E adesso che i Ds sono nel marasma più totale, e che il progetto del partito socialde�mocratico sembra tornare in alto mare, il grande sogno di Prodi l'Ulivo come vero e proprio soggetto politico po�trebbe risorgere proprio dalle ceneri di una sconfitta elettora�le. Un processo di lunga lena, che potrebbe richiedere il tem�po di una legislatura, ed essere Dronto al suo ritomo da Bruxeles, nel 2004. Il Presidente della Commissione Uè «Finalmente il progetto che avevo lanciato con l'Asinelio può decollare»

Luoghi citati: Bruxelles, Roma