«Gli italiani hanno votato con maturità » di Aldo Cazzullo

«Gli italiani hanno votato con maturità » «Gli italiani hanno votato con maturità » Poi Ciampi vede Rutelli: Vopposizione non delegittimi Berlusconi Aldo Cazzullo Inviato a SULMONA «La nostra è una democrazia sal�da», «patriottismo e spirito demo�cratico sono egualmente forti in noi: basta vedere con quale passio�ne civile e con quale maturità gli italiani siano andati a votare». Certo non è secondario il momen�to in cui Carlo Azegho Ciampi ha pronunciato queste parole, il gior�no dopo aver ricevuto il prossimo ^residente del Consiglio Silvio Berusconi al Quirinale. Ma non è secondario neppure il luogo in cui le ha pronunciate. Una piazza gremita di fazzoletti di partigiani. Nelle conversazioni private, Ciampi non ha nascosto di conside�rare il discorso di ieri come il «suo» 25 aprile. Allora la scadenza elettorale imminente gli aveva suggerito di tacere. Dalla piazza di Sulmona ha voluto trasmettere agli italiani, e direttamente a chi, come lui, resistette all'ondata che travolse il paese dopo l'S settem�bre, due messaggi. Che non siamo alla vigilia di una nuova era irta di pericoli per la democrazia, in quanto non solo la vittoria ma anche la premiership di Berlusco�ni sono pienamente legittime. E che, proprio perché la Repuhblicanonnasce il 13 maggio, l'alternan�za al governo si colloca nell'alveo dei valori sanciti dal referendum del 2 giugno (che quest'anno tomai giorno festivo) e dalla Carta costi�tuzionale, e che furono conquista�ti e difesi nei giorni della Resisten�za. Valori che, nella visione del presidente, accomunano entram�bi gli schieramenti, e sui quali in ogni caso Ciampi vigilerà. Valori inscritti nella prima parte della Costituzione, che non sarà un tabù ma nel pensiero del Quirina�le non è neanche un testo da cui si possa prescindere. Anche l'ancoraggio all'Europa, alla Carta fondamentale dei diritti firmata a Nizza, ai vincoli di stabilità economica e finanziaria che ci legano a Bruxelles, sono per Ciampi un punto di riferimento ineludibile. Le parole di ieri a Sulmona sono l'eco di quelle pro�nunciate l'altro ieri nel colloquio con Berlusconi al Quirinale, e del messaggio che dal Quirinale arri�verà nelle prossime settimane alle cancellerie europee (primo appun�tamento tra un mese a Stresa con quindici capi di Stato tra cui il tedesco Rau): della nuova Italia ci si può fidare. Perché dei principi e degli impegni partecipa anche il nuovo presidente del Consigho. E perché al suo fianco c'è im presi�dente della Repubblica non ignoto all'establishment continentale. Non è un caso neppure che, tornato a Roma, Ciampi abbia ricevuto sul Colle Francesco Rutel�li, riconoscendone cos�implicita�mente il ruolo di capo dell'opposi�zione («leader della coalizione del�l'Ulivo» lo definisce la nota del Quirinale). Un'ora di colloquio, dalle sei del pomeriggio alle sette, seguito alla telefonata con cui marted�mattina Ciampi si era congratulato con Rutelli per la campagna e l'aveva ringraziato per i toni con cui aveva riconosciu�to la vittoria di Berlusconi. Ieri il presidente gli ha ricordato che si attende dall'opposizione un comu�ne sentire sui temi della politica estera ed europea e del bipolari�smo, e la rinuncia a un'opera di delegittimazione che, ha assicura�to Rutelli, non è nelle intenzioni di chi invece prepara «un'opposizio�ne leale e serena»; ma che attende anche la risoluzione in tempi rapi�di del conflitto di interessi. Un punto su cui Ciampi si è detto d'accordo, anche perché incombe la scadenza di luglio del G-8, e il presidente non giudica opportuno che l'Italia vi arrivi gravata di alcuna zavorra. Rutelli ha parlato a Ciampi anche della questione dei seggi rimasti non assegnati. Il leader dell'Ulivo aveva con sé un foglietto con i numeri dei voti ottenuti nell'uninominale alla Ca�mera dalle due coaUzioni: 16 mi�lioni 458 mila voti per Ulivo e Svp, 16 milioni 898 mila voti per la Gasa delle libertà, con uno scarto di soli 440 mila voti. E' stato l'uso delle Uste civetta è il ragionamen�to di Rutelli a «gonfiare» la rappresentanza del centrodestra, che non potrebbe quindi gridare allo scandalo se i seggi vacanti fossero assegnati all'opposizione. E' stato un viaggio nella memo�ria, quello del capo dello Stato sulle montagne d'Abruzzo. Da Sul�mona partiva quel «sentiero della libertà» che condusse tra gli altri il giovane sottotenente Ciampi oltre le linee tedesche fino a Scanno, dove ritrovò il suo maestro della Normale di Pisa, Guido Calogero, con cui condivise anche l'esperien�za politica nel partito d'Azione. Proprio a Scanno Ciampi ha trat�teggiato la figura di Calogero. E ha ricordato r«epopea popolare» del�la Resistenza, cui contribuirono anche i cittadini comuni che aiuta�rono partigiani e militari, «divise�ro il pane che non c'era», e contri�buirono a salvare quei valori di democrazia e di rispetto dei diritti altrui senza i quali non sarebbero possibili oggi le alternanze al go�verno. Il discorso dopo l'incontro coni partigiani di Sulmona Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi saluta la folla dopo la sua visita al Sacrario di Taranta Peligna. A sinistra Guido Calogero, uno dei «padri spirituali» del Capo dello Stato