Oliviero Toscani: imparate a leggere le immagini

Oliviero Toscani: imparate a leggere le immagini Oliviero Toscani: imparate a leggere le immagini LmINFORMAZIONE, ancora oggi, forse soprattutto oggi, è immagine in movimento, cioè informa�zione televisiva. Il messaggio-notizia viene compresso in minuti spesso pochi secondi -, per un'assimilazione che diventa sempre più veloce: è il tempo di fast food, è il tempo di fast news. Il coiredo iconografico statico é invece (fortunatamente)fonda mentale per le riviste periodiche, che possono permet�tersi il lusso di scegliere le foto; quando l'uomo dietro la macchina fotografica coglie l'attimo, si pubblica allora (da»foto, quella che racchiude l'evento. Un caso, per la cronaca recente: il clic che ha fermato per sempre la liberazione del piccolo Eliatt: prima, addirà tura per la storia, gli scatti di Robert Capa. A scuola impariamo a studiare, ci vengono forniti strumenti per interpretare come vanno ea volteperché lecose in questo mondo. Perché non si insegna almeno qualche ora... anche a «leggere» le foto? Giulia P., Moncalien Mario Priolo SICURO, esplicito e convinto dal primo all'ultimo minuto di una conversazione che sviluppa temi diversi partendo dalla sua arte: la fotografia. Oliviero Toscani è il fotografo italiano più cono�sciuto nel mondo e devo la sua fama ad una serie di scatti che hanno fatto il giro dei cinque continenti per le campagne pubblicitarie della Benetton. Ma la sua attività comincia sin da bambino quando, sullo orme di un padre che ha molta confidenza con la macchina fotografica era titolare di una agenzia e tra i più apprezzati fotoreporter sulla piazza milanese si diletta ad emulare una gestualità che diventerà da l�a pochi anni la sua arnia professionale. E i risultali sono eccellenti. Vengono in niente paragoni con il piccolo Mozart, altro enfant prodigo capace a soli cinque anni di suonare il pianoforte, e come ogni talento anche quello del piccolo Toscani è destinalo a lasciare un segno nella storia della sua professione. «Qualcosa posso dire di averla combinata, esordisce con quel piglio che ostenta sicurezza e padronanza, e credo di aver sempre mantenuto la mia coerenza. Non sono un personaggio di etichetta e non mi sono mai ritenuto un fotografo di moda, nonostante la mia collaborazione con i Benetton». Fuori da ogni luogo comune, mai una banalità, sempre certezze. Toscani si presta volentieri per parla�re del suo passato e del suo presente per arrivare a toccare quegli argomen�ti che più gli stanno a cuore. «La fotografia è un mezzo straordinario e lo dimostra il fatto che se l'uomo l'avesse inventata prima oggi avrem�mo immagini e realtà più attendibili a livello di testimonianza storica. Non voglio polemizzare ma un articolo può raccontare delle balle, la foto no come neppure le immagini visive se non vengono manipolate. Il commen�to, quindi il supporto vocale, non sempre risulta convincente e comun�que può dare adito a interpretazioni differenti mentre una foto è eloquente, rispecchia la realtà». Ecco spiegato il motivo di tanta attenzione nei confronti di fatti legati al costume. Molti non sanno, soprattutto i più giovani, che lei firmò anche il manifesto pubblicitario che riproduceva il bel sedere di una anonima ragazza che indossava un paio di jeans e lanciava il messaggio «Chi mi ama mi segua»... «Erano i primi anni Settanta, un periodo strano per il settore pubblicitario, alla ricerca di nuovi slogan e soprattutto in costante evoluzione. Quella campa�gna diede inizio a un fenomeno di costume subito imitato e ripreso non solo nel nostro Paese, rivelandosi un affare commerciale di grande interesse a livello aziendale». Lei però aveva già un curriculum di tutto rispetto? «Non era quella la prima volta che si parlava di Oliviero Toscani e non dovevo dimostrare nulla a nessuno, ma la voglia di mettermi in discussione è sempre slata tanta». Fino alle campagne con quel marchio verde nei grandi manifesti affissi in tutte le città. «Più che uno studio la solila voglia di trovare spunti, dimostrare che una foto può fare parlare e scrivere molto. Si può provocare in maniera civile e ritengo che quella formula sia stala tra le più corrette. Ci si scandalizzava per poco, magari erano i tempi. Forse anche oggi si troverebbero gli spunti per discutere la presunta oscenità di una immagine che ritrae una bambina appena nata e ancora sporca di sangue legala al cordone ombelicale, oppure l'Aids raccontato attraverso la sofferenza di David Kirby e dei suoi genitori. Si trattava di messaggi sociali affrontali anche grazie alla pubblicità». Dunque una lettura dell'immagine narrativa... «Certo, ma fruito di cpianto l'autore vuole raccontare in un evento del tulio normale e perciò anche creativa. Non ci si può nascondere di fronte a queste realtà e l'intenzione è proprio quella di sollecitare la fantasia e l'emozione dello spettatore, chiamalo ad esprime�re un parere. Sono convinto che se sapessimo leggere le immagini il mondo sarebbe più civile e in tutto questo la scuola gioca un ruolo determinante perché nessuno insegna queste cose. Ecco perché ritengo che la fotografia dovrebbe essere materia di studio sin dalle classi elementari al pari della cultura letteraria, importante s�ma non più sufficien�te perslare al passo coi tempi». Parole di chi qualche anno fa ho tenuto un corso all'Università La Sapienza di Roma proprio sulla lettura dell'immagine e la materia la conosce molto bene. Oliviero Toscani Oliviero Toscani

Persone citate: David Kirby, Mario Priolo, Mozart, Oliviero Toscani, Robert Capa, Toscani

Luoghi citati: Roma