Quando i viaggi casa-scuola diventano «murales» da portare alla Fiera del Libro

Quando i viaggi casa-scuola diventano «murales» da portare alla Fiera del Libro TORINO, ALL'«EINSTEIN» E ALL'ARTISTICO Quando i viaggi casa-scuola diventano «murales» da portare alla Fiera del Libro Marco Sartorellt ■" RANCESCA ha visto un unicorno. Poi ha stropic^ ciato gli occhi e l'unicorno è diventato quel che era, cioè un cavallo. Francesca Bonsignore ha 17 anni, frequenta la terza B del liceo scientifico Einstein di Torino, vive nel Canavese, a Rivarossa, «paesino con 4 abitanti e diecimila pannocchie», sospira. Per questo le è venuto spontaneo dipingere, su un murale nel corridoio dell'istituto, l'unicorno e una pannocchia: sono i due elementi, uno onirico-visionario, l'altro realistico, che più le sono rimasti impressi in questi anni di tragitto mattutino casa-scuola. Il murale composto da altri lavori delle compagne di classe -, è frutto del progetto del Dipartimento educazione Castello di Rivoli, «Memoria al muro», destinato alle scuole medie superiori, che prevedeva l'elaborazione del tema «viaggio» avendo come fonte d'ispirazione Franz Ackermann, artista-viaggiatore, la cui personale (Back in town Di ritorno in città) è stata ospitata proprio a Rivoli. Dopo la visione delle opere di Ackermann gli studenti hanno discusso sul significato del viaggio e si sono poi trasformati in artisti. Il risultato si può vedere (in un assemblaggio di fotogra�fie) alla Fiera del libro: una sorta di macro-mappa collettiva del percorso, reale e immaginario, somma di tutti i viaggi casa-scuola degli studenti. L'entusiasmo dello scientifico Einstein («Hanno lavorato, con passione, in orario extracurricolare», dice Maria Ausiliatrice Laterza, professoressa di disegno e storia dell'arte), non è mancato al Primo liceo artistico e non soltanto in quanto artistico. «La maggioranza degli studenti di questa scuola spiega Luciano Cappellari, professore di ornato disegnato -, è composta di giovani che affrontano tutti i giorni veri e propri viaggi. Questo tema è stata una buona occasione per esprimere le proprie emozioni e lavorare in gruppo su un progetto comune». Daniele Trastu, al quarto anno, vive a Lombardore, si deve svegliare alle 6 per arrivare puntuale in via Pacini. Non ha disegnato né strade né campi, ma ha composto una macchia di colori: «Un modo informale per esprimere le sensazio�ni che provo». Riconoscibilissima, invece, l'istantanea fissata sul foglio da Giulio Ritucci, della terza A: due semafori che segnalano il rosso. Abita in zona collina e ogni mattina si trova sulla strada due semafori: «Non c'è nulla da fare, li becco sempre rossi, da anni...».

Persone citate: Ackermann, Back, Daniele Trastu, Einstein, Francesca Bonsignore, Franz Ackermann, Giulio Ritucci, Luciano Cappellari, Maria Ausiliatrice

Luoghi citati: Lombardore, Rivarossa, Rivoli, Torino