Nell'arte della retorica televisiva immagine vince sui contenuti

Nell'arte della retorica televisiva immagine vince sui contenuti ["POLITICA E POTERE Nell'arte della retorica televisiva immagine vince sui contenuti IL VEDERE, MEGLIO SE RIPETUTO, E' DI PER SE' CONVINCENTE PERCHE' NEGA E IMPEDISCE LA RIFLESSIONE, AL CONTRARIO DELLA PAROLA SCRITTA O PARLATA Lamberto Maffei(*) IL potere, dicono i politolo�gi, diventa più influente che mai, quando riesce a mimetizzarsi, a confonder�si in mezzo al consenso di coloro che lo subiscono. Per il potere è quindi essenziale gua�dagnarsi il consenso, convin�cendo; è per questo che nella storia dell'uomo è sempre sta�ta importante l'arte del bel parlare, l'arte della retorica, che consciamente o inconscia�mente diventa una manipola�zione di consenso. In questo senso l'arte della retorica non è arte della logi�ca, scienza di cause ed effetti, ma diventa più vicino alla poesia, ad un'arte dei suoni dove ci si basa più sulla proso�dia che sulla sequenza degli argomenti. I grandi oratori sono anche istrioni che sanno usare il gesto e la voce. Nella maggior parte delle persone le aree cerebrali devo�lute alla analisi della prosodia sono nell'emisfero destro, in corrispondenza delle aree che a sinistra formano le aree del linguaggio. La lesione di queste aree, nella parto anteriore, nel lobo frontale, in corrispondenza dell'area di Broca nell'emisfe�ro sinistro porta a perdita o a difficoltà nell'osprimere gli aspetti emotivi del linguaggio, mentre la lesione nella parte posteriore nel lobo temporale destro, in corrispondenza dell' area di Wornicko a sinistra, porta a danno nella compren�sione dogli aspetti emozionali del linguaggio. Per esempio diventa difficile per questi pazienti distinguere dal tono della voce se uno sta raccon�tando una storia allegra come una barzelletta o una storia triste. I messaggi che trasmettono gli aspetti emotivi del linguag�gio hanno libero accesso al corvello e sfuggono alla criti�ca; essi non sono giudicati in base alla sequenza logica degli argomenti. E' per questo che mediocri libretti di opero liri�che possono diventare, quan�do vengono cantati e uniti alla musica, messaggi avvincenti ed entusiasmanti. Nell'agora dell'antica Grecia l'arte della retorica dominava tra le arti della cultura e del sapere e cos�ha dominato nella politi�ca fino a tempi recenti. Solo nei tempi attuali la retorica, il bel parlare che convince, ha perso un po' della sua impor�tanza perché soppiantata da un altro tipo di tecnica delle comunicazioni, che pure evita di rivolgersi alla parte più razionale del cervello umano e che è quella che io chiamo, la retorica visiva, la retorica del�le immagini. E' ancora nel cervello destro che prevale l'analisi dello nostre sensazio�ni visuo spaziali. La retorica delle immagini non ha luogo nell'agora, ma nella penombra di una stanza tra uno schermo e persone sedute in poltrona; non ammette domande o di�scussione, è insegnamento e si avvale dell'autorità dell'imma�gine, por imporre il messag�gio. Le parole, i suoni ovvia�mente restano importanti, ma la forza delle immagini risulta più penetrante. Le parole possono lasciare l'ascoltatore insospettito, desi�deroso di analizzare la sequen�za logica di esse, le immagini sono, esistono: il vedere e in particolare il vedere ripetuto è di per sé convincente. Il San Tommaso sospettoso può non essere convinto dalla parola, ma non resiste alla forza della immagine. E anche la parola, nella bocca di un'immagine adegua�ta che si presenta e ripresenta con periodicità assume una valenza più rilevante. L'imma�gino quando arriva al cervello è tutta intera e non dà il tempo della riflessione o della critica come avviene invece per la parola scritta o parlata, che non è formata da un evento solo come nel caso dell'immagi�ne, ma è una stringa di eventi organizzati nel tempo. E' per questo che con le immagini si possono diffondere facilmente inesattezze o menzogne. Una cosa detta in tv la si assume tacitamente per vera. Diceva Nietzsche che la ve�rità è un insieme di illusioni di cui si è dimenticata la natura illusoria come nel pregiudizio che è accettato perché è accet�tato. Nel caso della retorica visiva non si è dimenticato la natura illusoria della verità, si è soltanto ingannati dalla in�formazione sensoriale. La visione è un senso essen�ziale alla sopravvivenza, per il riconoscimento del pericolo immediato e della possibile preda o della scelta del cibo. Una teoria delle visione tricromatica dice che essa si sareb�be evoluta per il riconoscimen�to delle frutta e delle piante maggiormente adatte alla ali�mentazione. Questo sensore cosi impor�tante, applicato alle immagini della TV continua a trasmette�re quando lo spettatore non si addormenta, con la stessa sa�lienza, come si trattasse di immagini rilevanti per la vita, e porta per la sua natura neurobiologica informazione che pretende di essere valida e che si deve accettare. Ora Berlusconi, un vero ca�valiere dell'immagine, o Rutel�li, non sono belve da fuggire, frutti da mangiare, saponi da comprare; vorrebbero essere incantatori per prendere il nostro consenso: come avrete osservato, i programmi non hanno rilievo nei loro discorsi o in quelli degli altri politici, sono solo le immagini a valere perché le immagini esistono e non si possono criticare; esse sono rivolte a quella parte del cervello che per sua natura guarda più al valore visivo ed emotivo del messaggio, che non al suo contenuto. E'offensivo che un sensore cosi nobile come quello della visione, venga sfruttato cos�ignobilmente. (*) Scuola Normale, Pisa

Persone citate: Berlusconi, Broca, Lamberto Maffei, Nietzsche

Luoghi citati: Grecia, Pisa