Dal Canada alla clinica di Jung, l'uomo che non poteva morire di Claudio Gorlier

Dal Canada alla clinica di Jung, l'uomo che non poteva morire Dal Canada alla clinica di Jung, l'uomo che non poteva morire UN banale luogo comune induce ad annettere la letteratura canadese di lingua inglese a quella degli Stati Uniti. Due scrittori co�me il settantenne Timothy Findley e la ben più giovane Elizabeth Hay (che interverranno alla Fiera del libro di Torino, gioved�17 maggio, h. 15) ci aiutano a smentirlo, senza per questo incoraggiarci ad attri�buire alla cultura del Canada una gratuita patente di provincialità. Findley, pur nella sua prolifici�tà che lo rende talvolta diseguale, appartiene indubbiamente alla ri�stretta élite degli scrittori canade�si di primo piano, non meno di Margaret Atwood, più tradotta e apprezzata di lui in Italia. The Wars, le guerre, è ormai un libro culto, e dispiace che l'unica opera in catalogo da noi sia il pur notevo�le Im figlia delpianista (Mondado�ri). Questà'volta, nel sud romanzo probabilmente più rischioso e più ambizioso, Findley dà libero sfogo alla sua vena visionarla, al suo discorso insieme reale e metafisi�co. La valenza simbolica di L'uo�mo che non poteva morire emerge subito nel nome del protagonista, i Pilgrim, pellegrino, un insigne sto�rico dell'arte autore di fondamen�tali studi. Questa è l'identità di Pilgrim quale lo conosciamo all'inizio del romanzo, ricoveralo o imprigio�nato? nella clinica zurighese di Burgholzli dopo un fallilo tentati�vo di suicidio, e affidato per cure appropriate alle mani capaci nienlemeno di Cari Gu�stav Jung. Siamo nel 1912, e Pilgrim spiega all'insigne terapista che egli vuol morire perché è incapace, in pratica, di morire. Il tentativo di suicidio, misteriosamente scon�giuralo, non è affatto il primo. A questo punto il rapporto tra i due, o addirittura a tre, visto che Pilgrim si lega alla moglie di Jung, Emma, acquista un significalo esemplare, nel senso che Jung, tra i grandi della psicanalisi, rimane quello che più profondamente ha inciso sulla creazione letteraria. Siamo di fronte a un caratteristico effetto specchio, e veniamo a scoRECENClaGo prire di Pilgrim aspetti tanto miste�riosi quanto sconvolgenti. Egli ha vissuto un'infinità di vite, come spiega a Jung, morendo e rinascen�do, ed è stato spettatore privilegia�to di tutta una serie di eventi, dall'assedio di Troia alla prima de\YAmleto. Il fatto che il tentati�vo di suicidio si sia verificato a ridosso della catastrofe del Titanio sarà del tutto casuale? Gli interro�gativi si sprecano, com'è naturale in sedute di psicoanalisi, e il bizzar�ro Pilgrim diventerà di notevole aiuto per Jung nel formulare la teoria dell'inconscio collellivo. Qui Findley utilizza la sua espe�rienza di drammaturgo e di scenegIONE dio er gialore televisivo e ci�nematografico, met�tendo a punto un mec�canismo narrativo di raro virtuosismo, qua�si reinventando il ge�nere, e insinuando nel lettore l'idea che sia�mo tutti inquisitori e inquisiti, senza mai giungere a un'autentica pace interiore, salvo forse a compiere un gesto liberato�rio. Pilgrim, lasciata la clinica, a Parigi ruba la Gioconda dal Louvre e a Chartres incendia la cattedrale, per poi sparire. Interrogativo fina�le del romanzo: ha trovato una risposta pacificatrice? Con la Hay ci troviamo in un'al�tra dimensione peculiare della narraliva canadese: l'immensità talo�ra sconvolgente degli immensi spa�zi naturali, l'ostilità degli elemen�ti, nel segno di una natura spesso nemica che letteralmente penetra nella psiche e nel comportamento degli individui, fino all'esaspera�zione. L'apprendista del vento (o del tempo, come suona l'originale) prende le mosse nel 1938 in una sperduta fattoria nelle praterie del Saskatchewan, stato dell'Ovest ca�nadese. L'atmosfera è incupita da un latente senso della morte. La ragazza Lucinda e la sorellina Norma Joyce, che abitano la fatto�ria con l'indomabile padre, hanno perso per tragica fatalità la madre e il fratellino. Quando compare un singolare tipo di studioso di botani�ca da Ottawa, Maurice Dove, le due non tardano a innamorarsi di lui, e la passione crescerà quando le visite si faranno più frequenti; con gli anni nei fatti, tre decenni -, il rapporto dominerà la loro vita. Lucinda a sua volta morirà in un tragico incidente d'auto, e Norma, ormai adulta, avrà da Maurice un figlio illegittimo, trascurato dal padre, cinico ed egocentrico, al contrario del suo nome dove, co�lomba. Tempo e spazio, altri due ele�menti peculiari della letterarietà canadese, si dilatano: la scena si sposta a Ottawa, a New York, dove Norma Joyce affina le sue qualità di artista, per poi tornare, circolarmente, nella fattoria. Nor�ma seguirà con risoluto affetto il padre, fino alla morte, mentre il figbo Johnny costituirà un com�plesso punto di riferimento nella sua esistenza, a fronte del volatile, arrogante Maurice, che si degna di visitarla accompagnato dalla mo�glie. La imperiosa natura, con i suoi micidiali sbalzi di tempo, dalla neve invernale al caldo e al vento estivi, ripossiede Norma Joyce, e anche qui, in una prospettiva di�versa rispetto a Findley, la dimen�sione simbolica per cosi dire riven�dica i suoi diritti. Sia in Findley sia nella Hay, la parola si incarna, assume una dimensione quasi or�ganica. Una sfida ai traduttori, per Findley Massimo Birattari, per la Hay Stefano Tettamanti e France�sca Valente, tutti davvero all'altez�za della situazione, per il loro brillante sforzo di reinventare in italiano la suggestione di un lin�guaggio magico e inquietante. Timothy Findley sarà alla Fiera di Torino con la connazionale Elizabeth Hay, di cui esce «L'apprendista del vento»: una natura spesso nemica che letteralmente penetra nella psiche e nel comportamento degli individui UN GIOCO DI SPECCHI: UN «PELLEGRINO». SEDUTA DOPO SEDUTA. AIUTERÀ' L'ILLUSTRE TERAPISTA A FORMULARE LA TEORIA DELL'INCONSCIO COLLETTIVO Timothy Findley L'uomo che non poteva morire trad. di Massimo Birattari, Neri Pozza, pp. 538, L. 32.000 Elizabeth Hay L'apprendista del vento trac/. diS. Tettamanti e F. Valente, Neri Pozza, pp. 342, L 32.000 ROMANZI Timothy Findley: lo scrittore canadese, con la connazionale Elizabeth Hay, sarà alla Fiera del Libro di Torino gioved�17 maggio. Presenteranno i loro romanzi, editi da Neri Pozza RECENSIONE Claudio Gorlier