Tremonti: «Prudenza sui conti dello Stato»

Tremonti: «Prudenza sui conti dello Stato» Tremonti: «Prudenza sui conti dello Stato» Mario Sensin�ROMA «Non siamo stupidi, saremo pru�denti. Sappiamo di essere in Euro�pa e che bisogna rispettare i patti» aveva detto Giulio Tremonti al Financial Times poche settimane fa. Il ministro dell'Economia del prossimo govemo Berlusconi scal�pita per mettersi all'opera, e al di là del problema dei contratti di lavoro, della riforma delle pensio�ni e del prossimo G8, proprio con l'Europa dovrà fare i primi conti. L'appuntamento cruciale sarà l'elaborazione del nuovo Docu�mento di Programmazione econo�mica e finanziaria per i prossimi quattro anni, atteso dal Parlamen�to entro la fine di giugno. Prima ancora, il 5 giugno, è in programma a Bruxelles un Ecofin molto importante per l'approva�zione delle Linee guida di politca economica del 2001, una specie di Finanziaria dell'Euro, e al tempo stesso il «filtro» attraverso il quale leggere la performance della finan�za pubblica dei singoli paesi. Orientamenti che saranno fatti propri dai Capi di Stato e di gover�no a Goteborg nel Consiglio Euro�peo che si riunirà subito dopo, il 15 giugno. Il Dpef di Ti-emonti e Berlusco�ni è quindi una tappa fondamenta�le, perchè quel documento sarà la base del successivo aggiomamento del Programma di Stabilità che andrà presentato a Bruxelles in autunno. Conterrà i nuovi obietti�vi in termini di inflazione, ma soprattutto di crescita economica e di indebitamento per la pubblica amministrazione. Impegni che rappresentano il primo vero test per la credibilità del nuovo gover�no. Si sa che la finanza pubblica non è a postissimo, che la spesa sanitaria decentrata sulle Regioni presenta dei rischi ancora difficili da calcolare. Gli istituti di ricerca economica sono concordi nel pro�iettare il deficit 2001 aU'1,3-1,4% contro l'obiettivo dello 0,8nZu che ancora figura nel vecchio Pro�gramma di Stabilità consegnato a Bruxelles e che la Uè continua a chiedere all'Italia di rispettare. Tremonti aveva promesso di sotto�porre i conti pubbhci ad uno scruti�nio attentissimo prima di metterci le mani, ma è difficile che ce ne sia il tempo prima della definizione del Dpef. Logico pensare che il nuovo govemo si muoverà all'inizio con estrema cautela, stretto com'è tra l'esigenza di far quadrare i conti e quella di dare attuazione al pro�gramma elettorale. Gli spazi di manovra sono angusti soprattutto per l'annunciato alleggerimento fiscale, che per l'Europa (questo ribadiranno le Linee guida di giu�gno) dovrà essere compensato da tagli di analoga portata alla spesa pubblica. Sei mesi di tempo saranno diffi�cilmente sufficienti per spingere al massimo la crescita dell'econo�mia e creare quel margine che pennellerebbe l'avvio della rifor�ma fiscale promessa agli elettori. Con lo spiacevole risvolto che, se anche il nuovo Govemo dovesse riuscirci, sarebbe inevitabilm3nle invitato dall'Europa a far di più per la riduzione del deficit. A inseguire, recuperando circa dieci mila miliardi, quello 0,80Zo di defi�cit che già il govemo Amato non riteneva più realizzabile. Le agenzie di «rating» interna�zionale, quelle che danno i voli sull'affidabilità economica dei pae�si, aspettano gli sviluppi della situazione. Ieri la più piccola di queste agenzie, Pitch Ibca, ha det�to che per il momento manterrà l'attuale giudizio, ma anche che il nuovo contesto italiano merita analisi più profonde. Standard and Poor's e Moody's, le due più importanti, perora tacciono. L'am�pia maggioranza parlamentare della Casa delle libertà è ima ga�ranzia di slabilità, ma l'mcertezza che ancora aleggia sul programma di govemo è un rischio implicito che induce alla prudenza. Elemento fondamentale di que�sta analisi sarà la credìbilità, ed in questo quadro il conflitto da inte�ressi resta uno dei primi problemi da sciogliere. Anche, e ancora una volta, in chiave europea: tra poche settimane, ad esempio, sul tavolo del Consiglio dei ministri Uè piom�berà la revisione delle direttive di liberalizzazione delle tic, con lo smantellamento dei vincoli che gravano ancora sugli operatori dominanti. Significa, anche, il via libera alla convergenza tra telefo�ni, tv e Intemet, quell'operazione che la Telecom di Colaninno vuol realizzare con Tmc e contro la quale la Mediaset di Berlusconi si oppone nelle aule giudiziarie. L'AGENDA DEL GOVERNO Dpef e conti pubblici li Documento di Programmazione 2001-2005 deve essere approvato dal governo entro il 30 giugno (c'è da centrare il rapporto deficit-Pil all'I 0Zo e tenere l'inflazione sotto controllo ad un livello medio del 2,30Zo) V ^ ^ Pensioni La verifica della riforma Dini-Prodi è fissata per quest'anno Tfr E' il secondo fronte della riforma della previdenza. Sul campo c'è il vecchio disegno di legge del governo D'Alema finito nel dimenticatoio Contratti a termine Il governo Amato lascia in eredità il recepimento della direttiva comunitaria su cui le part�sociali non hanno trovato un accordo Ponte sullo Stretto E', con la Variante di Valico e l'ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, uno dei punti caldi del capitolo lavori pubblici su cui Berlusconi ha già annunciato di voler premere sull'acceleratore Re Auto Il nodo tariffe è in sospeso e il governo Amato non lo ha ancora sciolto Rai Il discorso sulla privatizzazione è aperto Benzina Da affrontare il nodo del bonus fiscale di 50 lire al litro che 30 giugno ^

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