Il «Sole che non ride più» si è tinto di grigio di Maria Laura Rodotà
Il «Sole che non ride più» si è tinto di grigio Il «Sole che non ride più» si è tinto di grigio Maria Laura Rodotà t | 1RISTE angolo di strada nella città umbertina, quaJL lità dell'aria tra le peggiori di Roma, signori di mezza età che entrano con aria triste e dignitosa in un palazzo dignito�so e tristissimo che ospita l'uffi�cio dell'on. Adolfo Nino Cristofori, due pensioncine, l'atelier «le spose di Elvira Gramano» e la federazione dei Verdi. I signori sono i Verdi. I Verdi non si sentono tanto bene. Qualche verde (il ministro Alfonso Peco�raro Scanio) vuole diventare verde in altro modo; trasfor�mandosi in un movimento di consumatori. Altri verdi all'idea si sentono peggio. Comunque qualcosa bisogna inventarsi, so�no cambiate troppe cose, anche prima del 13 maggio. Ve li ricordate i verdi di tanti anni fa, quelli colorati, vestiti in fibre naturali, quelli che era di moda votare, quelli che in ogni città e paese piantavano grane tra risonanza mediatica e inte�resse generale, quelli che, al�l'epoca, erano un bel po'? Tene�tevi il bel ricordo. Sono memo�rie della fine della prima repub�blica, quando (elezioni europee del 1989, c'era ancora addirittu�ra il Pei) riuscirono a litigare orrendamente tra loro; a scin�dersi in due pezzi (Sole che ride e Arcobaleno, più movimentisti, tra loro c'era Francesco Rutelli) e a prendere, tutti e due, voti e parlamentari. Non va più così. Oggi gli ambientalisti sono «spal�mati in tutto l'Ulivo», lo spiega�no i verdi stessi. I quali verdi sono senza quorum, ancora ab�bastanza litigiosi la direzione è convocata per questo ma si son fatti, quelli rimasti, col tempo, donnine e ometti. Grazia Francescato, la portavoce, pedi�gree sessantottino/femminista/ ambientalista, arriva per ulti�ma dal vertice dell'Ulivo più in gessato che mai: tutto gessato, gonna giacca e pure gilet. Marco Boato, verde storico ex Lotta continua, passeggia nell'andro�ne in vestitone blu e aria da preside che sta metabolizzando la presenza di baby killer nel suo istituto. Si consola agitando la prima pagina dell'Adipe: 14 seggi su 17 in Trentino Alto Adige all'Ulivo, incluso il suo di Rovereto «ed ero nove punti sotto». Felicità all'idea di diven�tare un movimento di consuma�tori, parecchi punti più giù. Rimasto sotto, e non rieletto, con papillon storico un tempo (sempre quello dei verdi cocchi di tutti) celebrato dai giornali, Gianni Mattioh sorride forzato e dice: «La vita di una cosa politica la decidono i militanti, non mi sembra legittimo farlo in direzione». La senatrice roma�na Carla Rocchi teorizza un rimescolamento dell'impasto: «Nella nostra tradizione è insito il bisogno di sciogliere dei gru�mi». Pecoraro Scanio cerca di essere allegro, ci riesce meno del soUto. Comunque preferisce la «rigenerazione del partito in tutta Italia» ai grumi. E poi lui è eletto in Campania, «con la più alta percentuale di voti verdi.» E i verdi tra scappamenti e grigiori umbertini di via Salandra, infuriati per la sua propo�sta? «Prendo atto dell'affezio�ne» al partito. Paolo Cento detto er Fiotta, trentanovenne romano eletto in Emilia, ambasciatore verde tra i centri sociali, prende atto di altro: «L'effetto Rutelli ha sderenato i Ds e pure noi». Francescato in gessato obietta che gli stessi verdi han fatto abbastanza per sderenarsi: «Non bisogna essere un partito dittatoriale, ma un partito disci�plinato sì. Ho incontrato diri�genti locali che chiedevano voti per Rifondazione e i Radicali. Il nostro Francesco Martone è riuscito a vincere nel suo colle�gio ma i verdi locali non lo aiutavano, dicevano è inutile, è un collegio perso. Per fortuna ci sono ambientalisti in tutto l'Uli�vo, adesso». Più nove senatori e otto deputati, verdi-verdi, un po' intristiti. O, al momento, sderenati in cerca di soluzioni, come dice il Fiotta. Nell'atmosfera triste vola qualche accusa «Ci vuole più disciplina» «L'effetto Rutelli ha sderenatonoieiDs» Alfonso Pecoraro Scanio
Luoghi citati: Campania, Emilia, Italia, Roma, Trentino Alto Adige
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