«Determinati lo slesso Berlusconi rispetti i patti» di Giovanni Cerruti

«Determinati lo slesso Berlusconi rispetti i patti» IL CARROCCIO «DEVOLUTION, FAMIGLIA E IMMIGRAZIONE NEI PRIMI CENTO GIORNI» «Determinati lo slesso Berlusconi rispetti i patti» retroscena Giovanni Cerruti MILANO COME ai vecchi tempi, quelli dei voti e delle belle sorprese. «Roberto, vai giù tu». Maroni scende in un salone pieno di cartac�ce e scarso di cronisti. Questa volta pochi voti e brutte sorprese. Umber�to Bossi non ha dormito, non ha gridato, non si è sfogato. «E' da mesi che mi son tappato la bocca», dice. E deve continuare anche adesso, con niente voti e una cinquantina di parlamentari. «Determinanti al Se�nato, forse». Dunque prudenza. Astuzia. Calcolo. Maroni scende e parla per Bossi. Bossi scenderà più tardi, dopo il «Porta a Porta» di Vespa, diretto ad Arcore. «La Casa delle Libertà ha vinto grazie al voto della Lega», dice Maroni alle sette di sera. «Noi non siamo stati premiati dall'accordo e il nostro è stato un grosso sacrifìcio. Qra ci aspettiamo che ci venga riconosciuto. Non per�chè siamo determinanti, ma perché questi erano e sono gli accordi tra gentiluomini». Sfumato, ma non troppo. Bossi l'avrebbe detto con altri toni, come alle tre di notte davanti a Giulio Tremonti e poi al telefono con Berlu�sconi. «Abbiamo bisogno di visibili�tà, ma io non posso neanche più andare a fare il ministro. Cosa direbbero i miei? Eccolo li, dopo l'accordo si prende la poltrona...». No, con una Lega cos�malmessa dal voto Bossi al governo si sentirebbe prigioniero. E la sua Lega, come accaduto domenica, rischierebbe di perdersi in leghine o leghette dai simboli ingannevoli. «Abbiamo avu�to una quota considerevole di gente che non è andata a votare e un'altra che ci ha penalizzato votando le finte leghe. Un voto politico, questo. non solo un errore. Ci hanno voluto dire "non ci fidiamo di quell'accor�do". Non ci hanno abbandonato, si sono parcheggiati l�e devo andare a riprendermeli». Come? Con la visibi�lità e i primi provvedimenti del governo. , «Entro i primi cento giorni spiega Maroni il governo dovrà prendere iniziative concrete su devolution, famiglia e immigrazione». Altrimenti? «Non esiste altrimenti, non esistono altre possibilità». Nel�la notte Bossi l'aveva detto a suo modo, guardando negli ocelli Tre�manti, che è un amico: «Avevamo tre obiettivi: battere questa sini�stra, uscirne in piedi come Lega e passare ai cambiamenti subito. Per riprendere chi si è allontanato, chi non ci ha creduto fino in fondo, devo portargli cose fatte, non parole. E allora ti dico che noi come Lega abbiamo due possibilità e la Casa delle Libertà una sola: mantenere la parola data. Oppure che dovrei fa�re? Mettere la fiducia sui provvedi�menti che vogliamo far passare?». Ha una certa fretta, Bossi. In autun�no il congresso leghista: «Se non arrivo con qualcosa in mano che gli racconto ai miei? E se mi impongo�no di cambiare strada?». Visibilità. Come dice Maroni, «che il sacrificio si trasformi in investimento per cambiare». E dun�que, già questa riotte, Bossi e Berlu�sconi avevano in programma un primo incontro per discutere il risar�cimento voti. Più che al governo, a meno di un ministero pesante come l'Interno, la Lega potrebbe essere interessata alla presidenza della Ca�mera. A Bossiia tentazione di entra�re a Palazzo Chigi sembra proprio passata, e forse avere ministri di seconda fila interessa poco. Meglio star fuori e occuparsi dei cocci della Lega. «Metà dei nostri sono come Rifondazione Comunista, vogliono andar da soli. Ma per fare che? Con questo bipolarismo poi non contere�sti un tubo». Anche con questi voti si rischia. «Non si sono fidati. Lo so, me lo ricordo bene il comizio dell'ul�tima settimana a Treviso, quando uno mi ha gridato "illuso!". Con i fatti dobbiamo dimostrare che è giusto così». La notte più lunga, per Bossi. Con Tremonti, Maroni, Calderoli, Pagliarini e Giancarlo Giorgetti che arriva alle 4 del mattino e gli vien quasi da piangere. «Avevi ragione tu», lo saluta Bossi. L'unico ad aver detto «attento, tra la nostra base elettorale ci sono anche operai che votavano Pei e non voterebbero mai un "Cumenda milanes"». Ora Gior�getti non infierisce: «Siamo stati come la cavalleria polacca contro i carri armati tedeschi. Eroici, corag�giosi, ma fatti fuori». Il 407o, a quel�l'ora, restava un incubo. «La morte in faccia continuiamo a vederla», diceva Bossi. «Se andavamo da soli vinceva l'Ulivo, quella sinistra l�che voleva annientarci con D'Ale�ma e a momenti ci riusciva. Pensa�va che non sarei mai andato con Berlusconi, e invece l'ho fatto per salvare noi e il Paese. Però tra il dire e il fare c'è di mezzo il prezzo da pagare». Maroni adesso può scende�re: «La nostra nuova partita comin�cia adesso...». »POLITICHE 2001 3.9% «REGIONALI 2000 4.9% • EUROPEE 1999 4.5% • POLITICHE 1996 10.1% • REGIONALI 1995 6,5% • EUROPEE 1994 6.6% • POLITICHE 1994 8.4% * Exit poll Abacus II segretario della Lega Nord Umberto Bossi

Luoghi citati: Arcore, Milano, Treviso