Berlusconi frena i suoi, per la festa c'è tempo di Ugo Magri

Berlusconi frena i suoi, per la festa c'è tempo Berlusconi frena i suoi, per la festa c'è tempo Non va al party di Roma: io sono un leader operaio Ugo Magri ROMA Sereno, tranquillo, perfino alle�gro. Però silenzioso e prudente. Al punto che alle due di stanot�te Silvio Berlusconi non aveva ancora commentato proiezioni ed exit poli. Tantomeno s'era precipitato a Roma per festeg�giare al Palazzo dei congressi, dove un grande palco era stato innalzato allo scopo di festeg�giare il trionfo davanti alle tivù del mondo intero. «Per ora non viene, ma la notte è lunga...», sorrideva speranzoso Elio Vito. Berlusconi, spiegava più cauto il portavoce Paolo Bonaiuti, «ritiene che bisogna avere gran�de pazienza e aspettare di vede�re i dati. Non si possono fare dichiarazioni a caldo mentre in alcune città si sta ancora votan�do...». Calma e gesso, era dun�que stanotte la conclusione del portavoce con un occhio rivol�to soprattutto al Senato, dove l'esito pare assai più in bilico. Ma l'idea del Cavaliere di disertare la kermesse romana era maturata con ventiquattr'ore di anticipo: «No, non volerò a Roma nemmeno in caso di vittoria», aveva annunciato.ieri mattina il Cavaliere ai suoi più fidati consiglieri: «Ho promesso che sarò un presiden�te operaio, voglio dare subito la prova che sono di parola». Non ha cambiato parere, Berlusco�ni, neppure durante il lungo pomeriggio di attesa, quando prima piano, poi più forte, nel�la quiete di Arcore sono comin�ciati a giungere gli echi degli exit pol�condotti dai sondaggisti di fiducia. Tutti concordi nell'annunciare una notte mol�to speciale per Forza Italia, annunciata sopra il 30 per cen�to, e per lo stesso Berlusconi, ma non altrettanto favorevoli agli altri inquilini della Casa delle libertà. Ce la farà il Bian�cofiore (Ccd e Cdu insieme) a superare la fatidica soglia del 4 per cento? E cosa succederebbe se la Lega, guidata da un perso�naggio fumantino come Bossi, non riuscisse a saltare l'ostaco�lo? Alle nove di sera, con le urne ancora aperte, nel quartier ge�nerale di via dell'Umiltà la risposta al doppio interrogati�vo era più no che sì. Vittoria come coalizione, però sanguino�se perdite tra gli alleati minori. I primi exit pol�delle ore 23 hanno confermato il dubbio, quelli successivi non l'hanno sciolto. Ma con Bossi, Buttiglione e Casini in sofferenza, non sarebbe troppo elegante antici�pare i festeggiamenti. Come minimo, s'offenderebbero; e il governo del centro-destra na�scerebbe col piede sbagliato. Ragione di più per attendere numeri definitivi prima di stap�pare spumante. E sarà un caso, ma l'ambasciatore berlusconiano più accreditato presso la Lega, professor Giulio Tremonti, s'è presentato nella tana di Bossi in via Bellerio per trascor�rere insieme la notte della veri�tà insieme all'Umberto. Berlusconi ha conservato un basso profilo per l'intera giorna�ta di ieri. Solita tenuta sporti�va, pullover e pantaloni blu, s'era presentato a votare nella scuola milanese Armando Diaz, di via del Crocefisso. Anche lui (come Francesco Rutelli) s'era fatto la sua bella coda, mez�z'ora prima di entrare nel seg�gio e deporre le schede. Inutile dire che, durante l'attesa, ave�va ammazzato il tempo strin�gendo mani, lanciando sorrisi e scambiando battute: nulla, in verità, realmente degno di pas�sare alla storia. «Sono sereno», aveva detto e ripetuto, «so che ho fatto tutto quanto era possi�bile per convincere gli italiani, ora spetta a loro...». E poi, rivolto ai cronisti: «Vado a casa e mi faccio una dormita». Uscendo dal seggio, però, aveva dovuto subire la conte�stazione di una signora ultraset�tantenne. «Vergognati, vergo�gnati», aveva gridato la signo�ra. La cosa, al Cavaliere, non ha fatto piacere. Le agenzie di stampa riportano la seguente amareggiata reazione: «Vede�te? Questo è il frutto della campagna di odio che ci hanno scatenato contro». Poi di nuovo a casa, nella quiete della villa di Macherio, con assoluto e scaramantico rispetto delle usanze domenica�li: passeggiatine nel parco per godersi il sole di primavera, un'occhiata alle adorate bulbacee, pranzo con moglie, figli piccoli e mamma Rosa (che poi, amorevolmente, ha voluto riac�compagnare a casa). Ai contatti col mondo ha provveduto il telefonino, che il Cavaliere non porta mai con sé perché provve�de di regola un uomo della scorta. Con Enrico La Loggia hanno ragionato sull'alta af�fluenza alle urne: «Dovrebbe essere un vantaggio per noi», ha vaticinato il presidente dei senatori berlusconiani. Alle sette e mezza di sera, la fatidica chiamata di Claudio Scajola, l'uomo che ha in mano l'organizzazione. ((Andiamo for�tissimo, oltre ogni previsione», è l'annuncio. Convinzione che resta intatta a notte fonda: «I dati fanno apparire in maniera serena una vittoria della Casa delle libertà con ampio margi�ne». ill . "/ 4' Una foto d'archivio di Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Arcore, Macherio, Roma