Una nave di soccorso per le foche in pericolo
Una nave di soccorso per le foche in pericolo Il vento quest'anno ha impedito l'abituale esodo degli animali dall'ostile Mar Bianco al mare di Barents Una nave di soccorso per le foche in pericolo Il Cremlino si è mobilitato per salvare gli animali bloccati sul ghiaccio MOSCA Salvare le foche: perfino il Cremli�no si è mobilitato per la tragedia degli animali del mar Bianco, in una corsa contro il tempo e contro la Natura. Il ministero per le Emergenze russo ha elaborato un piano di salvataggio di migliaia di mammiferi bloccati sui ghiacci polari. Nonostante la cronica man�canza di soldi, l'operazione non bada a spese: ieri la zona del disastro è stata monitorata da aerei speciali e anche da satelliti spaziali. E una nave è partita per cercare di salvare almeno una parte dello bestie. Due milioni di foche adulte e 300 mila «beliok», cuccioli che indossano ancora la pelliccia bian�co immacolata, sono isolati su una superficie di circa 100 chilometri quadrati, a 100 chilometri verso Nord-Est dalle isole Solovki. Il ghiaccio su cui gli animali sono bloccati si sta rapidamente scio�gliendo e il mare nei dintorni non offre la possibilità di sfamarsi: le acque sono povere di merluzzo e soprattutto di plancton e gamberi che sono l'unico cibo dei cuccioh. Centomila «beliok» già bersagho ogni anno di una caccia feroce che suscita le proteste degli animalisti rischiano la morte per fame. Di solito le foche di Groenlan�dia fanno i cuccioli nel mar Bian�co, per poi spostarsi a fine aprile verso il mare di Barents, dove i piccoli trovano cibo a volontà. Ma questa primavera un forte vento orientale ha impedito alle foche il loro abituale esodo. Il ghiaccio non si è staccato dalla riva im tempo, inprigionando le foche in acque ostili. Secondo le prime stime, 2 milioni di foche adulte e 300 mila «beliok» non riescono a migrare dai nidi verso il mare di Barents. Centomila cuccioli possono pe�rire già nei prossimi giorni, e gli scienziati temono lo sterminio quasi totale delle cucciolate di quest'anno. Nella situazione più disperata si trovano 5 mila foche imprigionate su una enorme lastra di ghiaccio che si è slaccala dalla riva e che comincia a sciogliersi. Il disastro ecologico stavolta, a quanto pare, non è colpa dell'uo�mo: secondo gli scienziati russi, una simile ecatombe di foche è già accaduta nel 1966 quando i bran�chi del mar Bianco hanno perso il 60 per cento della loro prole. Il dramma delle foche ha già spinto le autorità russe a rivedere le quote per la caccia alla foca per il 2001, che forse verrà proibita del tutto. Ma prima si cercherà di salvare almeno parte degli anima�li. Da Murmansk è salpata la «Kola», una nave rompighiaccio e di 6 stive per un volume complessi�vo di 27 mila metri cubi. I suoi 20 uomini di equipaggio vogliono cer�care di raccogliere i cuccioli per trasportarli nel mare di Barents. Il direttore generale del porto di Murmansk Serghej Kiseliov ha de�ciso di cancellare tutti gli impegni di «Kola», ed è pronto a pagare di tasca sua l'operazione di salvatag�gio, che costerà circa 100 mila dollari e durerà una settimana. Kiseliov non ci bada: «Noi marinai veniamo sempre in soccorso di chi ne ha bisogno. Qggi a chiedere aiuto sono le foche e abbiamo deciso di andare incontro a grosse spese per salvare gli animali». Il ministero per le Emergenze inve�ce vorrebbe costruire un ponte aereo. Già nelle prossime ore i soccorritori cercheranno di porta�re alle foche cibo e, forse, costruire gabbie per l'evacuazione. «Un'idea insensata», dice Viktor Berger, direttore dell'istituto zoologico di Murmansk: «Un terzo dei cuccioli muore ogni anno co�munque, anche se, certo, non dob�biamo rimanere indifferenti». Se�condo Berger, le foche sono con�dannale: l'alimentazione artificia�le è quasi impossibile e lo stress per la cattura e il viaggio in gabbia ucciderebbe comunque il 90 per cento degli animali. [a. z.)
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