Vizzini: Berlusconi? Un amico da sempre

Vizzini: Berlusconi? Un amico da sempre L'EX MINISTRO DELLE POSTE SOCIALDEMOCRATICO Vizzini: Berlusconi? Un amico da sempre reportage inviato a PALERMO ATTENTI a D'Antoni, i suoi promettono posti alla Fincantieri e nei supermercati, c'è un supermercato a Mondello che se D'Antoni mantenesse la parola avrebbe più commessi che clienti!». Scusi, ma lei non è quel Vizzini che da ministro delle Poste alla vigilia delle elezioni del '92 assunse qualche migliaio di posti�ni? «Il tribunale dei ministri inda�gò su quelle assunzioni e non trovò nulla di irregolare, e comun�que nessuno fu assunto nel mio collegio». Dev'essere proprio lui. «Guardate D'Alema prosegue il comizio -, figlio d'arte, non ha mai lavorato, il padre lo fece assumere dal Pei!». Scusi, ma lei non è quel Carlo figlio di Calogero Vizzini, notabile socialdemocratico? «Mio padre lasciò il Parlamento nel '68, e il concorso all'università lo vinsi da solo». E' proprio lui. Ha solo tagliato i baffi Vizzini, candidato azzurro al Senato, ripe�scato come l'altro socialdemocra�tico Enrico Ferri, «caro vecchio Enrico, l'ho rivisto alla conven�tion di Forza Italia con il suo Paperino all'occhiello, è sempre candidato a tutto», s�però Ferri l'hanno sbattuto in Toscana, Vizzi�ni l'hanno fatto accomodare a Palermo centro, collegio sicuro. Berlusconi ha voluto così. «Silvio mi è sempre stato simpatico fin da quando l'ho conosciuto, neir84. Ero appena diventato ministro, alle Regioni, e lavorai anch'io al provvedimento per riaprire le sue tv», il decreto Berlusconi insom�ma. Il momento più intenso della loro amicizia però è stato quando Vizzini era alle Poste, «certo che veniva, e chiedeva, ma chiedeva�no anche i compagni Vita e Gloria Buffo, e non avevano un impero tv. E poi Craxi era meno berlusco�niano di quanto crediate, fu lui a imporgli di vendere Telepiù. Con Silvio non ho mai perso i contatti. Nel '93 gli consigliai di dare una rete alla sinistra, lui mi rispose: "Le ho conquistate con il mio sudore, non le darò a nessuno". Dopo la sconfitta nel '96 andai a cena in via del Plebiscito, Silvio era appena stato operato per ima punta d'ernia, stava a terra, e guardalo adesso, altro che malato, sta d'incanto. E' un vero meridio�nale, non ha mai abbandonato un amico, Dell'Utri, Leccisi, l'ho visto piangere per Leccisi. Che ci posso fare? Mi piace», si piacciono. L'uni�co paragone che gli viene è con Saragat, «quand'ero vicesegreta�rio del Psdi gli facevo un po' da assistente, lo aiutavo a recuperare le biro che gli scivolavano nella tasca della giacca, lui era più colto di Silvio, meno simpatico però». Quelli della sinistra, invece. «D'Alema con me è stato durissi�mo. L'ultima volta che l'ho visto mi ha detto: "Se Berlusconi vor�rà fare le riforme con Bossi, lo scontro non sarà in Parlamento, sarà nelle piazze". Mi sono sfoga�to con Occhetto, gli ho ricordato quando parlammo sullo stesso palco a Mantova lui io e Martel�li, lui mi ha lasciato parlare poi mi ha detto: «Scusa Carlo, ma proprio a me le vieni a racconta�re queste cose?». Il peggiore però è stato Folena, «io guardavo ancora a sinistra, avevo buoni rapporti con Orlando, ho perso i Beni Culturali per averlo appog�giato», glieli tolsero per darli alla Bono Barrino mica a Malraux e ancora brucia, «allora vado da Folena a parlare del futuro e lui mi liquida con un "lasciami lavorare"». La campagna comincia pre�sto, appuntamento alle 8 del mattino con il parroco della Zisa, è già la seconda volta, poi dalla Compagnia delle Opere, quindi dagli agenti di custodia, «cos�stabiliamo contatti che potrebbero tornare utili in caso di sconfitta». Con la giustizia gli è andata meglio dei suoi predecessori Tanassi bongo Nicolazzi Cariglia, lui ha evitato arresti e condanne grazie an�che alla prescrizione, processe Enimont, «ma in appello avrei vinto comunque». E' preoccu�pato, ma non per le minacce della mafia che ha ricevuto: «E' che conosco i trucchi della sinistra, gli scrutatori con il lapis sotto le unghie o l'anellone per sfregiare le schede con i nostri voti e farle annullare». Decisamente, è lui. [al. ca.l «Il Cavaliere ha voluto che mi presentassi al Senato a Palermo Lui non dimentica mai nessuno Quand'ero al governo veniva a chiedere Ma anche la Buffo...» L'ex ministro Carlo Vizzini

Luoghi citati: Mantova, Palermo, Toscana