D'Alema: se perdo io, perde la Puglia...

D'Alema: se perdo io, perde la Puglia... FINALE POLEMICO «MANTOVANO VUOLE MANDARMI LA FINANZA? PER LORO ALLORA CI VORREBBE LA NATO» D'Alema: se perdo io, perde la Puglia... Gli ultimi comizi girando senza staff paese per paese reportage Aldo Cazzuilo Inviato a FELUNE (Lecce) SCUSI, dov'è la piazza del comi�zio di D'Alema? «Piazza? Quale piazza?». Eppure è qui il comi�zio, appeso all'insegna di una ferra�menta c'è un cartello scritto a mano sul retro di un manifesto del Girasole, tutto maiuscolo, STASE�RA A FELLINE ALLE 19 L'ON. D'ALEM, la a è quasi illeggibile il pennarello era esaurito. E' che Felline è talmente piccola da non avere piazze solo questo largo santa Lu�cia, occupato per metà dall'aiuola con il monumento ai caduti della grande guerra, dodici, uno in più degli ulivisti in attesa, «venite tutti. oggi si decide la sorte di Felline» invoca la sindaca, no signora è Felline che decide la sorte di D'Ale�ma di una certa idea della sinistra e di un pezzo d'Italia. Felline, e poi Taviano, Tughe, Casarano, quattro paesi in tre ore, poi collegamento con Santoro e comizio di mezzanot�te a Gallipoli. Ora sono di più, quasi venti, davanti al comitato Rutelli, lo stereo infligge canzoni tristi di Fossati, la cassetta di Claudio Lolli non era disponibile, due bambini di dieci anni distribuiscono un manife�sto stampato e a colori, questo anti Mantovano firmato dai sindaci di Campi Salentina, Guagnano, Squinzano e Trepuzzi, la cassetta di Fossati arriva finalmente alla Canzone popolare, ecco puntualissi�ma l'autoblù, ecco il resto del pae�se. Escono dall'Associazione dona�tori sangue, dalla Pro loco, dalla chiesa, vecchi torti come ulivi si affacciano dai balconi, una nonna scura dalla torre del castello, i ragazzini con le mèches si alzano dalla panchina, non c'è molto altro da fare alle 19 a Felline, escono anche dalla sede di Forza Italia, «io ero socialista e voto Mantovano, ne avete fatte troppe» annuncia in tono di sfida il proconsole azzurro Valentino Palese. «Qualunque cosa possiamo aver fatto risponde D'Alema cui non pare vero di poter polemizzare con qualcuno pure a Felline -, un socialista non può votare un fascista, clericale, oscu�rantista come Mantovano. Sì, avete capito bene: fa-sci-sta». «Non ce l'ho con lui» dice però dal palco, il comizio è costruito attorno a Berlusconi, definito ricco, esibizionista, arrogante, incompe�tente, pericoloso, Berlusconi che è arrivato a Gallipoli «tipo Apocalypse Now» e qui D'Alema imita il ta-ta-ta delle pale dell'eheottero, vorrebbe azzardare anche la Caval�cata delle valchirie ma non osa -, «non ha parlato con voi, non ha guardato negli occhi un solo bambi�no, ha insultato me per cinquanta minuti ed è ripartito verso il cielo». Lui D'Alema i bambini li guarda per un attimo mentre fanno aquiloni dei suoi volantini e li lanciano verso il palco, è uno sguardo accon�discendente non tenero, di chi gli aquiloni di carta li saprebbe fare molto meglio. Con i suoi elettori )erò è affettuoso e loro lo sono con ui, apprezzano che sia arrivato qui tutto solo (lo staff l'ha preceduto a Casarano), applaudono quando par�la del prezzo «inadeguato» dell'olio, per fortuna quello delle patate «è risalito a livelli dignitosi», i mediatori pagano ancora «prezzi da fa�me», però i miliardi del patto territo�riale sono arrivati, «è il primo patto territoriale per l'agricoltura d'Ita�lia». Con il pane D'Alema ha portato pure i circensens, ((hanno detto che ho invitato cantanti e guitti, ma è megUo una battuta di Sabina Guz�zanti di una parolaccia di Sgarbi». Pensateci bene prima di cangiare. unica concessione al dialetto, «lo dico senza falsa modestia, se perdo io la Puglia perde il suo rappresen�tante più autorevole in Parlamen�to». GU altri leader si sono candida�ti a Roma o al Nord, «Casini ha estorto con l'inganno i voti di Ma�glie», qui vicino, «e nessuno l'ha più visto», il gallipolino Buttiglione pu�re è un «emigrato politico» al nome del collega Buttiglione il par�roco dà voce alle campane, è l'unico rumore estraneo al comizio, non suonano i telefonini anche perché non prendono -, «sono io che ho costretto tutti i leader della destra a venire qui». Sarà il tramonto, i bambini, il vento che muove le tre bandiere tre sul palco (due dell'Uli�vo, una demodée del Pds con anco�ra la falce e il martello che D'Alema fece togliere), fatto sta che qualche passo nella demagogia lo tenta an�che lui, «sapete cosa vuol dire "devolution"? Che i soldi se li vogliono tenere loro», «io ho speso parte dei miei fondi elettorali per donare un'incubatrice all'ospedale, Berlu�sconi ha speso 36 miliardi per spedirvi a casa le sue foto di fami�glia. Mantovano dice che vuol man�darmi la finanza? A Berlusconi bisognerebbe mandare la Nato», con cui, è sottinteso, D'Alema ha buoni rapporti, ecco infatti il passo sulla guerra dei Balcani, quando discuteva con Clinton mica con Valentino Palese, «ma io non mi vergogno di essere il vostro deputa�to», è scritto pure sui manifesti con rara foto sorridente, «il nostro depu�tato», e se Felline lo cambierà cambierà tutto. Massimo D'Alema e Sabina Guzzanti fotografati l'altra seraaMatino (Lecce) dopo un comizio del leader Ds