Scudo, da Roma arriva un «ni» di Emanuele Novazio

Scudo, da Roma arriva un «ni» Scudo, da Roma arriva un «ni» La delegazione Usa alla Farnesina Emanuele Novazio ROMA Sono «consultazioni vere» e non un modo garbato per comunica�re «decisioni già prese», avverte il sottosegretario agli affari poli�tici del Dipartimento di Stato Marc Grossman al termine dei suoi colloqui romani: due ore con una delegazione guidata dal direttore Affari politici della Farnesina Giuseppe Baldocci, nell'ambito di una serie di incon�tri avviata in Europa e in Asia. Al nostro ministero degli Esteri concordano: lo scudo spaziale, il progetto di difesa antimissile annunciato da Bush nel suo discorso del l0 maggio e al centro dell'incontro di ieri, «è un concetto generale, alla fase iniziale e ancora da riempire di contenuti operativi», si nota. Per questo le consultazioni alle quali l'Italia intende «contri�buire costruttivamente» do�vranno «articolarsi» e «appro�fondirsi», come hanno sottoline�ato anche i governi di Parigi e Berlino: disponibili al dialogo ma piuttosto freddi con il pro�getto americano in attesa di «chiarimenti sui contenuti», co�me si nota nella capitale tede�sca. «Siamo venuti appena possi�bile per l'importanza che l'Ita�lia riveste per Nato e Stati Uniti», ha garantito Grossman, accompagnato dall'esperto del Consiglio di sicurezza nazionale Robert Joseph. Ma pur apprez�zando l'intenzione americana di discutere di scudo spaziale anche con Mosca e Pechino, Roma ha espresso una decisiva riserva alla posizione america�na, che pure propone un'esten�sione dell'ombrello antimissile agli alleati per la loro protezio�ne: se non è realistico adattare in modo «unilaterale» la politica di dissuasione ai mutamenti della realtà internazionale, è necessario avviare un dialogo «con tutti i Paesi, anche quelli capaci di dotarsi di missili e altre armi di distruzione di mas�sa». Compresi dunque la Corea del Nord, l'Iran e l'Iraq che l'amministrazione Bush consi�dera al contrario i nuovi nemici, o almeno le nuove minacce. Isolare ulteriormente questi Pa�esi, è la posizione italiana, signi�ficherebbe aumentare la tensio�ne ed esporsi al rischio di gravi crisi intemazionah. La deterren�za va inoltre considerata nel suo insieme, si insiste alla Far�nesina: non si può staccare lo scudo dal contesto generale nel quale è inserito, non si può pensare al futuro senza tener conto di quanto già esiste nel campo del controllo degli arma�menti. Anche la rinuncia al trattato antibalistico ABM, fir�mato da Stati Uniti e Urss nel '72 in condizioni intemazionali obiettivamente diverse da quel�le di oggi («La Russia non è più un nemico», sottolinea Gros�sman), va esaminata con caute�la e tenendo presente che «quel trattato ha garantito una corni�ce di sicurezza», ha notato gior�ni fa il ministro degli Esteri Dini rephcando implicitamente a Bu�sh («L'ABM appartiene al passa�to e ci impedisce di occuparci delle minacce di oggi»). La visita della delegazione Usa non ha dissolto i malumori italiani nei confronti della nuo�va amministrazione americana, che proprio l'annuncio di Bush sullo scudo spaziale aveva rilan�ciato con la mancata telefonata del presidente ad Amato. «Ro�ma è una capitale chiave del nostro tour», ha garantito Gros�sman, in arrivo da Copenaghen e dall'Aia e in partenza per Bratislava e Ankara. Ma c'è un'altra delegazione in viaggio per l'Europa: è guidata dal nu�mero due del ministero della Difesa, Paul Wolfowitz, e dal numero due del Consiglio di Sicurezza nazionale, Paul Hadley: dopo aver fatto tappa al quartier generale della Nato, a Bruxelles, è stata a Parigi e a Berlino e stamane sarà a Mosca, in una sequenza geografico-strategica che solleva ancora una volta dubbi sul rango italiano, nella prospettiva della nuova amministrazione americana. Condizionamenti e cautele pre�elettorali? Possibile, anche se a chi gli chiedeva che senso ha incontrare un governo in sca�denza, Grossman ha risposto che «in democrazia si intratten�gono relazioni con un govemo alla volta», e che «appena ce ne sarà uno nuovo lo incontreremo qualunque esso sia, considerato che le consultazioni sono desti�nate a durare nel tempo». L'Italia ribadisce che si deve discuterne anche con chi è in grado di dotarsi di missili e armi di distruzione di massa. Grossman: siete un paese chiave Il segretario americano alla Difesa Donald Rumsfeld durante l'ultima conferenza stampa al Pentagono