Partiti addio, la campagna elettorale li cancella di Fabio Martini
Partiti addio, la campagna elettorale li cancella Partiti addio, la campagna elettorale li cancella In video solo i candidati premiery nei collegi si lavora per le coalizioni Fabio Martini ROMA C'era una volta il comizio di chiusura dei grandi partiti, arri�vava puntuale il venerd�prima delle elezioni. C'era ima volta (e non era tanto tempo fa) il manife�sto «vota pds», ttvota de» e lo trovavi spalmato sui muri di tutta Italia. C'era una volta la Tribuna pohtica Rai, in prima serata, con i segretari di partito e l'ultimo gioved�toccava al presidente del Consigho. Nella campagna elettorale del 2001 di tutto questo non c'è quasi più nulla. Per la prima volta nella storia repubblicana, i partiti so�no restati sullo sfondo. Sui Tg ogni ora e ogni giorno è andato in onda il battibecco tra i duel�lanti Silvio Berlusconi e France�sco Rutelli, con i leader di parti�to a contendersi le briciole. Ma anche in giro per l'Italia, nei collegi, si stanno consumando tanti scontri personali: dietro lo scudo dei simboli della coalizio�ne, i partiti restano nelle retro�vie. Certo, la presa dei partiti sul�la società si è allentata, ma il loro oscuramento, almeno dalle parti dell'Ulivo, è stata una scel�ta. In sei mesi di comizi a France�sco Rutelli è riuscita un'impresa a suo modo straordinaria: non ha pronunciato neanche una vol�ta espressioni come «democrati�ci di sinistra», «popolari» e men che mai «gli amici dell'Udeur». E dall'altra parte della barricata Silvio Berlusconi ha ridotto al�l'osso le manifestazioni di Forza Italia, ha persino revocato la convention azzurra e domani a piazza del Popolo a Roma come già Milano i quattro leader del centro-destra appariranno uno a fianco dell'altro. Chiusura in piazza sì, ma di coalizione. L'Ulivo non farà neanche quella: stasera Francesco Rutel�li fa im comizio a Palermo, domani uno a Napoh, mentre i leader del centro-sinistra se ne stanno rintanati nei loro collegi, a strappare gli ultimi voti per essere personalmente eletti. Racconta Clemente Mastella: «Riu�nioni di partito ne ho fatte, ma stavolta ho trascorso molto tem�po nel mio collegio e mi sono trovato a fare cose che non avevo mai fatto prima: fiere, mercati, supermercati...». E un tocco paradossale andrà in onda domani sera, quando i partiti lanceranno in tv l'appello finale al voto: il democratico di sini�stra che resta pur sempre il partito più grande non si pre�senterà con il volto del suo segretario Veltroni («A Roma sono il candidato di tutta la coahzione», ha fatto sapere) e neanche con quello del suo presi�dente D'Alema. L'appello lo farà Pietro Folena. Certo, l'appeal dei partiti è diminuito e anche di soldi ce ne sono meno in giro. Ne sanno qualcosa i ds: «In questa campa�gna elettorale racconta Gianni Zagato, uno dei capi dell'organiz�zazione diossina credo che alla fine il nostro partito spenderà un 30-4007o in meno rispetto al 1996. Ma seppure con lentezza la nostra macchina si è messa in moto, sul territorio esiste ancora una rete che sta lavorando mol�to meglio rispetto alle Regionah di un anno fa. E un'altra novità è il moltiplicarsi dei Comitati elet�torali a sostegno dei candidati». E l'eclissi dei partiti, in giro per lo Stivale, passa anche da questa novità: «Nei collegi racconta il segretario del Ppi Pierluigi Castagnetti i candida�ti della nostra coalizione fanno la campagna elettorale per sé e per l'Ulivo. Ovviamente, per non essere accusati di faziosità. non fanno propaganda per i partiti di provenienza». Con buo�na pace di quelli la Margherita e il Girasole che sfoggiano un simbolo nuovo di zecca. Ovviamente non tutti i partiti si sono lasciati oscurare: Gian�franco Fini forte del collegio sicuro che vanta a Roma ha battuto l'Italia e lo stesso attivi�smo ha visto impegnati i leader di quei partiti che si giocano tutto sul proporzionale: Fausto Bertinotti, Giulio Andreotti, An�tonio Di Pietro. E anche Umber�to Bossi, che domani «chiude» da solo, nella sua Padania. Certo, in queste elezioni, i partiti hanno fatto il più lungo passo indietro della loro storia sull'altare della personalizzazione, ma sono pronti a rialzare la testa il 14 maggio. E' bastato che Silvio Berlusconi preannunciasse il no�me di qualche ministro e subito i partiti hanno lanciato i loro mes�saggi: «Ottimi nomi ha detto Rocco Buttighone ma la squa�dra la facciamo dopo le elezio�ni». Per l'appello finale dei Ds danno forfait sia Veltroni che D'Alema Lo farà Polena
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