La Croisette è femmina di Fulvia Caprara

La Croisette è femmina La Croisette è femmina Tra Kidman, Rampling Ullmann Fulvia Caprara inviata a CANNES Sotto il segno di tre diversi tipi di femminilità s'inaugura questa sera la cinquantaquattresima edizione del Festival. Al centro della serata ci saranno infatti Nicole Kidman, spumeggiante protagonista del film d'apertura «Moulin rouge», regia di Baz Luhrmann (in program�ma una gran festa dove è stata invitata la Lollo); la padrona di casa Charlotte Rampling e Liv Ull�mann che presiede la giuria. La prima arriva sulla Croisette accom�pagnata dalla scia di pettegolezzi circa il naufragio del suo matrimo�nio con Tom Cruise. Da domenica è barricata nell'inespugnabile «Eden Hoc» di Cap d'Antibes e la fantasia popolare vorrebbe che, come nelle favole, si realizzasse stasera, sulla scalmata rossa del Palais, il sogno dell'apparizione dell'ex-consorte. Charlotte Rampling, madrina bi�lingue dei due gala, di apertura e chiusura, esibirà il suo celebre sor�riso enigmatico, emblema di un fascino impegnato e intellettuale appena rilanciato dal film di Francois Ozon «Sotto la sabbia»; Liv Ullmann presenterà i membri della giuria del concorso con la pacata autorità di chi, dopo essere sopravvissuta alle tempeste emoti�ve bergmaniane, può oggi godere di un'aura di artista completa e realiz�zata. In più, dietro le quinte della gran kermesse, c'è anche, quest'an�no, un'altra donna, la direttrice generale Veronique Cayla che, as�sieme al presidente Gilles Jacob e al dùettore artistico Thierry Frémaux, compone il trio alla guida della rassegna. E se Jacob rifiuta con soave fermezza di svelare il contenuto della sorpresa che animerà la sera�ta inaugurale, si può prevedere che, oltre ai protagonisti del film di Luhrmann (con Kidman, Ewan McGregor e John Leguizamo) ci saran�no altri ospiti degni di bombarda�mento fotografico. «Chissà sorri�de Jacob, che l'anno scorso ha ricevuto qui a Cannes la visita di Lionel Jospin magari nella secon�da parte del Festival, potrebbe veni�re a farci visita il nuovo Presidente del Consiglio italiano». Dopo la tanto vituperata esclusione dell'an�no scorso, il cinema del nostro Paese toma infatti sulla Croisette in forze: «Il film di Olmi commen�ta il presidente è veramente bellis�simo, ricorda certe atmosfere di opere giapponesi. E "La stanza del fÙglio" è magnifico, molto commo�vente, capace di far piangere in un'epoca in cui tutti mostrano di�sincanto». Ma se stavolta gli itahani sono accontentati («il "disamore" di cui si parlò un anno fa osserva Frémaux è stato ampiamente compensa�to»), non significa che la selezione 2001 sia esente da critiche, prima fra tutte quella di aver trasformato il Festival in un club di habituée fissi che ogni anno vengono qui a promuovere la loro ultima fatica: «Un Festival risponde Jacob dovrebbe proporre per metà grandi autori già affermati e per l'altra metà giovani talenti sconosciuti. Non è colpa nostra se gli autori sono sempre quelli e, d'altra parte, siamo contenti di continuare a ospitare registi, come i fratelli Co�en, che sono stati scoperti qui a Cannes e con piacere ritornano». Nel cartellone del Festival man�cano invece titoli inglesi; «Abbia�mo visionato molte pellicole spie�ga Frèmaux -, ma non si può dire che esista una cinematografia bri�tannica vera e propria. In Inghilter�ra prevalgono gli individui, autori importanti come Loach, Leigh e Boorman che, però, quest'anno, non avevano film nuovi da presen�tare». Quarant'anni, piglio deciso, camicia bianca senza giacca (e qui, almeno per ora, sta la differenza più evidente con il predecessore Jacob, sempre impeccabile in abiti completi), Frémaux si dice entusia�sta del nuovo mearico: «Ho avuto in Jacob il miglior professore possi�bile, è bello poter confrontare le proprie scelte, sono contento di vivere quest'esperienza e soprattut�to di aver scoperto un gruppo di lavoro magnifico con cui condivide�re il grande amore per il cinema che questo Festival esprime».

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