«Aspettiamo Pannella, è un amico» di Vincenzo Tessandori

«Aspettiamo Pannella, è un amico» IL CASO DELL'EX MILITANTE Di AUTONOMIA POI DEPUTATO RADICALE, IN COMA DA SEI MESI «Aspettiamo Pannella, è un amico» Ifamiliari di Vesce: d'accordo a staccare la spina retroscena Vincenzo Tessandori PADOVA N ON è mica vero che quan�do si muore si muore soli, come diceva la canzone. Il silenzio che circonda Emilio Ve�sce e diventato assordante e lui che forse lo avrebbe chiesto, di andarsene da solo, rischia di doverlo fare in mezzo agli strepi�ti. «Stato vegetativo permanen�te, speranze zero». Anche meno. La voce di Emiliano, il figlio che ha 29 anni, è piana, capace di nascondere quasi alla perfezione tensione e dolore. Un pessimo tiro del cuore, nelle ore di tene�bra a cavallo fra l'S e il 9 novem�bre scorso, e il professore, che ha oggi 61 anni, si è trovato fuori dal mondo, ma non del tutto, come uno uscito di casa cui sia rimasto il fondo della giacca nella porta chiusa di scatto. Quel�la notte infinita arrivò l'ambu�lanza, per tre ore tentarono di rianimarlo. (Accanimento tera�peutico», si chiama cos�un'insi�stenza inutile, osserva Gabriella, la moglie. Non rimane che una strada: l'eutanasia. Ma non licet, dice la legge. Vesce è un radicale e Marco Pannella assicura di essere «de�terminato a farla finita in qualsi�asi modo mi sia possibile. Appe�na potrò correrò da lui a fare il mio dovere, non so ancora come, ma mi auguro che non ci sia bisogno». E invece è forte l'im�pressione che il vento soffi in quella direzione, che se non vie�ne dato un taglio, la situazione rimarrà immobile per chissà quanto. L'eco della voce di Pannella, arriva qui a Padova, e lui parla di dignità del vivere e del morire e dice che «se vi fosse un dibattito su questi temi avremmo la mag�gioranza assoluta o, almeno, rela�tiva». «Se suonasse alla porta gli aprirei: è un amico», dice Gabriel�la. Ma nessuno crede davvero che lui verrà a fare quanto pro�messo. Il suo è piuttosto «un gesto simbolico, fatto da una grande amico di Emilio». La legge è uguale per tutti, si legge ancor oggi nelle aule di giustizia, e c'è qualcuno che ripe�te convinto come davanti a Dio tutti gli uomini sian uguali. È certo vero che agli occhi del Padreterno tutti abbiamo lo stes�so valore, ma è altrettanto vero che la legge per il professor Emilio Vesce non è risultata pro�prio uguale. In quegli anni a ridosso del Sessantotto e che chiamarono di piombo, lui era considerato «un rivoluzionario», un intellettuale, visto che aveva una laurea in filosofia, ma pur sempre un rivoluzionario. E di quelli tosti, si diceva, a dispetto di una mitezza profonda. Aveva diretto «Controinformazione», una rivista che venne definita «contigua alle Brigate rosse», quelle vere, dove militavano Re�nato Curcio e Alberto Franceschini, Riccardo Dura e Margherita Cagol. L'archivio di redazione venne trovato nella base di Robbiano della Mediglia, nel 1974. Fra quel materiale, anche un nastro con la ricostruzione della morte dell'editore-guerrigliero Gian Giacomo Feltrinelli, ucciso dalla bomba che stava innescando mentre era appollaiato su un traliccio a Segrate. Un racconto suggestivo e ritenuto «assai vero�simile». Robbiano rappresentò una svolta nella parabola del terrorismo, perché per la prima volta un brigatista, Roberto Ognibene, uccise a pistolettate un carabiniere, il maresciallo Felice Maritano, uno decorato per la Resistenza. Anche Vesce venne interroga�to dal giudice istruttore Giancar�lo Caselli, come altri cento, e qualcuno militava nell'organiz�zazione clandestina. Poi arrivò quel 7 aprile '77 e il cosi detto teorema di Calogero che racchiu�deva il fenomeno di Autonomia Operaia in un'equazione: AutOp uguale lotta armata. Anche lui, che le sue idee le sosteneva in pubbhco a Radio Sherwood, fin�per esseme travolto. Insurrezio�ne armata contro i poteri dello Stato: un'accusa da far tremare i polsi. Cinque anni e 5 mesi di caf cerazione preventiva, poi l'as�soluzione. Era diventato militan�te radicale, aveva preso ad inse�gnare, la politica lo ha visto deputato, assessore e Authority per l'informazione nel Veneto. Ora in questa stanza in penom�bra nella villetta bianca in fondo alla strada silenziosa, è inutile inseguire segni di vita. Aspetta�re, dice la legge uguale per tutti. D'accordo, ma che cosa? Eutana�sia, potrebbe essere una via d'uscita, «avendo un oggetto in casa, cioè un corpo che non è più vivo», dice il figlio Emiliano. «Onesto ti porta a quello, ti porta a una decisione di questo tipo. Abbiamo il diritto di piangere un lutto normalmente, e lui lo ha a tuia morte dignitosa, come fino�ra gli è stata negata». Ma non teme che Pannella abbia, come dire?, cavalcato questo momen�to? «Non credo che sia nel suo stile, nelle sue modalità d'azio�ne. Il caso è anche suo, nel senso che è un amico di mio padre. Questo è un caso di civiltà, quel�lo che noi chiediamo è che non solo 0 nostro singolo caso sia risolto ma siano risolti tutti i casi come questo». Che sono numero�si? «Difficile fare delle stime, ma in ogni modo mi sono informato: co ne saranno poco più di un migliaio in Italia». Ma voi, non lo fareste? «Che cosa, praticare l'eu�tanasia? No, le regole del gioco sono queste: chiediamo che ci sia un cambiamento, di queste rego�le, un miglioramento». Il figlio: «Ormai è un oggetto non più vivo Anche noi abbiamo diritto di piangere normalmente un lutto» Il leader del partito aveva annunciato «Sono pronto ad aiutarlo a morire» Ora l'ex deputato si trova in «stato vegetativo» senza speranza Emilio Vesce ha 61 anni e fu messo sotto accusa dal giudice Calogero nell'indagine sull'Autonomia del '77 e rimase in carcere 5 anni prima di essere assolto. Poi fu eletto deputato con i radicali

Luoghi citati: Italia, Mediglia, Padova, Segrate, Veneto