Bertinotti: no all'indifferenza vogliamo battere la destra

Bertinotti: no all'indifferenza vogliamo battere la destraIL LEADER COMUNISTA E LA SUA BASE DI FRONTE AL DILEMMA DEL 13 MAGGIO Bertinotti: no all'indifferenza vogliamo battere la destra Federico Gei emicca A questo punto Fausto Berti�notti si toglie la giacca, resta i in maniche di camicia e assume l'inconsueto piglio del guerriero. E' l'una del pomeriggio, e un sole caldo invade l'ufficio, rimbalzando sul ritratto di Gram�sci, che è alle spalle della sua scrivania. «Chi dice questo, dice una sciocchezza. Noi non siamo indifferenti all'esito del voto. Se lo fossimo stati, avremmo presenta�to candidati nei collegi, avremmo scelto l'ipotesi Nader, il candidatopresidente verde che sfidò Gore e Bush. Avremmo detto: siccome siamo indifferenti al risultato, con�tro Berlusconi e contro Rutelli candidiamo un nostro presidente del Consiglio e ci presentiamo come terzo polo. Non l'abbiamo fatto proprio perché non siamo indifferenti all'esito delle elezioni ed ai processi politici che possono intercorrere tra le due sinistre dopo questo voto». Nel 1996 la falce e il martello del compagno Fausto Bertinotti calamitarono i consensi di oltre tre milioni e duecentomila italia�ni: furono le elezioni della "desi�stenza", e l'Ulivo vinse di ima spanna proprio grazie a Rifonda�zione. Oggi, secondo molti, baste�rebbe la metà di quei tre milioni di voti, ben distribuita collegio per collegio, per modificare l'esito del�le elezioni. Bertinotti lo sa. Lo sanno anche i suoi elettori: e nella sinistra è un susseguirsi di appelli perché dal vertice del partito arri�vi un'indicazione di voto per i candidati dell'Ulivo ancor più chiara. «Sarebbe una cosa diversa dalla non belligeranza risponde Bertinotti -. In assenza di fatti nuovi, non si cambia linea a 5 giorni dal voto». Dunque, "votate i candidati dell'Ulivo" il leader di Rifondazione forse non lo dirà: ma "potete votare i candidati del�l'Ulivo" sembra la sintesi più cor�retta del lungo argomentare di Bertinotti. Facciamo un esempio: lei vo�terà a Roma, ma se votasse nel collegio di Gallipoli? «Voterei precisamente come a Ro�ma». E allora mettiamola così: se le telefonasse un compagno da Gallipoli per chiederle un consiglio? «Ripeto, voterei a Gallipoli precisa�mente come a Roma». Cioè non voterebbe né per il candidato del Polo né per quello dell'Ulivo? «Questo non l'ho detto. Non dirò mai, nemmeno sotto tortura, co�me voterò io nell'uninominale del�la Camera. Se lo facessi, darei un'indicazione che non intendo dare. Non le pare?». Dunque, anche a Gallipoli gli elettori d�Rifondazione fac�ciano come credono, e muoia D'Alema con tutti i filistei... «Gallipoli è in Italia. E non credo che un partito come Rifondazione possa caratterizzare il suo voto a macchia di leopardo, a seconda della simpatia o antipatia verso questo o quel candidato dell'Uli�vo». Si dice, però, che molti dei suoi elettori sarebbero tenta�ti dall'appello dell'Ulivo per un "voto utile" nei collegi della Camera, le risulta? «A me risulta una grande parteci�pazione a tutte le iniziative di Rifohdazione comunista. Quanto al voto nei collegi della Camera, scegliere un candidato dell'Ulivo è una delle possibilità che offriamo ai nostri elettori. Altrimenti, avremmo presentato nostri com�pagni nei collegi)). Se a elezioni svolte l'analisi dei flussi elettorali dimo�strasse che la maggioranza dei suoi elettori ha votato alla Camera per i candidati dell'Ulivo, lo considererebbe una sconfitta della sua li�nea? «Sarei uno stupido se lo facessi. Il voto ai candidati dell'Ulivo sta dentro la nostra linea, è una delle opzioni possibili. Ripeto: la non belligeranza vuol dire "Ulivo noi non ti facciamo la guerra". Ma fare un appello al voto per i candi�dati del centrosinistra, è im'altra cosa. Presupporrebbe l'esistenza di un'intesa che, invece, per l'in�compatibilità dei nostri program�mi con i loro, non abbiamo stret�to». Stesso discorso anche per il voto ai sindaci? «Ma se abbiamo stipulato intese col centrosinistra in tutte le mag�giori città! A Milano, a Roma, a Napoli stiamo conducendo una battaglia comune». Torniamo a Rutelli e a Berlu�sconi: l'altro ieri il candidato premier dell'Ulivo ha detto che non vuole Rifondazione nella sua maggioranza. Se lo aspettava? «Quella di Rutelli è una posizione onesta, rispettosa della nostra li�nea e dei nostri programmi. Rico�nosce che tra noi esistono profon�de diversità. D'altra parte, è lui stesso a dire che quello dell'Ulivo è un programma di "liberismo temperato". Se volevano l'intesa con noi, dovevano presentare un altro programma. E ancora oggi Rutelli potrebbe dire: mi impegno a fare questa cosa e su questo chiedo a voi di Rifondazione di votarmi». Ma non crede che lo farà, vero? «A cinque giorni dal voto? E co�munque sono troppe le differenze. Vede, c'è un indicatore molto sem�plice cui noi guardiamo per valuta�re lo stato della situazione: se le dinamiche salariali vanno in alto, va bene; se vanno giù, va male. Oggi siamo in una situazione para�dossale: è come se in Italia ci fosse una scala mobile rovesciata che, a causa della differenza tra l'inflazio�ne reale e quella programmata, sta portando di fatto ad una riduzio�ne dei salari». Non è l'opinione d�tutti: e comunque sui rinnovi con�trattuali è aperto un confron�to, no? «Sì, col governo aggrappato alla politica di concertazione mentre Confindustria vuole affondarla e svoltare ulteriormente a destra. A volte mi chièdo: c'è un governo di centrosinistra? E' in carica? Se lo è, si sappia che noi abbiamo chie�sto un decreto che riallinei l'infla�zione programmata a quella reale. Nessuna risposta. E questo accen�tua il nostro giudizio critico». Ciò nonostante, mantenete la linea di ((non belligeranza»: non è una contraddizione? «Infatti questa linea è un investi�mento sul futuro, sul centrosini�stra del dopo-voto, su quel che accadrà se la destra come io assolutamente non auspico do�vesse vincere le elezioni. E' a quel punto che le due sinistre dovranno tornare a confrontarsi». Un'ultima domanda, a propo�sito di destra e sinistra: co�me risponde a Lucio Magri e a quanti dicono "votate Ri�fondazione al proporzionale ma nei collegi scegliete i can�didati dell'Ulivo perché que�sta destra pericolosa"? «Che sono lieto che un estemo a Rifondazione, come Magri, faccia sapere che ci voterà. E che, al di là dell'appello per questo o quel vo�to, quel ragionamento contiene un vecchio argomento frontista: e per noi il frontismo è finito. Abbia�mo già dato. Noi non siamo una vecchia formazione "piccista": noi siamo una nuova formazione co�munista che guarda al popolo di Seattle ed ai metalmeccanici in lotta, ai comitati ambientalisti e a quelle propensioni conflittuali che ci fanno parlare di "sinistra plurale". Il frontismo, il semplice richiamo al "pericolo di destra", su di noi non esercita alcun richia�mo. Altrimenti che saremmo pas�sati a fare attraverso il ferro e il fuoco della rottura col governo Prodi?». Dall'altra parte del tavolo, giusto di fronte a Bertinotti, è seduta Ritanna Armeni, una collega che cura da tempo i rapporti del lea�der di Rifondazione con la stam�pa. Lei anzi: la sua famiglia sono un bell'esempio del guazza�buglio che potrebbe caratterizza�re il voto degli elettori di Rifonda�zione. «1 miei genitori, vecchi so�cialisti racconta voteranno sicuramente i candidati dell'Ulivo sia alla Camera che al Senato: poi, sceglieranno Rifondazione al pro�porzionale della Camera. Mio ma�rito, invece, voterà Rifondazione, poi il candidato dell'Ulivo alla Camera e il nostro al Senato. Mia figlia, infine, dell'Ulivo non vuol nemmeno sentir parlare: solo Ri�fondazione. Neanche per Veltroni sindaco vuol votare...». incuranti del risultato che uscirà dalle urne avremmo scelto r'ipotesi Nader" e Rifondazione sarebbe stata presente con suoi ^mm uomini in tutti i collegi Lanciare un appello i ai nostri ^^ elettori per sostenere il centrosinistra sarebbe però un'altra cosa Presupporrebbe un'intesa, ma abbiamo programmi troppo diversi Il segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti