«Il premier vuole i soviet»

«Il premier vuole i soviet» IL LEADER LEGHISTA «SAREMO DECISIVI PER VINCERE, SOPRATTUTTO AL SENATO» «Il premier vuole i soviet» IlSenatur: a Bruxelles «teemerati e pedofili» retroscena Giovanni Cernili Inviato a BRESCIA OUESTI non sono comuni�sti, sono peggio!». Tutto qui, onorevole Bossi? Tutto qui, il Padano stringe mani ami�che e fa spallucce. Una parolina di troppo, dice, e «quelli» mi attacca�no. «Sono robe da campagna eletto�rale, ma noto che Amato va a Berlino a far la voce grossa. Mica viene qui a Brescia». Lui, cinema Centrale pieno, la voce quasi l'ab�bassa. Di certo sparisce quando parte il «Va' pensiero», silenzio, di questi tempi gli inni li ascolta e basta. «E' il solito giochino da disperati: attaccano Berlusconi perchè sul simbolo del maggiorita�rio c'è solo il suo nome, attaccano me perché sanno che la Lega farà vincere la Casa delle Libertà». Parla proprio come uno che ha già vinto. Però attenzione, sicco�me sono peggio dei comunisti fino al 13 maggio non c'è da scherzare. «Dovessero vincere a noi tocca scappare in montagna, ma a voi vi fanno un sedere grosso così». Sven�tolano le bandiere, e la conta dice che sono tre della Lega, sei di An, sette di Forza Italia. Come manife�sti, due della Lega, sei di «Berlusco�ni Presidente», otto annunciano «La scelta decisiva: vota Paolo Guzzantì». Sul palco anche Gugliel�mo Castagnetti, candidato di For�za Italia. Nel '92, quand'era repub�blicano, i leghisti sfottevano pe�santi sui muri «Castagnetti scuresùl». Ora lo voteranno. Le parole di Amato? «Dica quel che vuole!». In un'ora di comizio Amato appare e scompare: «E' quello che va in giro a dire che è più legittimato a govemare chi non è eletto di chi è eletto». Un Amato «inattendibile» che «prima organizza il vertice del GB e poi dice che sarà contro». Dall'Amato ((tecnocrate» passa all'Europa dei «tecnofili». Che sarebbero, spiega, i tecnocrati alleati ai pedofìli. «Sono stato attaccato da uno, un belga mi pare, e dopo un po' ho trovato il suo nome in un elenco di pedofili. Oh, intendiamoci: io non ho niente contro i gay, ma contro i pedofili e quelli che vo�gliono le adozioni per coppie omo�sessuali si». A Brescia, anche a Brescia, Bos�si deve convincere i dubbiosi. «Vai Umberto, e non peccare più!», gli grida un imbandierato con spilletta di Forza Italia. «Quello del '94 era un accordo di emergenza, ora si va sull'accordo politico che por�terà al federalismo. Loro hanno fatto un passo avanti, noi un passo indietro. Vedrete, nei primi cento giorni ci saranno già risultati con�creti. Quest'anno niente ferie per il Parlamento». E cita ancora Ma�chiavelli. «Mi hanno attaccato per una frase sua. Una volta al gover�no bisogna fare presto, senza cinci�schiare o finiamo nella palude. Ieri mi ha chiamato Berlusconi: hai proprio ragione, mi ha detto». Fare presto, dal federalismo alle televisioni, ((perché poi se vin�cono gli altri nel SuperStato Euro�peo succede che la Rai passa nelle mani del primo pincopallino euro�peo che chissà a chi risponde». Fare presto, ancora pochi giorni, per spiegare «che queste elezioni sono decisive per stabilire quale Europa avremo. Noi, la Grecia, l'Irlanda e la Spagna possiamo bloccare il Superstato sovietico che tanto piace a D'Alema, ad Amato e ai loro amici di Berlino». Fare presto e non cadere nelle trappole di «quelli là, che se poi vincono per 50 anni li avremo sulle palle». Fare presto, anche o soprattutto, per andare alla frene�tica caccia di voti leghisti. «Il 13 maggio non dovrete sba�gliare),, ripete tre volte. «Dovete sapere e dovrete dire che il simbo�lo "Berlusconi Presidente" forse è stato un errore, ma dietro quel simbolo c'è anche la Lega». Dovre�te votare Lega al proporzionale. «Sappiate che nella Casa delle li�bertà noi saremo determinanti, e in particolare al Senato». Una pat�tuglia di almeno 20 senatori, e quasi 30 se andasse al meglio. Leghisti che saranno l�a premere, controllare, ricordare gli accordi. «Perché sapete che noi siamo una forza popolare, e abbiamo mani grosse con i calli sotto». Condita con sorrisi, questa è l'unica conces�sione alla Lega di battaglia. Ap�plausi. «Date forza alla Lega, sangue vivo, forza pohtica che garantisce il cambiamento». E non badate, dice, a «quelli là». Alle trappole, alla finte polemiche. «Cossiga? Se l'è presa per lesa maestà, ma che il governo D'Alema sia stato immo�rale lo dico anch'io». E comunque, aggiunge, «la domenica l'ho passa�ta con U figho di Cossiga, candida�to a Luino. Che le colpe dei padri non ricadano sui figli...». Alla fine, foto di gruppo con candidati da�vanti al furgone di An, bandiere di Forza Italia attorno. Manchereb�be qualche candidato leghista, ma qui nessuno ha voglia di pensar male, neanche l'omino di Forza Italia: «Mi ha convinto, non pec�cherà più». Il segretario della Lega Nord Umberto Bossi