«Non governerò con Rifondazione» di Fabio Martini

«Non governerò con Rifondazione» «Non governerò con Rifondazione» Rutelli: ma i comunisti votino Ulivo nei collegi Fabio Martini ROMA Prima di infilarsi nello studio di «Porta a Porta» per la registrazione della puntata, Francesco Rutelli entra in una stanzetta dove sono assembrati i giornalisti e si rivolge a loro con le parole che da mesi usa per sferzare i suoi collaboratori: «Siete carichi? Siete pronti?». A sei giorni dalle elezioni, il Candidato è carico di adrenalina, in cuor suo è convinto per davvero di potercela fare e questa sua carica si trasmette anche nel piglio che esibisce in tv. Come racconta uno «sketch» esemplare: Bruno Vespa sta invitando a «lanciare nell'etere almeno una» delle famose tre domande a Berlusconi e Rutelli replica così: «No. Di domande pubbliche al mio avversario, io ne faccio una al giorno. Uno dei più autorevoli giornali del mondo, l'Economist gliene ha fatte 59 di domande. E sapete quale è stata la risposta di Berlusconi? Zero! Zero spaccato». E poi in romanesco: «Zero carbonella, come si dice dalle mie parti». Il direttore del «Messag�gero» Paolo Graldi insiste: «Ma perché ammantare queste domande nel mistero, quasi fossero il segreto di Fatima? Domani incontriamo Berlusconi: ce le dica e gliele facciamo noi...». E Rutelli: «Il suo quotidiano si chiama "Il Messaggero": perché dovrei affidare le mie domande ad un messaggero? Perché le domande non glielo debbo poter fare io? In quale Paese al mondo accade una cosa del genere?». In vista del rush finale, Francesco Rutelli ha dismesso i panni rassicuranti indossati per mesi e ora esibisce un piglio più aggressivo, esalta le differenze ad uso degli incerti di sinistra. Anche se poi non resiste alla sirena della sferzata ironica, alla battuta in romanesco, alla risata dopo battute serie. Nel «Porta a Porta» andato in onda ieri sera, Rutelli ha ripetuto gli slogan via via affinati in mesi e mesi nei comizi e nelle chiacchierate con i guru americani, ma ha aggiunto due novità. Ad una insistita domanda di Vespa, Rutelli ha dato una risposta chiara finora non era mai stata cos�chiara sui rapporti con Rifondazione comunista. «Io voglio governare con chi ha sottoscritto il mio stesso programma» e dunque non con Rifondazione. Ma Vespa insiste: lei preferirebbe restare all'oppo�sizione, se Rifondazione fosse decisiva per la maggio�ranza? «Sì. Il nocciolo del governo deve essere coerente, altrimenti ci sono i ribaltoni. Governerò con chi ha sottoscritto il nostro programma». Certo, Rutelli accompagna questa dichiarazione di principio, invitando gli elettori di Rifondazione e Di Pietro a votare per i proprio partiti nel proporzionale e convergendo «responsabilmente» sull'Ulivo nei colle�gi. Un invito che non ha l'avallo di Bertinotti. Anzi. Il leader comunista replica attraverso le agenzie: «Dopo queste affermazioni di Rutelli, c'è un solo modo di esprimere un voto di sinistra ed è quello al Prc». Se è una novità il «rifiuto» dei voti parlamentari di Rifondazione, lo è anche la decisione di Rutelli di trasformare una posizione, espressa finora a titolo personale, in qualcosa di più impegnativo: «Mettere�mo sul mercato alcuni canali di entrambe le corazzate televisive per avere più concorrenza e più offerte di lavoro». Un modo elegante per far capire che un eventuale governo dell'Ulivo prenderebbe in esame l'ipotesi di una parziale privatizzazione della Rai. Accompagnato da un testimonial a sorpresa Pasquale Pistorio, leader della ST Microelectronics, sesto gruppo al mondo nel campo della microelettroni�ca e intervistato dal direttore del «Sole 24 Ore» Emesto Auci e da quello del «Messaggero» Paolo Graldi, Rutelli ha risposto a domande a tutto campo. L'eventuale blind trust di Berlusconi per risolvere il conflitto di interessi? «A me sembra un blind-bluffl». E spiega: «Berlusconi aveva nominato tre saggi già nel 1994. Non se ne è saputo più nulla». E ancora: «Si è mai visto un primo ministro che possiede delle assicurazioni?». La lista dei ministri di un eventuale governo Rutelli? «Neanche sotto tortura la darò. La nomina spetta al Capo dello Stato», conferma due ministeri di serie A per Giuliano Amato e Massimo D'Alema, annuncia che entreranno nel suo esecutivo Linda Lanzillotta e Federica Gasparrini, leader della Federcasalinghe. Il programma del centrodestra? «Spero riescano a stamparlo entro venerd�11...». La riforma delle pensioni? «Non si toccano i diritti acquisiti, ma sono anche contrario al ripristino delle pensioni-baby». L'Economisti «E' vero, ha attaccato Prodi, che però ha incassato, non ha denunciato il complotto intemazionale e alla fine quel giornale ha riconosciuto il lavoro fatto dal presidente della Commissione». Il vero messaggio di tutta la campagna rutelliana? «Noi siamo il cambiamento possibile, Berlusconi è il cambiamento rischioso». Il candidato premier del centrosinistra Francesco Rutelli ieri sera a «Porta a Porta»

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