Cossutta alla conquista della destra di Antonella Rampino

Cossutta alla conquista della destra Cossutta alla conquista della destra Tour elettorale a Urbino: ci aiuti per la superstrada. Silenzio del Polo Antonella Rampino Inviata a Urbino «Ed ecco a voi l'uomo che ha salvato il governo del centrosini�stra...». Applausi. Armando Cossut�ta, nel collegio di Urbino circoscri�zione I4per la Camera deiDeputati, è il Salvatore. L'uomo del soccorso a Prodi per Gabriella Permetti della Margherita. L'uomo che ha portato un erede di Berlinguer a Palazzo Chigi per Giancarlo Santoni, il giova�ne segretario diessino di San Leo, borgo ormai noto più per la giunta rifondarola che ha mandato l'Ulivo all'opposizione, che per la Rocca nella quale l'Inquisizione sequestrò Cagliostro. Quello di Urbino, U colle�gio che fu di Luciano Barca e Paolo Volponi, ai tempi della desistenza fruttò alla bertinottiana Maria Len�ti un bel 54 per cento. E siccome si sa che «tanto da queste parti i compagni non sbagliano, ce ne sono tanti di Rifondazione che ce lo vengono a dire», oplà: al posto di una bertinottiana, l'Ulivo candida Cossutta. La sorpresa è che alla fine di quei tre-quattro comizi al giomo che l'Armando non si nega mai e che calibra dopo due occhiate lanciate all'uditorio non propriamente leni�nista, ecco che a Sant'Agata Feltria arriva, «posso stringerle la mano?», il polista Polidori Goffredo. «Venga, abbiamo un beUissimo teatrino del '600, è in restauro ma cosa vuol fare con 650 milioni? Ci aiuterà? Sa, la mia è una lista civica, sia pure di centrodestra...». Ecco che spunta Borsari Giuseppe segretario locale di Forza Italia, «Ma lo sa che lei è proprio simpatico? Io rappresento gli apache flell'UrbinatÈ,' lei è un comunista lo saprà come si sentono gli apache... Vorrei proprio riuscire a farla, questa benedetta superstra�da per Cesena, ci sentiremmo un po' meno nella riserva...». Perché poi, l'Italia è un paese surreale. Sindaci e politici del centrodestra che van�no a stringere la mano a un comuni�sta a 360 carati, e chiedono aiuto anche perché certo un leader nazio�nale da queste parti non l'hanno mai visto. E cittadini, circa 110 mila, di un territorio ricco e bello di cultura e natura, intatto proprio anche perché le strade son tutte una giravolta di curve e cunette: ma loro vorrebbero percorrerlo sfrec�ciando a quattro corsie. Borghi tranquilh, pievi, abbazie, rocche ducali, e piena occupazione: ma loro c'han*no il «problema sicurezza», e la signora che lo pone a Cossutta, intanto abbandona la borsetta sulla .seggiolain tutta tranquillità. Cossut�ta le mani le stringe a tutti, si prova anche a fare battute, ascolta con attenzione financo i frontalieri che pagano le tasse a San Marino (il 5 per cento) e non vogliono sottomet�tersi, come rischiano da fine 2001, alle truculente aliquote itahane. Ma precisa «prometto che vi seguirò, che vi aiuterò: ma impegni adesso non ne prendo, su problemi che non conosco a fondo non sarebbe serio». E' una cosa alla quale tiene da una vita, «quando passa un comunista, passa un galantuomo». La moglie Emilia è parte integrante di questo galantomismo che s'esprime anche coli'Aquascutum blu spazzolato per bene ogni mattina. E' che lei s'intrat�tiene, quando il Salvatore avanza nel giro elettorale. Non per niente fu Luigi Longo, una volta dopo essere stato a cena a casa dell'Ar�mando, a dirgli sulla porta del�l'ascensore «Se l'Emilia fosse nella direzione nazionale, se l'avessimo mandata in giro a far comizi, i comunisti al governo in Italia ci sarebbero da un pezzo...». Nell'urbinate, la fortuna di Cos�sutta rischia di farla Berlusconi. «Niente comizi, per carità» ha ordi�nato ai suoi il Cavahere. Ma nei paesini della Marche, al mercato di sabato mattina, vicino al bar a tarda sera, che ha da fare la gente? L'Uli�vo per giunta s'è inventato il comi�zio-aperitivo: qualche sedia, un mi�crofono, vassoi di pizzette e spumantini, e oplà, dopo un quarto d'ora fa piacere anche parlar di pohtica. A Pennabilh, perché poi non è che l'urbinate sia la Romagna, Tonino Guerra dice a Cossutta «sen�ti a me. Armando, non glielo dire che sei comunista, che vuoi lo sono anch'io, le cose rifioriranno, ma per adesso caro mio...». Il Salvatore, naturalmente, non segue il consi�gho. Ma Guerra è un ottuagenario sanguigno, un poeta che ha scritto la storia del grande cinema itahano, quello di Fellini innanzitutto. I dies�se non gli piacciono, «pensa te che a Sant'Arcangelo voghono buttare giù l'ospedale, è brutto dicono, ri ri s'è matt...E poi fanno le cose, ma mica ne parlano, tu con me ci parli...». Cossutta ascolta. Sgrana gh occhi perché a un certo punto. mentre scende il viottolo erto che dalla casa riporta alla strada asfalta�ta. Guerra s'affaccia, e fa un mezzo comizio. «Aaaahhh, amarcord, c'ho una storia...Un giomo mi telefona Federico, Berlusconi ha detto che mi manda a prendere con un aereo, che faccio ci vado? Noi si era sem�pre senza soldi per fare i film. Insomma, Federico ci va, e ai piedi della scaletta trova quello che gh dice subito, ma pensa la scritta, pensa i titoh di testa, Silvio Berlusco�ni presenta un film di Federico Felhni, «I Tre Moschettieri». Sapes�si cosa non ha detto il Maestro, quella volta...». A Cossutta brihano gli occhi, ripete a Tonino Guerra la frase che quello gh ha appena detto. «Ricorda�ti che gli uomini ricchi riescono a trasformare i cammelli in gomitoli di filo, cos�poi possono passare per la cruna dell'ago». Tonino Guerra «Armando, non dire che sei comunista» Ma il leader del Pdci non segue i consigli Tre o quattro comizi ogni giomo e poi un «aperitivo elettorale» a base di pizzette e politica Il leader dei Comunisti italiani Armando Cossutta