Io, in giuria
Io, in giuria Io, in giuria PER chi si occupa di cine�ma, andare a Cannes è l'esperienza più impor�tante; di conseguenza, esse�re nella giuria di Cannes è anche la soddisfazione più notevole. Quest'anno farò parte della giuria della Came�ra d'or, che assegna un pre�mio in denaro molto consi�stente alla migliore opera prima tra quelle che parteci�pano alle varie sezioni del Festival. Per il momento, so solo che ci saranno più di venti film da giudicare e che con me in giuria ci sarà Maria de Medeiros, l'attrice (e da qualche tempo anche regista) che è diventata il volto più noto del cinema portoghese; e so anche di essere stato scelto perché sono il direttore di Torino Film Festival e perché Tori�no come città del cinema è sempre più famosa all'este�ro. Naturalmente sento il pe�so della responsabilità; vince�re la Camera d'or è molto importante per un giovane regista. A parte il denaro (che come è noto serve sempre), significa che il suo nome diventa automaticamente fa�moso e che per il secondo film avrà solo l'imbarazzo della scelta: quindi, un pre�mio che vale più di qualsiasi recensione e della critica più entusiastica. Nella gran con�fusione della Croisette (gente che corre avanti e indietro, curiosi che intralciano, tele�fonini usati a manetta, proie�zioni che si accavallano, ri�storanti cari e sempre pieni), essere un giurato può essere un ottimo correttivo: la con�fusione, almeno su di me, produce sempre un senso di inutilità e l'idea di poter con�tribuire al destino di un auto�re è im ottimo antidoto per tale sensazione. Mi spaventa un po' la certezza che ci saranno cene ufficiah con smoking obbhgatorio, confe�renze stampa, domande mali�gne e sospetti agitati da colo�ro che non prenderanno il premio, ma tutto sommato mi sembrano problemi tra�scurabili. Come dice uno dei migliori critici italiani quan�do e sicuro che nessuno lo sta sentendo, «è sempre meglio che lavorare». Stefano Delia Casa
Persone citate: Came, Maria De Medeiros, Stefano Delia
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