Aborto, la latta più dura

Aborto, la latta più dura DALLE PRIME RACCOLTE DI FIRME ALLA LEGALIZZAZIONE, ALL'IMPEGNO PER 1 REFERENDUM NEGLI ANNI 80 Aborto, la latta più dura Arresti e digiuni contro il conformismo analisi Maria Laura Rodotà SI avvicinano ai cinquanta ormai quehe che una volta «andavano dai radicali». So�no nei tardi trenta e cominciano ad accusare una fisiologica ridu�zione della fertihtà queUe che aUora, da poco saputo cosa voleva dire «aborto», ne comin�ciavano a parlare con le amiche (a metà Anni Settanta, l'ItaUa era molto poUticizzata). E sape�vano che nelle città chi voleva abortire clandestinamente, non aveva i soldi per i ginecologi «cucchiai d'oro», non era cos�sprovveduta o disperata da an�dare daUe mammane, andava dai radicaU, appunto. I radicaU venivano spesso perciò arresta�ti. Perciò il primo ricordo di Emma Bonino, per molte, è la foto sui giomaU di una ragazza ricciola con aria da rompibaUe e magUetta a V che appena rilasciata sorrideva e faceva U segno femmimsta: punte di indi�ci e polUci che si univano a formare l'organo sessuale femminUe, cosa fosse, anche quel�lo, si sapeva già. E' una foto dimenticata ma invece no. E' da queUa foto che Bonino, a volte insopportabUe, spesso su posizioni non condivi�se, a volte anche cinica, risulta la più simpatica dei radicaU: l'eterna ragazza che gioca le partite fino in fondo e non ha paura deUe conseguenze deUe sue azioni. Senza quel gesto e senza queUa magUetta a V tante donne di classe media ed età media non l'avrebbero votata aUe Europee del '99, portando�la, proprio loro, aU'8,5 per cen�to. E. senza la battagUa per l'aborto, logico. Meno borghese e ambosessi di quel che sembrava allora la pannelUana battaglia per U di�vorzio, appena conclusa col re�ferendum del '74. Più roba da femmine; da tenere segreta, vergognosa, dolorosa; «Piccola storia ignobUe», come da canzo�ne di Guccini non a caso del�l'epoca. Su cui anche i partiti di sinistra avevano molte incertez�ze. La questione aborto in ItaUa scoppiò a causa di quel che i radicali chiamavano «trasgres�sione organizzata»: U 9 gennaio 1975 veniva scoperta a Firenze una clinica per aborti del Cisa (centro itahano steriUzzazione e aborto). Venivano arrestati prima U ginecologo Giorgio Con�ciani, poi U segretario radicale Gianfranco Spadaccia, che ave�va rivendicato la responsabiUtà del partito, a cui il Cisa era federato. Poi si faceva arrestare la fondatrice del Cisa Adele Faccio, futura deputata dal '76; poi Bonino, responsabile del Cisa di Milano (Pannella, facen�do U soUto gran casino, riusc�a ottenere un mandato di compa�rizione). Nacque inevitabUe il caso, anche con nuovi processi; una rete di cliniche clandestine (queUe dette sbrigativamente «i radicaU», a volte, si narra, sbri�gative esse stesse) che autodenunciò seimha aborti fatti in ItaUa più un migUaio fatti da itaUane in InghUterra. E un partito che sé ne prendeva la responsabiUtà, e raccogUeva fir�me per un referendum che abro�gava gh articoU del Codice Roc�co secondo cui l'aborto era rea�to. Firme raccolte col sostegno deU'«Espresso», richiesta depo�sitata sempre nel '75. Sempre quell'anno, U 18 febbraio, la Corte Costituzionale, dichiara�va parzialmente Ulegittimo l'ar�ticolo 56 del Codice penale; stabUendo che donna e medico non erano punibili se la gravi�danza metteva in pericolo salu�te fisica e psichica della donna. Sentenza cruciale, ovviamente non sufficiente per femministe e radicali. Proprio Bonino, tra qualche polemica, per sollecita�re la legge, sostenne che non dava diritto ad abortire alle donne contaminate dalla diossi�na a Seveso. Intanto, elezioni politiche del 1976, i radicali entrarono in Parlamento. Si cominciò a discu�tere la legge sull'aborto. Fu approvata il 22 maggio 1978 senza U voto dei radicaU. Con�trari perché la 194 non depena�lizzava del tutto, consentiva l'aborto solo nei primi tre mesi, solo in strutture pubbliche e dopo complessi giri burocratici. L'identificazione popolare radi�cali-lotte per U diritto di aborto fin�U. Arresti, digiuni, raccolte di firme avevano coinvolto i progressisti, i laici, moltissime donne. Finita l'emergenza (gli aborti clandestini, che aUora rovinavano e uccidevano), U pressing pannelliano diventò un problema per sinistra e laici che difendevano una legge a rischio. Cos�nel maggio 1981 ci furono due referendum sul�l'aborto: imo contro del Movi�mento per la vita, uno radicale per abrogare gli articoU restritti�vi. Moltissimi votarono «no» a tutti e due per non sbagUare e/o temendo nuovi intoppi. Quello cattoUco fu bocciato con un 68 per cento di no, quello radicale con l'BS per cento. Nei vent'anni successivi, bu�rocrazia e obiettori permetten�do, aborto e contraccezione dif�fusa (che ha fatto diminuire gli aborti) hanno cambiato forma e dimensione delle famigUe itaUa�ne. I radicaU fanno battaglie più adatte aU'elettorato di opi�nione (ammesso che esista) di oggi, libertà di ricerca, bioetica. Chiedono l'introduzione in Ita�lia della pillola abortiva Ru-486, però. Però con l'aria che tira Bonino potrebbe ri-di�giunare a lungo, si teme. La legge fu approvata nel 78 senza il voto dei radicali: per loro era insufficiente In alto: Emma Bonino in un'immagine di qualche anno fa Sopra e a fianco: l'esponente radicale Adele Faccio e un momento della battaglia abortista

Luoghi citati: Firenze, Milano, Seveso