Celentano porta la lite a viale Mazzini di Maria Grazia Bruzzone

Celentano porta la lite a viale Mazzini Celentano porta la lite a viale Mazzini Cappon attacca il Molleggiato, Zaccaria lo difende Maria Grazia Bruzzone ROMA Cappon contro Celentano. Zaccaria contro Cappon, e pure contro l'Authority. In mezzo, i cons glieri Rai, variamente schierati. Sul finire di una campagna elettorale elettrica, le polemiche in Rai si moltiplicano a vista d'occhio. Motivo occasiona�le del nuovo scontro, l'ultima pun�tata dello show di Celentano. Il direttore della Rai Claudio Cappon non ha affatto gradito le ultime esternazioni del molleggia�to. In particolare è rimasto «scon�certato» dagli attacchi rivolti alla Chiesa, all'Osservatore Romano e pure a personaggi televisivi come Fabio Fazio, Maurizio Costanzo e Bruno Vespa, che lo avevano criti�cato per la puntata precedente sui trapianti. «Artisti e conduttori non devono utilizzare il mezzo a loro disposizione per un uso diretto, tanto meno con offese a chi non ne condivide cifra stilistica e opinioni espresse», sostiene il direttore gene�rale. Che ha affidato al direttore di rete Maurizio Beretta di verificare coi responsabili del programma il rispetto di queste regole generali. Zaccaria non ha esitato un atti�mo: «Io sto con Celentano», ha detto subito. E ha spiegato perché non è d'accordo con Cappon: «Non vedo quale sia stato l'utilizzo perso�nale della tv fatto a Celentano. Non ha mica comprato casa e cercato lavoro, ma espresso opinioni su un tema controverso». Il presidente Rai non condivide affatto l'iniziati�va dell'indagme. «I nostri condutto�ri trattano opinioni ed è normale che abbiano idee diverse. Se ogni volta si dovesse pensare ad aprire indagini, non si finirebbe più». Per Zaccaria la cosa più importante è che da questa discussione sia usci�to un grado di consapevolezza più alto sul tema dei trapianti. «E' venuta fuori una grandissima ope�ra di informazione». A dare man forte a Zaccaria è intervenuto il consighere Vittorio Emiliani, che accusa Cappon di «usare due pesi e due misure»: «Fazio ha attaccato Celentano in un programma che fra l'altro ha il compito di sdrammatizzare ciò che accade nel calcio, e Vespa ha addi�rittura tentato di realizzare una trasmissione anti-Gelentano; per�ché il direttore generale non li ha richiamati?». Anche Emiliani in�somma «sta con Celentano»: «Ha fatto più lui per informare sui trapianti che il ministero della Sanità». Miracolo del molleggiato. Per una volta mette d'accordo con Zaccaria pure il consighere del Polo Gianpiero Gamalen, il quale non solo apprezza il dialogo di Celentano col professor Ramuzzi, «una performance televisiva desti�nata ad essere ricordata», ma non si scandalizza neppure per i «sasso�lini dalle scarpe» che il cantanteconduttore si è tolto: «Lo aveva già fatto Cossiga presidente della Re�pubblica». Ma Zaccaria ne ha anche per l'Autorità, che ha annunciato mul�te a Raggio verde e Tg4 per lesa par condicio. Quel che non gli va giù è il fatto che «vengano equiparati» ri�corsi che hanno per oggetto tra�smissioni diverse. Al Raggio Verde si contesta infatti come si fa infor-. mazione, al Tg4 la quantità degh spazi: «E' come mettere insieme pere e mele. 0 dare un colpo al cerchio e imo^alla botte». Non è tutto. Per il presidente è «inaccetta�bile» anche «che si metta la spada di Damocle sull'informazione fino alle elezioni, rMàhdahdo à"quel momento la decisione di applicare o meno la sanzione». A Zaccaria risponde «sorpreso» il presidente dell'Autorità Enzo Cheli, chiarendo che di due diverse delibere si tratta, diversamente motivate avendo rilevato «diverse inottemperanze agli ordini di rie�quilibrio già impartiti in preceden�za». Il presidente ringrazia ma non demorde. «E' evidente che le due delibere siano formalemente sepa�rate», spiega, spiegando che le sue riserve sono sulla «contestualità» e sulla conseguente «correlazione». Quanto al rinvio della sanzione «contrasta con lo spirito e la lettera della legge». Lb zelo del presidente è criticato dal consighere Alberto Contri: «Dopo aver maltrattato l'Osservatore romano, Violante e Veronesi, ora Zaccaria malmena Cheli. Siamo al delirio».

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