AGENDA DEL 14 MAGGIO di Gianni Riotta

AGENDA DEL 14 MAGGIO AGENDA DEL 14 MAGGIO Gianni Riotta IL governo dell'Ulivo lascia al proprio attivo l'ingresso, stori�co, dell'Italia nella moneta uni�ca europea e la condotta corag�giosa nella guerra contro il ditta�tore Milosevic. Perché dunque l'opposizione della Casa delle Libertà sembra in vantaggio nella volata per le elezioni pohtiche del 13 di maggio? C'è chi è persuaso che il potere di Silvio Berlusconi risie�da principalmente nel controllo mediatico. La disparità di mezzi di comunicazione è deprecabi�le, il dibattito tv tra i due candidati sarebbe opportuno ma le fortune del Polo non si spiegano solo con la tv. Nel 1994 un Berlusconi debuttante in politica vinse le elezioni con tre reti dalla sua. Nel 1995 e nel 1996 fu sconfitto, malgrado schierasse, ac^—^^^^ canto a Mediaset, anche la Rai lottizzata. La tv è fattore importan�te, non cruciale. La stampa in�temazionale pun�ta invece il dito sul conflitto di interessi, labirinto di affari e pohtica su cui regna Berlusconi. Il Polo vincerebbe le elezioni grazie alla coiruzione del no�stro elettorato, persuaso come il Guicciardini che solo ilparticulare conti e l'interesse nazio�nale sia secondario. Anche que�sta tesi appare parziale. Se la costituzione morale degh italia�ni è cos�malridotta, come mai il paese ha onorato, fino all'ulti�mo centesimo, la tassa per il club Europa? Come mai ha elet�to, limpidamente. Romano Pro�di nel 1996? Possibile che cin�que anni ci abbiano trasformati da responsabili europeisti in cinici indifferènti? No. L'impasse del centrosini�stra ha radici più profonde. Le ragioni, politiche o di antipatie personali, che hanno prodotto le decapitazioni di Prodi, D'Alema e Amato e il sostegno tiepido dato a Rutelli, hanno persuaso gli elettori, specie moderati e indipendenti, che l'Ulivo genera instabilità. In tanti, magari sen�za entusiasmo, cercano allora stabilità nel Polo. Si spiega cos�come mai gli italiani siano poco reattivi al conflitto di interesse. La smistra, con cinque anni a disposi�zione, non ha saputo mettere Berlusconi davanti ad una scel�ta nitida, poUtico o imprendito�re, provando, volta a volta, a blandirlo o minacciarlo. Agitare all'ultima ora un argomento im�portante, etico e civile, senza averlo affrontato in un'intera IA ROULETTED'Mema pma VespAugusto Mlittlegislatura, può mobihtare la DI GALLIPOLI rta a porta a non c'è lniAPAGINAZ base militante, non persuadere gli elettori indipendenti. Ma la sinistra deve meditare su una ragione ancora più seria e strategica, mai discussa in campagna elettorale. La coali�zione sociale, i singoli cittadini, che sentono i propri interessi difesi dall'Ulivo sono oggi meno numerosi della coalizione socia�le che si sente tutelata dal Polo. Valga come test Milano. La sinistra perde nella metropoli del Nord da armi, dopo le giunte rosse e la stagione di Craxi, perché la base di sinistra classi�ca, operai, ceto medio, intellet�tuali, è ormai meno folta del blocco pensionati, ceti delle nuo�ve professioni, giovani delle pe�riferie che premia Polo e Lega. Sicurezza, sgravi fiscali, sogno di ima vita di lavoro ricca di occasioni appaiono nei focus group de La Stampa come mes saggi di «destra» m,mimi''m che la «sinistra» non sa duplicare. Chiunque ri�sulti vincitore delle elezioni, i prossimi compiti dei nostri poh sembrano già assegnati. La Ca�sa delle Libertà deve sciogliere il conflitto di interessi di Silvio Berlusconi: è illusorio sperare di liquidare con mosse cosmeti�che lo scetticismo dei partner intemazionali, che non daran�no tregua al leader-magnate. E nel frattempo evitare gaffes con i duri del Polo. Il mondo è politicamente corretto, piaccia o meno, e alla sua etichetta occorre attenersi. L'Ulivo deve rinvenire ima leadership che non bisticci come i bambini dell'asilo e riflettere sulla base elettorale: come faceva Bill Clin�ton, dovrà tenere insieme una coalizione ampia, i ragazzi anti�globalizzazione e i banchieri illuminati. La fine dell'opaca campagna elettorale 2001 consegnerà al vincitore il tema più difficile e taciuto. La mancanza di compe�titività ed energia del nostro paese, non solo sui mercati ma soprattutto nella rassegnazione di chi non fa più figli, di una scuola che non educa né a leggere né a far di conto, una classe intellettuale che diserta le frontiere del domani e costrin�ge i migUori cervelli a far le valigie. Ci accontenteremo di vivacchiare in serie B? Altri paesi giovani, dalla Spagna all' Irlanda, ci voghono superare, nell'Unione e nel G8. Sarà un caso, ma il regista simbolo della nuova Spagna è il vulcanico e colorato AJmodóvar, il nostro campione il malinconico Nanni Moretti. gianni.riotta@lastampa.lt IA ROULETTE DI GALLIPOLI D'Mema porta a porta ma Vespa non c'è Augusto MlittollniAPAGINAZ

Luoghi citati: Europa, Gallipoli, Irlanda, Italia, Milano, Spagna