In ospedale un amico sospetto

In ospedale un amico sospetto In ospedale un amico sospetto Un ragazzo: «Ho un regalo per lei». Poi fugge retroscena Riaria Corbi ROMA II NA giacca di renna, i jjeans, una bella faccia con lo sguardo elettrico di un folle. Quando un ragaz�zo entra nella sala di aspetto dell'ospedale Forlanini, a po�chi metri dalla terapia inten�siva dove è ricoverata suorPiera, l'attenzione è tutta per lui. Sono le 17,30. Si ferma davanti alle tre suore che attendono il turno di visita. «Sono venuto per suor Piera», dico. «Le ho portato un rega�lo». Suor Benedetta si irrigidi�sce e gli dice che lei non prende niente, di rivolgersi in reparto. «Ma è un regalo», insiste il misterioso portato�re di doni. Le sorelle abbassa�no lo sguardo e lui citofona al medico di guardia. Spiega anche a lui che ha un regalo per la suora. Un pacco di una catena di negozi di elettroni�ca, dentro forse una radiosveglia. Poi si avvicina un giorna�lista e gli chiede chi è, che cosa vuole. Lui lo. fissa, e sembra Anthony Perkins in Psycho, e gli dice: «Cqnosci la prima regola? Il silenzio». Poi fugge lungo il corridoio, sen�za mai voltarsi. Le suore sono agitate e dicono che è meglio chiamare la polizia. Spiegano che la mattina quel ragazzo era già arrivato e aveva consegnato una lettera per suor Piera. Dieci righe dove ci sarebbe scritto: «Anche se non ci conosciamo la seguo da molto tempo». E forse anche: «Pre�go per lei». Poi la firma. Ma suor Benedetta quella lettera non l'ha consegnata. La va a prendere in macchina e la tiene stretta in mano. La consegna solo a un poliziotto. Il contenuto della lettera adesso è agli atti. Gli uomini della settima sezione della squadra mobile diretta da Carlo Saladini hanno raccolto la deposizione di suor Bene�detta che in mattinata aveva già intuito che qualcosa in quel ragazzo non andava. Tanto da fare «indagini» in proprio cercando sull'elenco il nome e il cognome che risultavano dalla firma. «Quel ragazzo mi ha detto che abita vicino a viale Trasteve�re e invece quel nominativo corrisponde a un dentista dell'Eur», dice la sorella. Ma a questo uomo del mistero gli investigatori non danno molto peso anche se stanno accertando la sua iden�tità. E in ogni caso nel grovi�glio di ipotesi nulla è trala�sciato. Suor Piera, interroga�ta dalle consorelle, ha detto che di non sapere chi sia e di non aver mai ricevuto sue lettere. Quando un fatto di cronaca colpisce la curiosità e l'inte�resse della gente c'è sempre qualcuno che vuole diventare protagonista. Ed è successo anche questa volta. Non solo con il ragazzo modello Psycho ma anche con un tenore albanese arrivato con il suo carrello azzurro della spesa per cantare un'Avo Ma�ria alla suora ferita. Suor Piera sta meglio. E' sempre nel reparto di terapia intensiva, ma non è intubata. Distesa nel letto ha la masche�ra dell'ossigeno e due drenag�gi che le danno molto fasti�dio. Per questo nel pomerig�gio di ieri è stata riportata in camera operatoria. Occorre�va aggiustare i tubicini che sfregavano contro la parete del polmone. Ieri ha ricevuto, oltre alla polizia, anche visite. La pri�ma: sua sorella Licia, anche lei missionaria francescana del Verbo Incarnato in un convento di Reggio Emilia. «Sono arrivata per starle vici�no», dice con la circospezione di chi non è abituato a stare al centro dell'attenzione. «Non so chi può essere stato, forse un pazzo. Nessuno vole�va male a mia sorella». Ha in mano una borsetta rosa con gli effetti personali della sorella. Si raccomanda al medi�co: «Le porti la dentiera, ci tiene... e anche gli occhiali». Poi sono entrate le altre consorelle. «Abbiamo chiac�chierato. L'ho informata di quanti le sono vicini in que�sto momento dice suor Bene�detta non certo delle indagi�ni. Deve stare traquilla. E poi quello che aveva da dire lo ha già detto». Ma del perché qualcuno abbia premuto quel grilletto tra le sorelle france�scane se ne parla. Quando vengono a sapere che forse il proiettile è partito da una distanza di trenta centimetri, sono stupite. «Nessuno, ripe�tono, poteva avercela con suor Piera». Rapina? «E che cosa le dovevano rapinare? Dal letto suor Piera conti�nua a ripetere la sua versio�ne: «Camminavo e a un certo punto ho sentito un forte rumore dall'alto e un dolore come una sassata, poi mi bruciava la gola. Non mi sono resa conto di quello che era successo». Il resto è cronaca: l'arrivo a piedi al convento, un'ora di attesa prima di chiamare aiuto, la corsa in ospedale con una suora di un convento vicino. Un racconto che adesso gli investigatori devono approfondire. Si era già presentato al mattino per consegnare una lettera «Anche se non ci conosciamo la seguo da tempo» Ha dato nome e indirizzo falso

Persone citate: Anthony Perkins, Carlo Saladini, Corbi, Suor Benedetta, Suor Piera

Luoghi citati: Reggio Emilia, Roma