Napoli, «Berluscona» sfida «Bassolino»

Napoli, «Berluscona» sfida «Bassolino» Napoli, «Berluscona» sfida «Bassolino» La guerra in rosaJervolino-Mussolini Massimo Gramellin�«Ma dov'è?». La voce inconfon�dibile della Ducia scuote gli appisolati del loggione, reduci da venticinque minuti di comi�zio-pizza del candidato sindaco Martusciello: mite, preparato e perciò noioso. «Ma dov'è?», ripe�te la Vicesindaca come in un rap, dando tempo ai seguaci di rassettarsi il sorriso. Segue pau�sa craxian-nonnesca, con mano sui fianchi e poi di colpo per aria, a sventolare come al mer�cato: «Ma dov'è?», ed è la terza volta che lo dice, mentre tutto il teatro aspetta col fiato sospeso che la mannaia del ridicolo cali su quel nome apparentemente misterioso. «Cer�catela! Snidate�la! Ma dov'è, ma dov'è, ma dov'è 'sta Jervoiino?». Ed è come quan�do Maradona fa�ceva gol. Un tri�pudio di bandie�re, abbracci e co�ri: «A-les-sandra, A-les-sandra». Alessandra e basta, neanche uno che aggiun�ga ancora Musso�lini. La Ducia arrovescia gli occhi, più zia Sofia che nonno Ben. «Ve lo dico io, dov'è. Nasco�sta con qualche j assessore a studiare i problemi di Napoli, perché-lei non li conosce! Non sa che qui mancano le fogne e quando piove si allagano i nego�zi. Non sa cos'ha combinato in questi anni il suo caro amico Bassolino. E allora diciamoglie�lo noi, con tutto il cuore: Bassohnoooo? Ma mi faccia il piace�re!». E' l'apoteosi e Ducia-Totò ci naviga sopra con perizia, fedele al compito di madrina assegnatole da Berlusconi: affer�ra la mano fredda di Martusciel�lo, che se potesse si nasconde�rebbe sotto il tavolo, e gliela soUeva a forza verso il cielo. «Vi presento il nuovo sindaco di Napoli! Avanti, Martusciè, fai le dita a V e non ti preoccupare, che porterà sfortuna, sì, ma alla Jervoiino!». Benvenuti nella Napoli del Terzo Millennio, più o meno uguale a quella del Secondo, con le auto che sorpassano a destra e migliaia di persone che girano in motorino senza casco, tranne uno che ce l'ha addirittu�ra integrale. Perché Napoh è così. Esagerata, nel bene e nel male. Avete mai conosciuto un napoletano intelhgente? Non è solo intelligente: è un genio. E un napoletano stupido? Mica è stupido, è proprio fesso. Vale anche per questo derby fra don�ne, l'unico di una tornata eletto�rale scandalosamente al maschi�le: esagerato. La cand«La destuna visistrumendonne iBasta vela vicesiBASSOUNA. A parte la voce. Rosa Russo Jervohno sta alla Musso�lini come Maria Callas a Loreda�na Berte. Rigida nei modi e sorveghata nel linguaggio («A Napoh c'è un e... un ca... un'in�flazione di problemi»), si presen�ta con l'austerità un po' ieratica di chi doveva essere un perso�naggio che non è stato. La prima presidente della Repubblica Ita�liana, quando mighaia di signo�re si apprestavano a brindare con la Storia e decine di imitato�ri a campare per un settennato sui suoi acuti. «Mancava mezzo millimetro al traguardo», ricor�da, «al punto che personalità molto elevate si erano offerte di aiutarmi a scrivere il discorso di insediamento e altri mi consighavano eh rifare in fretta il guardaroba. Ma io non ci ho mai creduto davvero. Vuole la veri�tà? Non mi fidavo dei maschi». E aveva ragione. Il solito intrigo di uomini, per lo più ex sindacalisti, le sfilò la poltrona da sotto il tailleur e adesso la Jervoiino è qui che tenta di fare il sindaco, si fa chiamare Rosetta e palpa muscoli di palestrati in una tipica manifestazione dell'«esagerazionismo» napoletano: un Fitness Centre avveniristico che sorge come un fungo di metallo in mezzo alTimmondizia a cielo aperto del rione Scampìa, il Terzomondo d'Ita�lia, terra di topi e camorristi con sette donne su dieci che non hanno la licenza elementare. Davanti a Rosetta si muove come un apripista il felpato Viceré locale Antonio Bassoli�no, vecchio comunista rivestito in un borghesissimo impermea�bile blu con le spalline da ispet�tore Clouseau. Il Viceré non parla, ammicca, rispondendo al�le domande come aUe suppliche con un danzar d'occhi e uno scoperchiar di labbra che rivela denti divaricati e una smorfia scaltra. Sui manifesti sta su un parapetto con Rosetta e le tiene le mani in mezzo sue, come una cop pia consumata di sposi in crociera per le nozze d'ar�gento. L'epopea del Viceré ini�ziò otto anni fa proprio contro la Ducia, che in un memorabile duello tv lo accusò di portare iella e adesso gli imputa di averla portata ai napoletani, rifacendo il trucco al centro storico con i soldi del governo Berlusconi e fregandosene ari�stocraticamente delle periferie. Il Viceré non è più la Madonna Bassolina di un tempo, ma resta il padrone deU'Ulivol�locale. Ha bocciato l'ingombrante Ma�stella come erede e ha lanciato in pista Rosetta, che non sa ancora se esserghene grata: di�ce di averci pensato cento volte prima di prendersi questa gatta da pelare, «che più che una gatta pare nu lione». Però in questa città ci è nata e quasi si commuove quando parla della sua Napoli bambina, lei figlia di un onorevole, ma nipote di un oste. Ricorda i viaggi in treno da Roma con la combriccola dei notabili partenopei suo padre, Leone, Porzio e De Nicola che alla partenza parlavano ancora italiano, ma quando il Vesuvio appariva ai finestrini passava�no, soUevati, al dialetto. Comunque vada questa gara, la prosecuzione della dinastia è assicurata dalla figlia France�sca, 29 anni di parlantina. Se Bassolino funge da apripista, è lei che chiude sempre il corteo, improvvisando efficaci comizietti a favore della madre. Rosetta la guarda e congiunge le mani: «Mia figlia in politica? Per l'amor d'Iddio! Troppe soffe�renze per una donna!». Come in quest'ultima batta�glia, dove le tocca incrociare le unghie contro avversari che non stima. Passi per quel giovaLa candidata Ppi: «La destra ha una visione strumentale delle donne in politica Basta vedere la vicesindaca» LapasionariadiAn: «Anche il cardinale Giordano mi ha fatto intendere che vuole cambiare Bassolino non ha mai difeso» La ata Ppi: a ha ne ale delle politica ere daca» MUSS«Cavouilluminper Beral giornnessunpiù illuL metallo in mezzo alTimmondiia a cielo aperto del rione Scampìa, il Terzomondo d'Ita�ia, terra di topi e camorristi con ette donne su dieci che non hanno la licenza elementare. Davanti a Rosetta si muove le mani in mezzo sue, come una cop pia consumata di sposi in crociera per le nozze d'ar Rosa Russo Jervoiino (Ppi, Ulivo) e Alessandra Mussolini (An, Polo) in un disegno di Ettore Viola «I Derby» sono il racconto in presa diretta dei grandi duelli della campagna elettorale. Già pubblicati: i vicepremier Fini-Fassino ( 17 aprile), romani Veltroni-Tajani (22 aprile) e i torinesi Chiamparino-Rosso (27 aprile). Oggi tocca a Napoli, con l'unico superderby al femminile del 2001: quello fra Rosa Russo Jervoiino e Alessandra Mussolini, rispettivamente candidate sindaco e vicesindaco dell'Ulivo e della Casa delle Libertà. Dopo il pezzo e i! tormentone cavurriano, il lettore potrà cimentarsi nel test: sei rosetta o ducetta? notto, Martusciello, che «quan�tomeno è garbato nella forma». Ma la Ducia, basta nominarglie�la perché Rosetta debba far ricorso a tutta la sua educazio�ne cattolica e democristiana per soppesare quietamente i veleni: «Ha avuto due bambini nell'ulti�ma legislatura e la ammiro. Per il resto, il suo modo di fare è lontano dal mio». Nega di aver mai detto in pubblico che «Napo�li non può conoscere la vergo�gna di un vicesindaco che si chiama Mussolini», ma è chiaro che lo pensa. «Noi donne del centrosinistra veniamo da Tina Anselmi, Maria Eletta Martini e Nilde lotti, una signora con il senso delle istituzioni. Da presi�dente della Camera pretendeva che non si mangiasse mai in aula e io dovevo rinunciare alle mie prugne. Cos�una volta che lei non c'era esagerai e non vi dico...». Non nomina né Bindi né Melandri, ma sarà un'amne�sia. «La destra invece. Qui han�no persino fatto una lista civet�ta di...». Cornute? «Ha letto il loro slogan? Se tuo marito ti tradisce... mah! E' che la destra ha una visione strumentale del�le donne in politica. Basta vede�re la Vicesindaca...». BERLUSCONA. E vediamola, allo�ra, mentre esce dal teatro del suo comizio-rap («ma dov'è, ma dov'è, ma dov'è?») e le mettono subito un pupo in fasce fra le braccia: «Bello di mamma! Mi viene quasi voglia di fame un altro, ma dopo il 13 maggio non avrò più tempo:'Vorrà dire"òhe lo farà la Jervoiino». E' sicura di vincere, glielo confermereb�bero le facce dei tanti che negli anni di Bassolino erano spariti e ora si riaffacciano per dirle: siamo con te. «Pure il cardinal Giordano mi ha lasciato intende�re che auspica il cambiamento. Sta avvelenato con Bassolino, che durante i suoi guai giudizia�ri non lo ha difeso mai». Nono�stante le minacce dei centri sociali, Alessandra gira senza altra scorta che il suo pacatissimo marito romano, che sembra disegnato apposta per farle da contraltare. Un po' come il timi�do Martusciello, che con Rober�to Rosso guida la «sinistra» dei quarantenni di Forza Italia. I due giovani berluscones si sono palesemente scambiati città, nel senso che Rosso pare napole�tano e Martusciello torinese. Berlusconi lo ha adottato nella vita, dandogli in moglie la ex segretaria di Confalonieri, e pu�re sui manifesti, dove lui e Martusciello stanno su una ba�laustra come i fidanzatini del «Titanio» e Silvius Imperator allunga l'indice in avanti per mostrare al suo compunto atten�dente la meta da raggiungere. Non pago, gli ha messo a fianco l'estroversa Alessandra come vicesindaco con delega al Socia�le, cioè al contatto con le piccole grandi miserie di Napoli. «Ma lo sa che l'altro giorno ho alzato le serrande di un negozio e dentro ci vivevano due famiglie?». La Ducia ha un'ammirazione verace per il rivoluzionario di Arcore («Guardi i manifesti di De Mita: si è dovuto fare lo sfondo azzurro pure lui!») e gira i circoli di Forza Italia come se fosse il suo partito, A tutti racconta la sua sapida versione della storia della Napoli Bassoli�na. «Parliamoci chiaro. Lui sta come un pazzo perché gh hanno preferito RuteUi. E' in declino, se perde Napoli perde anche la Regione, perché Mastella glie�l'ha giurata. Non voleva nessu�no che gh facesse ombra alme�no qui, e cos�invece che un uomo s�è messo in casa una brava donna che gioca a fare la comunista... Ih, le ha fatto pure cominciare la campagna eletto�rale insieme a Cossutta, che parevano Pappone e Donna Ca�milla! Poveraccia. Sta a fine carriera e pensava di non dover�si sporcare troppo le mani. Non ci mette entusiasmo e il popolo di Napoh lo sente, è istintivo. E poi, scusate tanto: la città della canzone può farsi rappresenta�re da una sindaca afona e stona�ta?».