Voglia di narrare

Voglia di narrare RI CON ANTONIA S: BYA" Voglia di narrare La scrittrice inglese ospite della Holden C*ERA una volta, al tempo in cui "uomini e donne sfrecciavano nel�l'aria su ali metalliche, si infilavano piedi palmati e camminavano sul fondo del mare, imparando la lingua delle balene e i canti dei delfini (...), a quel tempo c'era una donna tutto sommato irrilevante, e pertan�to felice. Era ima narratologa». Con queste parole s�apre uno dei più bei racconti di A. S. Byatt, «Il genio nell'occhio d'usignolo». E mi sembrano parole adatte per presentarla a chi ancora non la conosce. Questa scrittri�ce inglese diventata famosissima con il romanzo «Possessione», che nel 1990 le valse il Booker Prize e subito diverme un best seller in tutto il mondo è una signora non più giovane dall'aria vagamente timida e vagamente severa; un'erudita conoscitri�ce della letteratura e dell'arte europea sulla quale ha scritto interessantissimi saggi critici, i cui occhi azzurri sorridono diverti�ti quando comincia per l'appunto a narrare, a raccontare storie, siano esse fiabe, inge�gnosi racconti lunghi come quello citato sopra, o gli straordinari affreschi dei suoi grandi romanzi. Quelli vittoriani di «Posses�sione» e «Angeli e insetti», o quello novecen�tesco e londinese de «La torre di Babele». Affreschi d'epoca, storie di singole donne e uomini, storie di forti passioni. Passioni amorose, passione per la letteratura e per la poesia, passione per la ricerca, passione per quella polvere tutta particolare che si annida sugli scaffali delle biblioteche na�scondendo storie non ancora raccontate eppure già vissute che lei riesce ad animare prodigiosamente. Non a caso il cinema ha subito puntato l'occhio sulle sue pagine, senza riuscire tuttavia a riprodurne la corporeità intelligente, il movimento, la lucentezza. Potrà sembrare un paradosso, ma dalle pagine di A.S. Byatt le immagini fluiscono con un ritmo cos�incalzante, con tale dovizia di dettagli nell'ambientazione, con tale padronanza della trama e gusto per la suspence che la settima arte sembra in affanno quando cerca di riprodurh. Perché quelle iniziah, A. S.? si chiedono di solito i lettori. Per soddisfare questa comprensibile curiosità diremo subito che A. sta per Antonia e S. per Susan. A. S. Byatt, dunque, e tanto basti per una scrittri�ce che ha più volte ribadito "l'impersonalità del poeta", e che non ama le interviste perché vuole che la gente si occupi dei suoi libri e non di lei e della sua vita. Anna Nadotti 8 » ' Ji H La scrittrice inglese Antonia S. Byatt ;

Persone citate: A. S., A. S. Byatt, Anna Nadotti, Antonia S. Byatt, Booker, Byatt