Spaghetti, birra, elezioni: è solo questione di spot

Spaghetti, birra, elezioni: è solo questione di spot Spaghetti, birra, elezioni: è solo questione di spot VOTARE, si dee, non costa ndla: recarsi alle urne e tracciare una croce su una scheda non é come fare la spesa al supermercato e pagare alla cassa. Da qui, si dee ancora, la grande differenza tra la propaganda politica, finalizzata a proporre vdori, a far circolare idee, e la pubblicità eommereide, che mira piuttosto dia vendta dei prodotti, d profitto fine a se stesso; se la prima rientra nell'one�sto e retto conversar cittadino, la seconda è volgare mercificazione dei desideri, asservimento ilota al do denaro. Ogm qualvolta la eomudeazione politica si serve d modelli pubblidtari, se ne conelude, perde la sua natura più profonda d argomentazione ra�gionevole per farsi oeedta manipola�zione delle coscienze, ridueendo, tra l'altro, i grandi valori ideologici al rango delle automobili sempre più potenti, delle merendine sempre più appetitose o dei pannolom sempre più assorbenti che ci vengono quotidanamente glorificati dagli spot tele�visivi. Ma le cose, spiega Isabella Pezzid nel suo denso e tempestivo studo su Lo spot elettora�le, sono d tempo stesso più complicate e più semplici d così. Sono più complicate perché, a ben vedere, la maggior parte delle pubblidtà, oggi, non parla d cose ma d uomid, non mostra prodotti ma discute d vdori. Prendete gli spot della birra: ci presentano persone che si dvertono insieme, che improvvisa�no un pezzo d jazz, che stanno in panciolle in spiaggia; della birra co�me prodotto non si dice proprio nd�la, mentre si parla tanto d un certo stile d'esistenza, d un determinato RECENGianMa modo d essere e d pensare. Così, quando uno spot pubbUcitario ci pro�pone i valori della famiglia per parlar�ti d una marca d pasta, non è molto dverso dd comumeato d un partito che pone i vdori familiari al centro del proprio programma elettorde. Comunicazione pubblicitaria e eo�mudeazione politica, insomma, usa�no in linea d principio le medesime strategie d fondo,-sdvo poi prendere a prestito l'ima dall'dtra forme e temi d vario genere. Oggi, per esempio, sembra essere in eorso una singolare inversione: "Se da sempre la pubblici�tà ha tentato d trasformare i suoi prodotti 'concreti' in bem astratti, e vi è progressivamente riuscita oggi si SIONE anco one vendono più che dtro stili d vita, tracce d senso, vdori -, vicever�sa la politica è stata progressivamente obbli�gata a scendere dalle ideologie e dalle grand astraziom nei dettagli concreti, a misurarsi con la soluzione delle questiod e dei problemi specifici". L'attude campa�gna elettorale, del resto, è l'esempio evidente d come, detro una bande facciata messianica, la politica possa ridursi a essere la soluzione materia�le dei piccoli problemi della vita quotidana. Ma le cose sono d tempo stesso più semplici. Lo spot, ricorda Pezzid, è una forma contemporanea d comudeazione che, nella sua concisione, risdta particolarmente efficace e congedde per il grande pubblico, a prescindere dd contenuti che veico�la. Esso rientra infatti in una più ampia "poetica delle forme brevi" dove le sigle, i trailer, le "schegge", i clip, le "strisce" etc. prendono il so�pravvento sulle forme testuali tradzionali, imponendo ritmi d finizione più rapid ma non per questo più ingend. Se la lunghezza di un testo non è d per sé la garanzia d una profondtà d pensiero (si pensi alla telenovela), la sua brevità non è indee d superficialità: è possibile comudcare argomenti importanti concentrandoli nei trenta second d un comumeato d mede dimensiom, cos�come è possibile espandere un concetto molto bande in parecchie ore d trasmissione televisiva. Va insomma superato il pregiudzio per ed la eomudeazione politica che fa uso d spot sia per principio un modo d snaturare la cosa pubblica, d annidare l'argomentazione e la dseussione per favorire la persuasio�ne occulta e incrementare l'inebetimento collettivo. Cos�come esistono buom e cattivi film, ci sono buom e cattivi spot: meglio imparare a legger�li e a capirli piuttosto die demonizzar�li m blocco. Tuttavia, la recente storia dello spot elettorde italiano dimostra co�me, proprio a causa d un tale pregiu�dizio, il nostro Paese sia arrivato con grande ritardo a questa forma d eomudeazione (la prima campagna elettorde che Iha utilizzata è del 1983) e abbia fatto grande fatica ad accettarla (anche e soprattutto a cau�sa del modo in ed essa è stata massicciamente adoperata da deud soggetti politid). Incrociandosi con l'anomalia del mercato televisivo nazionde, dove esiste d fatto una specie d rivalità politica tra emittenti pubbliche ed emittenti private, lo spot elettorale non ha avuto nessuna forma giuridca d regolamentazione sino d febbra�io del 2000. Al punto che, come si ricorderà (e come 0 libro accurata�mente ricostruisce), una legge sulle pari condiziod d accesso d meda da parte delle dverse forze politiche è stata mtesa da una d queste forze come un attentato alla libertà d'espressione. Argomento altrettanto mgenuo d quello che, dall'dtro lato, ha voluto ritrovare nello spot tutti i mali della politica italiana, auspican�do il nostdgico ritomo dei coloriti comizi d piazza o, al massimo, delle noiosissime tribune elettorali del bel tempo andato. Ma quel tempo, bello o bratto, è, appunto, andato, e un'alfabetizzazio�ne pubblidtario-politica non potrà che giovare a tutti: libertari dell'dtima ora e vetero-razionalisti, ammidstratori rampanti e novelli censori, ottusi accentratori e moralisti incalli�ti. RECENSIONE Gianfranco Marrone LA PUBBLICITÀ' E LA POLITICA USANO ORMAI LE STESSE STRATEGIE, OFFRONO INSIEME MERCI. VALORI, STILI DI VITA: NON CI RESTA CHE IMPARARE A DECIFRARE I MESSAGGI Anche per la politica lo spot è diventato la forma di comunicazione di massa più rapida ed efficace, indipendentemente dai suoi contenuti Isabella Pezzini Lo spot elettorale Meltemi, pp. 202. L 32.000 SAGGIO

Persone citate: Di Vita, Gianfranco Marrone, Isabella Pezzid, Isabella Pezzini