Amleto e Falstaff eroi della vita

Amleto e Falstaff eroi della vita Amleto e Falstaff eroi della vita INTERVISTA Masolino d'Amicò N occasione dell'uscita di «Shakespeare. L'invenzione dell'uomo» (Rizzoli), che riu�nisce in un discorso organico saggi di Harold Bloom su vari drammi di Shakespeare, ho fatto due chiacchiere telefoniche con l'autore. Il sottotitolo è aderente, più che un libro su Shakespea�re, questo si può dire? è un libro sui protagonisti d�Shakespeare, trattati come se fossero persone vive. Vie�ne fatto di pensare a Oscar Wilde, autore che del resto lei cita spesso, (piando dice che una delle più grandi tragedie della sua vita è stata la morte di Lucien de Rubempré in un romanzo di Balzac. «Verissimo. I grandi personaggi di Shakespeare Macbeth, Cleolatra, gh intelligentissimi Rosainda, Amleto, Falstaff, per cui ho una predilezione personale sono più veri delle persone che ci sembra di conoscere. Sono più veri della vita stessa. Sono tal�mente convincenti! Io non riesco a non credere che Shakespeare non h avesse visti davvero, e semphcemente ritratti». Ma questo modo di leggere Shakespeare non è fuori moda? Non è un ritorno a Bradley e al suo classico «La tragedia di Shakespea�re», di circa un secolo fa? «I miei modelli sono anche più antichi, il Dottor Johnson e in particolare Maurice Morgann, il cui meravighoso saggio su Falstaff è del 1777. Ma è la critica moderna che ha ucciso Shakespeare, per lo meno neUe Università. Una rivoluzionerock che cominciò negli Anni Sessanta e di cui non si vede la fine. Nei Paesi di lingua inglese invece di insegnare a leggere Shakespeare si insegna a cercare altro nei testi, come le condizioni socioeconomiche che h avrebbe�ro prodotti, oppure le presunte prevaricazioni di cui sarebbero le spie. Nelle nostre Università non si fa più cultura, ma qual�cos'altro. Per fortuna viaggiando ci si rende conto che non sono rappresentative se non del pote�re politico che le ha volute così. La gente è diversa. Io trovo conti�nuamente persone qualunque, di tutti i colori e di tutte le etnie, che leggono per il piacere di farlo e che si appassionano a quello che leggono, senza i filtri della fuorviante cosiddetta istruzione superiore». E il teatro? Si può vedere Shakespeare a teatro? «Io non ho perso la speranza, anche se sono venticinque anni che non vedo un "Amleto" senza alzarmi e andarmene prima del�la fine. Esistono ancora attori che sanno il fatto loro, specie in Inghilterra, ma non ci sono più registi. L'ho anche scritto: lan McKeUen ha tutto per essere uno splendido Riccardo m, ma se poi arriva un regista che gli dice di farlo come Mosley, 1 aspirante Hitler inglese?». Nemmeno Peter Brook? «Ha nominato il peggiore di tutti! Peter Brook non fa Shakespeare, Peter Brook fa Peter Brook. E' il principale esponente dell'aberra�zione. Ma per rispondere alla domanda: sì, vado ancora a tea�tro. Però non ho mai più visto qualcosa di paragonabile al Falstaff di Ralph Richardson in cui mi imbattei quando avevo sedici anni, oltre mezzo secolo fa. Quella fu la prima volta in cui cominciai a capire questo perso�naggio immenso, che col tempo è diventato il mio eroe favorito. Al punto che di recente gh ho reso l'omaggio di recitarlo». Ha recitato Falstaff? «Sì, a Boston. In un testo che abbiamo ricavato dalle due parti deh"'Enrico IV" "Le allegre co�mari di Windsor" non lo conside�ro, fu uno scherzo di cattivo gusto: Verdi riusc�a nobilitarlo, ma il vero Shakespeare non è quello con in più il racconto della morte di Falstaff daU'"Enrico V", e un epilogo che ho scritto io, nei mighori versi shakespea�riani di cui sono stato capace. La regista era Caroline Goonrod, ita�lo-olandese-americana, uno dei pochi esponenti onesti di quel mestiere, almeno negh Usa. Io naturalmente non sono un attore non posso cominciare a settant'anni ma ho la stazza giu�sta, so i versi, e insomma credo di poter comunicare almeno qualco�sa di come mi ricordo l'indimenti�cabile Richardson». Mi piacerebbe averlo visto. Purtroppo, Richardson non è più possibile. «Be', non perda le speranze. Se come spero l'anno prossimo sarò per qualche settimana in Italia, dovrei tenere un seminario a Bologna, tenterò di convincere qualcuno a rimettere in scena lo spettacolo. Vorrei tanto far salire sul palcoscenico accanto a me 0 mio grande amico Agostino Lom�bardo, avrebbe il fisico ideale per il giudice Shallow, ma lo vedo bene anche nella parte di Pistol». Falstaff è il trionfatore del suo libro, anche più di Amle�to; la sua lettura riesce a rendere addirillura odioso il principe Hai, benché sia destinato a diventare nien�temeno che Enrico V. «Non è odioso quando sta con Falstaff, per esempio quando gio�cano a recitare tutti e due quando subisce il fascino e imita l'umorismo del grasso cavaliere. Lo diventa quando si ammanta del potere, alla fine. Shakespeare non ha simpatia per i potenti». In fondo il finale del secon�do «Enrico IV» assomiglia a quello di ((Antonio e Cleopa�tra», col personaggio più simpatico che sparisce da�vanti a un nuovo, gelido sovrano. «Non mi parli di Cleopatra! E' una ferita. L'editore italiano mi ha costretto a ridurre il libro, troppo voluminoso, e cos�sono andati via i saggi su "Antonio e Cleopatra" e su "Come vi piace": neanche apposta, le mie due eroi�ne preferite, Cleopatra e Rosalinda. Ma non voglio sembrare in�grato, so benissimo quanto sia difficile vendere un librone come il mio, per di più in traduzione, e ho solo gratitudine per chi se n'è assunto l'onere. Anche se spero che qualcuno lo guarderà. Mi conforta pensare che in Italia durante il giro che ho fatto due anni or sono, quando usc�il mio libro sul "Canone occidentale", ho incontrato moltissime perso�ne motivate e curiose, di quei lettori che ti allargano il cuore». A colloquio con Harold Bloom che ha raccolto in volume i suoi saggi ^sui personaggi le Shakespeare: |Sono più veri ^le persone che ci embra di conoscere, ^non riesco a credere che l'autore non li avesse-visti davvero. Tra i miei preferiti ci sono anche Macbeth e Cleopatra, il mio modello è il dottor Johnson» L'università e il teatro hanno stravolto i suoi testi, per cercarvi que che non c'è. Non ci sono più registi, nemmeno Peter Brook: ui è il peggiore di tutti. Peter Brook fa solo Peter Brook» mleto RVISTA o d'Amicò e dell'uscita di re. L'invenzione Rizzoli), che riu�discorso organico d Bloom su vari kespeare, ho fatto e telefoniche con o è aderente, più o su Shakespea� si può dire? è protagonisti d�e, trattati come ersone vive. Vie�pensare a Oscar re che del resto so, (piando dice elle più grandi lla sua vita è rte di Lucien de n un romanzo di randi personaggi Macbeth, Cleoigentissimi Rosa Falstaff, per cui zione personale elle persone che ci oscere. Sono più stessa. Sono tal�enti! Io non riesco A colloquio con Harold Bloom che ha raccolto in volume i suoi sag^sui personaggi le Shakespeare: |Sono più veri ^le persone che cembra di conosce^non riesco a credeche l'autore non li avesse-visti davveroTra i miei preferiti ci sono anche Macbeth e Cleopail mio modello è il dottor Johnson\o\.ft^ «Ha nominato il peggiore di tutti! Peter Brook non fa Shakespeare

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