Medio Oriente, la trattativa diventa giallo di Aldo Baquis

Medio Oriente, la trattativa diventa giallo Medio Oriente, la trattativa diventa giallo Mubarak: accordo per una tregua. Poi la smentita Aldo Baquis TEL AVIV Israeliani e palestinesi lavo�rano a un progetto di cessate il fuoco concepito come via di accesso alla ripresa di nego�ziati di pace. Lo ha annuncia�to ieri il presidente egiziano Hosni Mubarak, cogliendo di sorpresa il ministro degli Esteri Shimon Peres (con cui aveva appena avuto un lungo incontro al Cairo) e il presi�dente palestinese Yasser Ara�fat che da Ramallah (Cisgiordania) ha subito chiesto delu�cidazioni telefoniche al mini�stro degli esteri egiziano Amro Mussa. Che l'accordo fosse stato raggiunto come sembrava affermare il presidente egizia�no-i diretti interessati non lo sapevano. La eccitazione suscitata dalle dichiarazioni di Muba�rak è stata cos�ridimensiona�ta dalle precisizioni delle due parti da cui è emersa una circostanza inoppugnabile: il lavoro di mediazione resta laborioso e le sue probabilità molto incerte dato che negli ultimi due giomi le violenze sul terreno sono cresciute per quantità e per gravità. All'origine del progetto di cessate il fuoco vi è una proposta giordano-egiziana che mira a ridurre le violenze sul.terreno, a. congelare gli insediamenti ebraici, ad ap�plicare con rigore gli accordi firmati in passato, a rendere possibile la realizzazione di misure che accrescano la fidu�cia reciproca fra isareliani e palestinesi e a facilitare cos�la ripresa di negoziati diretti di pace. Il progetto è visto sostanzialmente di buon oc�chio dagli Stati Uniti, dalla Russia, dalla Unione Europea e dall'Onu. Ma sulla precisa sincronizzazione dei suoi ele�menti esistono difficoltà. Israele insiste per avere due-tre mesi di tregua, men�tre secondo i palestinesi quat�tro settimane sono sufficien�ti. Il premier Ariel Sharon respinge l'idea di congelare gli insediamenti, mentre per i palestinesi si tratta di una condizione irrinunciabile. An�che sulla ripresa dei negozia�ti, vi sono dissensi dato che il governo Sharon non si sente impegnato dalle proposte avanzate dal laburista Ehud Barak a Camp David (luglio 2000) e a Taba (gennaio 2001). Per non ipandare del tutto a vuoto Peres in Egitto, in Giordania e quindi negli Stati Uniti, Sharon gli ha dato un bandolo della matassa nella forma di progetti di cooperazione regionale che dovrebbero elevare il disa�stroso livello di vita dei pale�stinesi nei Territori. Includo�no la costruzione di una linea ferroviaria fra Gaza e la Cisgiordania, stabilimenti per la desalinizzazione dell'acqua marina, la revoca della chiusura dei valichi di acces�so ai Territori, la riapertura dell'aeroporto di Dahanya (Gaza) e del Casino di Gerico. Mentre la diplomazia cerca di escogitare una via di usci�ta dalla intifada Peres ne ha parlato a lungo con esponenti palestinesi pragmatici come Abu Mazen, Abu Ala, Saeb Erekat nei Territori e in Israele la lotta infuria. Di conseguenza i servizi di sicu�rezza israeliani si interroga�no se il presidente palestine�se Yasser Arafat non può (o, peggio ancora, non vuole) arginarla. . Il bilancio di due giorni di incidenti include: la esplosio�ne di una autobomba in Cisgiordania contro un autobus su cui viaggiava una scolare�sca di 40 coloni (un kamikaze palestinese ucciso); la esplo�sione di un ordigno per la prima volta entro i recinti di una colonia, a Shaarey Tiqwa (Cisgiordania); la esplosione di un ordigno mentre veniva manipolato da artificieri a Natanya (a nord di Tel Aviv); lo sparo di colpi di mortaio contro la colonia di Kfar Darom (Gaza) e la reazione dei blindati israeliani contro la città palestinese di Deir el Ballah; e la uccisione a san�gue freddo di un automobili�sta israeliano a colpi di arma automatica presso la città araba di Um el Fahem, su una delleprincipali arterie israe�liane. «La situazione è intollera�bile, i palestinesi parlano tan�to ma non fanno niente per impedire questi attentati» ha esclamato ieri Sharon in una conversazione telefonica con re Abdallah di Giordania. Al�ludeva alla decisione di Ara�fat di limitare lo spazio di manovra degli irriducibili del�la intifada: non solo di Ha�mas e della Jihad islamica, ma anche di Tanzim, di al Fatah e dei Comitati di resi�stenza popolare che hanno consistenza esigua ma che nel sud della striscia di Gaza conducono una guerra di logo�ramento con le forze israelia�ne. Sabato Arafat ha ordinato lo scioglimento dei Cuniitati di resistenza popolare. Ieri questi hanno hanno fatto sa�pere che ignoreranno gli ordi�ni. Nemmeno Hamas rispette�rà alcun tipo di cessate il fuoco e il segretario di al Fatah in Cisgiordania Marwan Barghuti ha promes�so una «intifada ad oltranza». I comandanti militari israelia�ni hanno cos�avuto ordine anche ieri di prepararsi malgrado tutto a una escala�tion di violenza sul terreno. Devono essere superati i contrasti sulla durata del cessate il fuoco nei Territori e sul blocco degli insediamenti che il governo israeliano rifiuta di accettare La diplomazia non riesce però a fermare la violenza I falchi di al Fatah e di Hamas annunciano che non rispetteranno gli ordini di Arafat di bloccare gli attacchi Il ministro degli Esteri israeliano insieme con il presidente egiziano Hosni Mubarak ieri al Cairo. I due hanno concordato sulla necessità di una tregua nei Territori