E' partilo il primo turista dello spazio

E' partilo il primo turista dello spazio E' partilo il primo turista dello spazio Il miliardario americano Tito in viaggio con la Soyuz MOSCA «Kharashò», bene, è stata la prima parola pronunciata dal «turista spaziale» Dennis Tito dopo il decollo del missile «Soyuz» diretto verso la stazione spaziale intemazionale «Alpha». E' una delle tre parole che l'eccentrico mihardario americano conosce in russo, e probabilmente entrerà nella storia. Il primo viaggio spaziale a pagamento è cominciato ieri alle 11.37, ora di Mosca, in perfetto orario, dopo che fino all'ulti�mo si era temuto per un rinvio. Dopo i recenti guasti suir«Alpha» la Nasa aveva prorogato la permanenza in orbita del suo shuttle «Endeavour» e aveva chiesto ai russi di rimandare l'attracco della «Soyuz» alla stazione intemazionale. Una richiesta che l'agenzia spaziale russa ha definito «politica» rifiutandosi di sottomettersi a quello che il suo direttore Jurij Koptev ha definito «diktat degli americani». Le trattative tra Russia e Usa sono durate tutta la notte e l'unico compromesso accettato dai russi è stato quello di rinviare in caso di necessità l'attracco della «Soyuz»: secon�do gli americani, r«Alpha» non può ospitare contemporaneamente la navetta russa e lo shuttle. All'alba è cominciato il rituale della parten�za dei cosmonauti, immutato da decenni. Fatti i bagagli nel pacco da 5 chili di effetti personali il «turista spaziale» ha messo un disco dei Beatles e uno di Bocelli Dennis Tito si è dovuto sottoporre a tutti i riti scaramantici che i rossi osservano dai tempi di Gagarin. La sera prima, visione del film «Sole bianco del deserto», sull'instaurazione del potere sovietico nell'Asia Centrale negli anni '20. La mattina, prima di lasciare l'albergo, i tre membri dell'equipaggio Tito, il comandante Talgat Musabaev e l'ingegnere di bordo Jurij Baturin con un pennarello hanno lasciato i loro autografi sulla porta della camera. Infine, la cerimonia più strana: i cosmonauti hanno orinato sulla ruota del pullman che li portava verso la rampa di lancio. L'unica omissione da parte di Tito è stato il suo rifiuto di parlare con un prete. Musabaev si è confidato con un mullah, Baturin ha ricevuto la benedizione di un pope. L'ingegnere di bordo, al suo secondo volo, è stato in passato un altro «turista spaziale»: intellettuale di fama e autore di libri e leggi, Baturin è volato nello spazio nel 1996, quando era consigliere per la sicurezza di Boris Eltsin, ovviamente a spese dello Stato. Mentre Musabaev, prima di volare nello spazio, aveva fatto parte della nazionale lettone di ginnastica. In questo team variopinto Tito è stato accolto come un collega a pieno titolo, nono�stante i 40 miliardi che ha sborsato per la gita nello spazio e che sono serviti a finanziare tutta la spedizione di «Soyuz». Prima della partenza ha ricevuto gli auguri di Valentina Tereshkova, la prima donna nello spazio. Al decollo hanno assistito anche la compagna e i due figli del miliardario. Quando «Soyuz» si è alzata dalla rampa di lancio su ima colonna di fuoco, la bionda fidanzata di Tito, Dawn Abrahams, è scoppiata in lacrime lasciando cadere la video�camera con la quale riprendeva lo storico evento. I figli, Mike e Brad, hanno invece mostrato entusiasmo: «Mio padre è nell'ultima metà della sua vita, ha scelto di spendere soldi per realizzare un sogno giovanile e vivere un'esperienza profonda, invece di comprarsi una macchina o una casa». [a. z.l Subito dopo il decollo gli hanno chiesto da terra «Come sta?». «Kharashò», bene, ha detto in russo Al lancio hanno assistito la compagna e i due figli

Luoghi citati: Asia Centrale, Mosca, Russia, Usa