I Servizi italiani aiutarono i criminali nazisti

I Servizi italiani aiutarono i criminali nazisti I Servizi italiani aiutarono i criminali nazisti Organizzarono nel '46 la fuga del capo della Gestapo Maurizio Molinar�corrispondente da NEW YORK Le diecimila pagine di documenti della Cia sui legami fra i crimina�li nazisti e i servizi alleati e sovietico nell'immediato dopo�guerra Ci riguardano da vicino. Tre responsabili di delitti in Ita�lia Eugen Dollmann, Wilhelm Harster e Guido Zimmer riusci�rono a mettersi in salvo parteci�pando alle trattative segrete in Svizzera sulla resa delle tmppe tedesche nel Nord Italia, condot�ta per gli americani da Allan Dulles, futuro capo della Cia. Ecco il dettaglio di quanto con�tengono i più importanti fra i venti dossier resi noti a Washin�gton. Eugen Dollmann. Capo della polizia tedesca, rappresentante di Himmler in Italia e Vaticano, operava dall'ambasciata a Roma, co-responsabile della strage delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944. Nel 1946 fugg�dal campo di prigionia alleato assieme a Eugen Wenner braccio destro di Karl Wolff, il vice di Himmler perché «i servizi italiani e l'arci�vescovo di Milano Idelfonso Schuster» volevano usarli per accreditare un presunto ruolo svolto da Schuster nella resa delle truppe tedesche. «E' una manovra degli ambienti di destra in Italia sostenuta dal Vaticano» scrisse l'agente Cia James Angleton. I due vennero ospitati a Milano e i servizi italiani diedero loro documenti falsi. La Cia a fine 1946 li riportò in Germania, pro�prio nei giorni in cui venne alla luce la responsabilità di Doll�mann nelle Fosse Ardeatine. L'uo�mo d'affari italiano, barone Luigi Parrilli, chiese agli Usa la loro immunità «altrimenti altri agen�ti in Italia non crederanno più all'America». Nel 1948 la Cia aiutò Dollmann e Wenner a pas�sare clandestinamente il Brenne�ro per tornare in Italia. Dollmann iniziò a lavorare per la Cia, ma nel 1950, a corto di soldi, offr�ai servizi italiani notizie su ex-SS, depositi di armi ed anche sulla Cia. I servizi italiani gli diedero un passaporto intestato a Euge�nio Amonn, residente a Lugano, dove reclutò due fisici nucleari per la Marina italiana. Nel 1952 la Svizzera lo espulse, si rifugiò prima in Egitto dove ebbe contat�ti con il Gran Mufti di Gerusa�lemme, e quindi ancora in Italia, in un monastero, da dove «Padre Parini» riusc�a farlo arrivare in Spagna, nelle mani della rete di Otto Skorzeny, l'uomo che aveva tratto in salvo Mussolini sul Gran Sasso nel 1943. Wilhelm Har�ster. Comandan�te della polizia se�greta in Olanda e in Itaba, diretta�mente implicato nell'uccisione di 104 mila ebrei, do�po la guerra tentò la carriere politi�ca in Baviera ma fall�e divenne un informatore dei servizi tedesco-oc�cidentali. Guido Zim�mer. Ufficiale dei servizi nazisti ar�rivò in Itaba nel 1943 e guidò pri�ma a Genova e poi a Milano 1'«unità speciale» incarica�ta di catturare gU ebrei e sequestra�re i loro beni. Mi�se in piedi una re�te di agenti tede�schi da usare in caso di vittoria alleata. Nel 1944 si rivolse a Luigi ParrilM per raggiungere gli americani, che incontrò in Svizze�ra nel febbraio 1945. Il contatto riuscì. Un mese dopo ParrilU organizzò in Svizzera l'incontro fra l'agente Cia Allan Dulles e una delegazione tedesca compo�sta da Zimmer, Dollmann, Har�ster e Karl Wolff, vice di Himm�ler per trattare «l'Operazione Al�ba», ovvero la resa delle truppe tedesche in Italia. Subito dopo la guerra Zimmer divenne segreta�rio personale di Parrilli, rappre�sentante delle ditte Kelvinator e Nash, e chiese la cittadinanza italiana. Dulles lo protesse da ogni indagine perché aveva «ser�vito gli interessi dell'America» e nel 1948 passò nei ranghi dei servizi della Germania Ovest. Klaus Barbie. Il «boia di Lio�ne» dopo la guerra venne aiutato dall'intelligence dell'esercito Usa a sfuggire alla giustizia francese e rifugiarsi in America Latina. Barbie lavorò per i servizi bolivia�ni, che passarono alcuni dei suoi rapporti agli Usa. Partecipò al complotto per assassinare il pre�sidente sociabsta boliviano Victor Paz Estenssoro. Adolf Eichmann. La Cia ven�ne informata nel 1945 e 1946 sulla fuga dell'architetto della «soluzione finale», lo sterminio di sei milioni di ebrei. Sapeva che nel 1959 si trovava in Egitto. Per alcuni anni nel dopoguerra un'agenzia della Croce Rossa In�temazionale non diffuse i dati su Eichmann di cui disponeva. La Cia si interessò molto ai dettagli della cattura di Eichmann da parte degli israeliani nel 1960. Josef Mengele. La Cia iniziò a cercare il «medico di Auschwitz» solo nel 1972 e scopr�che si trovava in Paraguay. Ma un'inchiesta ufficiale scattò solo nel 1985, sei anni dopo la sua sepol�tura nel cimitero brasiliano di Embu. Heinrich Mueller. Il capo del�la Gestapo si pensò fosse morto a Berlino nel 1945, ma un informa�tore nei servizi polacchi nel 1960 disse che era stato reclutato da Mosca. Nel 1970 la Cia arrivò alla conclusione che «vi sono forti, indicazioni ma nessuna prova» che Mueller lavorò che il Kgb. GU ultimi documenti su Mueller resi noti risalgono al 1971. Il giallo sulla sua presunta morte resta. Kurt Waldheim. Nel 1945 Londra forn�agli Usa le prove sul fatto che era stato un agente dell'intelfigence tedesca nei Bal�cani. L'Urss era in possesso di informazioni sufficienti per incrinimarlo. Washington sapeva quando venne eletto Segretario Generale dell'Orni. Nel 1988 la Cia ammise di aver tardato a consegnare il materiale al Con�gresso per «aver cercato male». Wilhelm HoettL Uomo chia�ve dei servizi nazisti nell'Europa Sud Orientale dopo la guerra divenne un vero mercenario of�frendo notizie a pagamento a Usa, Jugoslavia, Austria, Israele, Romania, Vaticano, Svizzera, Francia, Germania, Urss, Unghe�ria e Gran Bretagna. Organizzò due reti di spie nell'Est comuni�ste, ma venne classificato dalla Cia come «inaffidabile». Secondo i dossier della Cia, Dollmann co-responsabile della strage delle Fosse Ardeatine scappò dalla prigione «Fu una manovra concordata dalla destra e dal Vaticano» Dollmann passò alia Cia nel 1948 ma qualche tempo dopo, a corto di soldi offr�i suoi servigi anche a Roma che lo arruolò e lo mandò in Svizzera con un passaporto falso Eugen Dollmann tra Italo Balbo e Adolf Hitler. Nella foto a sinistra, l'arcivescovo di Milano Idelfonso Schuster