«Questo terrorismo non c'entra con le Br»

«Questo terrorismo non c'entra con le Br» FRANCESCaPiCIIlÓNi-UN LEADER DELLA COLONNA ROM AlTERGAStÓLO PER IL DELITTO MORO «Questo terrorismo non c'entra con le Br» Uno degli irriducibili: avevo dubbi già dopo D'Antona intervista Guido Ruotalo ROMA FRANCESCO Piccioni è un «irri�ducibile» delle Br. Subito dopo il sequestro Moro, per il quale è stato condannato, Francone questo era il suo nome di battaglia fece parte della direzione della colonna romana delle Br. Fino al 1980, quando fu arrestato. Ha fatto 15 anni di carcere speciale e da 5 anni è in regime di lavoro estemo, ovvero la sera rientra a Rebibbia. Naturalmente, Piccioni è stato con�dannato all'ergastolo, ritenuto col�pevole di una ventina di omicidi. A un certo punto della conversa�zione, ha una smorfia che sembra un sorriso: «Può anche darsi che sono diventato vecchio, che i giova�ni parlino un linguaggio che non capisco, che non affonda le radici in quello nostro. E però, queste Br che ammazzano D'Antona non le riconosco mentre il Nipr che mette il tritolo almeno fa dei ragionamen�ti comprensibili, anche se la sua analisi è campata in aria. Vedo una reazione isterica delle istituzioni di fronte a una spedizione di volanti�ni. Sarà che sono diventato vec�chio, ma ai miei tempi quando si faceva proselitismo non si spediva�no le lettere, si andava a parlare con i compagni». Le varie sigle terroristiche Br-Pcc, Nta, Nipr dialogano tra loro, sono operative, fan�no attentati, omicidi, volanti�naggi, campagne d�proseliti�smo. Siamo alla vigilia d�una nuova stagione del terrori�smo rosso? «Ai miei tempi la legittimità della lotta armata stava nel fatto che c'era un movimento di popolo che chiedeva un cambiamento radicale della società. Oggi questo non c'è: qualsiasi tentativo di praticare la lotta annata parte da una diversa analisi, valutazione, proposizione logica e polìtica». Insomma, non riconosce una continuità alle Br-Pcc che il 20 maggio 1999 sono rìcomparse, ammazzando il professore D'Antona? «Intanto, subito dopo l'omicidio non ho nascosto dubbi sulla veridi�cità di quel documento di rivendica�zione, nel senso che non riconosce�vo legittimità a chi si appropriava di un nome, le Br, a 11 anni dalla loro ultima azione e sapendo che tutti quelli che avevano diritto a usare quella sigla si trovavano in carcere. Non riuscivo a capire il documento di rivendicazione». Era incomprensibile? «Non ritrovavo un nostro linguag�gio, non era chiaro nell'analisi, nella proposta politica, nella strut�tura del documento». Nella struttura del documen�to? «I documenti seguono sempre un certo schema preciso: un'analisi generale sulle sorti del mondo, del capitalismo. Una valutazione sulle condizioni della classe operaia e dei popoli oppressi. Dopo aver fatto tutto questo si andava al sodo, si traevano le conseguenze, si indicavano gli obiettivi. Ecco, que�sta struttura del documento non c'era nella rivendicazione dell'omi�cidio D'Antona». Nei giorni scorsi, perquisendo alcune celle delle carceri d�Trani e Latina, dove sono re�clusi alcuni irriducibili da Maria Cappello a Fabio Ravall�e ai fratelli Grilli, Mazzei sono state trovate copie e minute d�documenti deUe Br dagli Anni 80 ai giorni nostri. Gh assassini di D'Antona stan�no dialogando con brigatisti detenuti. «Non conosco i testi sequestrati nelle celle. Viste le condizioni in cui si trovano nelle carceri speciali, mi pare improbabile che questi detenuti riescano a dialogare con un'organizzazione armata all'ester�no». A quasi due anni dall'omici�dio D'Antona, un'altra sigla terrorista, Nipr, piazza del trìtolo sotto la sede dell'Istitu�to Affari internazionah. Pro�duce un documento d�rivendi�cazione che viene poi spedito a una quarantina di aziende... «L'obiettivo lai è un obiettivo uni�versalmente valido in qualsiasi tempo, condizione, per qualsiasi linea pohtica. Lo lai ha sempre funzionato come struttura d'anali�si e di diffusione del pensiero della globalizzazione, con in testa gli Stati Uniti». E quel documento di rivendi�cazione oggi viene spedito alle fabbriche... «Quel documento attacca i vertici sindacali. E, dunque, cosa fa il Nipr? Che senso ha spedire il docu�mento ai vertici sindacali? Il Nipr ritiene che quei sindacati lo distri�buiscano in fabbrica? Se uno vuol far conoscere la propria proposta, mette i volantini dove sta la gente, le avanguardie, glieli porta alle fermate degli autobus, delle metro�politane, alle stazioni, negli spoglia�toi delle fabbriche». Il documento Nipr, diceva pri�ma, è comprensibile... «E' costruito secondo una logica. Se uno mi chiedesse che tipo di documento mi aspetterei da chi, vent'anni dopo, vuole rilanciare la lotta annata, gli risponderei: il documento di via Brunetti. Anche se poi, aggiungerei, che quella pro�posta e analisi non hanno senso...». «Se si vuole fare proselitismo non si spediscono lettere ma si va in fabbrica» Francesco Piccioni un irriducibile delle Br

Luoghi citati: Latina, Roma, Stati Uniti, Trani