Martino: spocchia inglese erede dell'era coloniale di Emanuele Novazio

Martino: spocchia inglese erede dell'era coloniale Il FUTURO DELL'ITAUA IN iUROPA PARLANO L'EX MINISTRO DEGLI ESTERI DEL POLO E L'EX PRESIDENTE DS DELLA CAMERA Martino: spocchia inglese erede dell'era coloniale intervista Emanuele Novazio ONOREVOLE Antonio Mar�tino, nel '94 lei è stato ministro degli Esteri nel governo di centro de�stra. L'Economist attacca duramente Berlusconi: non può governare, dice in so�stanza. Che ne pensa? «Sono abbonato all'Economist dal '68 e mi sono sempre infuria�to per il modo in cui presenta le vicende italiane. Una volta corri�spondente era la signora Junker, che faceva la sintesi di Avanti e Unità e la presentava come oro colato, dando del fascista a Gui�do Carli. Poi è arrivata Tana de Zulueta, che ci attaccò nel '94 e nel '96 si presentò con l'Ulivo. L'Economist ha responsabili in varie aree ai quali lascia una certa libertà. In questo caso inve�ce si tratta di un editoriale: è dunque il giornale che prende posizione. Ma non c'è niente di nuovo, l'hanno già fatto. Si ag�giunga la spocchia inglese, deri�vata dall'era coloniale, di sentir�si autorizzati a dire che cosa possono e non possono fare gli altri paesi». Il giudizio è comunque mol�to pesante, e l'Economist non è il solo giornale stranie�ro a schierarsi contro Berlu�sconi. «Il che dimostra l'enorme impor�tanza di avere una rappresentan�za intemazionale autorevole e credibile. Anche nel '94 all'inizio ci furono attacchi, ma riuscim�mo in poco tempo a rintuzzarli e il governo venne pienamente ac�cettato all'estero. Non attribui�rei dunque un'eccessiva impor�tanza a tutto questo: non c'è una congiura intemazionale». Anche autorevolissimi poli�tici, tuttavia, hanno affida�to ai giornali i propri attac�chi: lo scorso autunno il cancelliere Schroeder disse alla Zeit che con Berlusconi al governo si sarebbe aperto un nuovo caso Austria. Ridi�mensionò l'accusa dopo le pressioni italiane, ma l'in�tervista era stata autorizza�ta. «La tentazione dei governi di sinistra di fare cordata è com�prensibile e legittima, al di là delle enormi differenze che ci sono fra di loro. Non è legittimo invece ritenere che questa intesa possa prevalere sulla volontà degli elettori italiani». Le ricadute in Italia si an�nunciano pesanti. «Potrebbe prodursi un effetto boomerang: se gh elettori doves�sero concludere, erroneamente direi, che la sinistra tenta di condizionare dall'estero le loro decisioni, non lo gradirebbero. Per il dopo elezioni non mi preoc�cupo: l'interesse nazionale di ogni paese è avere buoni rappor�ti con il governo di un grande paese come l'Italia». L'Europa parla di noi, ma l'Europa è la grande assente dalla campagna elettorale. Perché? «La sua domanda sottolinea la qualità e l'ipocrisia deh'europei�smo italiano: ci limitiamo a pro�clamarci a favore dell'Europa ma non partecipiamo al dibattito su come costruirla». Pensa ai politici o all'opinio�ne pubblica? «Nell'opinione pubblica si è con�solidata l'idea che tutto ciò che viene proposto in nome dell'Eu�ropa è perciò stesso giusto. Coi politici è lo stesso: quando mi sono permesso, da ministro, di fare osservazioni tecniche a que�sta forma di unione monetaria, non mi è stato risposto nel meri�to: sono stato linciato con l'accu�sa di euroscettico e antieuropeo. Si tratta di eurobigotteria». L'origine? «I politici sanno che l'ideale euro�peo è popolare nell'opinione pub�blica ma sono molto più preoccu�pati della politica italiana. Accet�tano ogni provvedimento propo�sto in nome dell'Europa ma di fatto non si occupano di Europa. Un esempio? Al vertice di Nizza Amato ha fatto un'osservazione inaccettabile: non siamo qui a rappresentare l'interesse nazio�nale ma a fare l'unità dell'Euro�pa, ha detto. In altri tempi e paesi, un'osservazione del gene�re sarebbe stata considerata alto tradimento». Con Berlusconi al governo ci sarà una forte correzione, dunque? «Purtroppo no. Chiunque oggi critichi, da destra o da sinistra, si espone all'accusa di non essere sufficientemente europeista. E questo è un rischio che il centro destra non può correre. Con cen�tro destra o centro sinistra avre�mo lo stesso tipo di eurobigotte�ria». Ne ha discusso con Berlusco�ni? «No. So solo che Berlusconi vuo�le individuare qualcun altro per il ministero degh Esteri. Eviden�temente non vuole essere accusa�to di non essere abbastanza euro�peista». Amareggiato? «No, mi batterò fino in fondo per il centro destra e perché vinca Berlusconi». «Non mi preoccupa il dopo-voto Anche nel '94 ci furono attacchi ma in poco tempo siamo stati accettati all'estero» L'azzurro: Berlusconi non mi vuole alla Farnesina; teme di non apparire abbastanza europeista... Antonio Martino

Luoghi citati: Austria, Europa, Italia, Nizza Amato