«0 paghi o la portiamo via»

«0 paghi o la portiamo via» «0 paghi o la portiamo via» Il cognato: non ha reagito per i soldi sviluppi Giacomo Bramardo TORINO H ANNO minacciato di seque�strare Anna, di portarsela via. E' per questo che Um�berto non ci ha più visto e ha cercato di disarmarli. Quelli pen�savano che la cassaforte collega�ta all'antifurto fosse una trappo�la, una scusa per dare l'allarme ai carabinieri. E cosi, dopo una lunga trattativa hanno deciso di usare mia sorella come un ricat�to. Ma quando li ha visti decisi e pronti a sequestrarla davvero, Umberto si è scagliato contro i due che gli puntavano le pisto�le». A parlare è il fratello di Anna Abbate. Ieri la sorella, al termi�ne della lunga deposizione in procura, lo ha incaricato di tor�nare nella casa del delitto. «Sono qui per prendere alcuni vestiti e gli effetti personali. Anna è anco�ra troppo sconvolta, non vuole mettere piede qui, non se la sente proprio. Umberto è morto per difenderla, si volevano bene. Da sei anni. Per lei Umberto aveva lasciato la moglie. Stava�no ristrutturando la villetta per riuscire a stare più vicini. E' incredibile quello che è succes�so». A Sant'Ambrogio, l'altra not�te c'era forse un quarto compli�ce a fare da palo fuori dalla cancellata. «Ma quando Umber�to e Anna sono rientrati, mia sorella è sicura di non aver visto nulla di sospetto, qui, sul piazza�le di fronte alla casa. Nessuna auto, nessuna luce che abbia fatto sospettare che all'interno ci fossero tre persone. In casa era tutto spento, ed è rimasto il buio anche una volta entrati, per tutta la durata dell'aggressione. Della luce non c'è bisogno, filtra quella dei lampioni esterni dalle finestre, illuminando tutte le stanze». Racconta mentre è già seduto al volante di un'Audi TT. Alle sue spalle il portoncino di legno della villetta si apre e si chiude in continuazione. Dentro, una decina di carabinieri della scientutti i modi ad assecondarli, con i soldi, i gioielli, quello che c'era in casa. Ma quan�do sono arrivati a parlare della cas�saforte non si so�no più fidati. Lui diceva che le chia�vi erano nel ca�pannone del�l'azienda, che sarebbe dovuto andarle a prendere e che comun�que c'era l'antifurto collegato alle forze dell'ordine. Loro han�no pensato che volesse fare il furbo. E hanno ripiegato su An�na, dicendo che se la sarebbero portata via. A quel punto è partita la colluttazione, una ris�sa violenta. Tra uno sparo e l'altro Umberto era quasi riusci�to a buttarli fuori casa. Il colpo mortale è stato l'ultimo, quello sparato quasi sull'uscio». Poi mette in moto, se ne va. Dietro di lui spariscono anche le auto del nucleo operativo dei carabi�nieri, della scientifica. La porta della villetta di via Pautassi si richiude. E toma il silenzio. tifica stanno compiendo un altro sopralluogo, accompagnati dal maggiore del reparto operativo Filippo Ricciarelli. Nuovi cam�pioni sulle tracce di sangue, sui bicchieri e le bottiglie con cui i tre uomini incappucciati hanno gozzovigliato in attesa del rien�tro di Umberto e Anna. Rilievi che durano quasi un paio d'ore, dalle 16,30 alle 18,20. In partico�lare, al piano terra, dove si sono svolti i fatti. La villetta è in piena fase di ristrutturazione. Sotto si trova la cucina, l'ingresso-living, un bagno e due stanze ancora vuo�te. Sopra, tre camere da letto, un bagno ed una balconata aperta, in ferro battuto, che si affaccia sull'ingresso, sovrastato da un grande lampadario di cristallo, ancora avvolto dai teh di nylon. Proprio sotto il lampadario, al centro del living e a pochi passi dal portoncino d'ingresso, c'è la macchia di sangue più grossa, quella dove Umberto Masera si è accasciato ed è morto. Lo hanno trovato riverso, accanto ad una catasta di listelli utilizzati per il parquet. Anna invece era nella stanza vicina, che si affaccia sul corridoio, controllata a vista da uno dei tre rapinatori. «Li ha sentiti parlare, sì. Dice che uno di loro aveva un accento quasi meridionale. Ma degli altri non è sicura. Di certo Umberto, prima di reagire, ha provato in «Hanno usato mia sorella come un ostaggio Lui si è ribellato» Sopra: la piantina della villa di Sant'Ambrogio il piccolo centro del Torinese dove si è consumato il delitto

Persone citate: Anna Abbate, Filippo Ricciarelli, Giacomo Bramardo, Umberto Masera

Luoghi citati: Torino