«La mia falsa medaglia di eroe del Vietnam»

«La mia falsa medaglia di eroe del Vietnam» «La mia falsa medaglia di eroe del Vietnam» Bob Kerrey, ex candidato presidenziale, confessa una strage personaggio Maurizio Moiinarl corrispondente da NEW YORK VENTICINQUE febbraio 1969. Subito dopo il tra�mente una grigiastra barca leggera della Us Navy scivola silenziosa lungo il Mekeng. A bordo c'è il «Plotone Delta», una squadra di sei Seal unità d'elite dei commandos della Marina americana agli ordini del giova�ne tenente Bob Kerrey. La barca costeggia la multiforme isola denominata sulle carte «Thanh Phu Secret Zone». La missione è raggiungere il villaggio di Thanh Phong. Il tenente Kerrey già conosce il poste: un villaggio di 10 capanne, forse 12, une dei cinque nella zona del Delta dove i vietcong del Nord si sene infiltrati. L'obiettivo dei viet è di creare una testa di pente a metà della cesta del Vietnam del Sud, per organizzare la guerri�glia alle spalle della grande base militare di Cam Ranh Bay, pun�te di forza della presenza ameri�cana in Indocina. L'obiettive del tenente Kerrey e dei suoi uomi�ni e di snidarli ed ucciderh. Il 13 febbraio i Seal erano già piombati all'improvviso a Thanh Phong interrogando tutti gh abitanti, mene di venti civili, per avere informazioni sul pas�saggio dei viet. Ma temarone a Cam Ranh Bay, sede della Task Force 117 della Us Navy, a mani vuote. Ma adesso si va a colpo sicuro. Gli informatori' hanno avvertite l'intelligence milita�re: «Dentro le capanne c'è un cemmande di Viet, capi compre�si». Kerrey ed i suoi uomini devono fare fuori i viet. Quando la barca leggera si ferma sul Mekeng e i Seal scendono, ad�dentrandosi in fila indiana, l'at�mosfera è spettrale. Al buio, nella fitta vegetazione la visibili�tà è zero. Kerrey e i suoi uomini arrivano a tentoni alle capanne e vengono travolti da un fuoco incrociato. E' una trappola, un inferno. I Seal rispondono spa�rando sulle capanne. Tutte fini�sce in pochi minuti, dentro le capanne seno tutti morti. Seno tutti civili. Ma per la Marina erane viet e il tenente Kerrey si guadagnò la sua croce di bron�zo. Kerrey, classe 1943, si è tenu�te dentro questa storia per 32 anni fino a quando un cronista del «New York Times», Gregory Vistica, circa un anno fa, non si è presentato davanti a lui con i verbali originali della missione recuperati negli archivi della Us Navy. Dopo essersi letto ogni riga Beh Kerrey ha ammesse la strage, rivelando di essersela «portata dentro con tormento ogni nette fino ad oggi». La confessione dell'ex tenen�te in America è il fatte del giorno perché Kerrey non è un americane qualunque. E' un eroe di guerra a cui Richard Nixon assegnò la più alta onorifi�cenza militare la Medal of Honor per aver protette la ritirata di sei compagni sull'iso�la di Hon Tre nel marzo 1969 nonostante fosse state mutilate ad una gamba dall'esplosione di una granata dei Viet. L'onore gua�dagnate sul cam�po ha accompa;nato Kerrey sula via deha politi�ca attiva: prima nelle vesti di go�vernatore «indi�pendente» del Ne�braska, pei l'ap�prodo nel partite democratico, elet�te al Senato per due mandati, can�didato presiden�ziale nel 1992 col favore dei media, volte di spicco a fianco del candidato Bill Bradley prima e di Al Gore pei nell'ultima campa�gna, accreditato a Capitol Hill come uno dei possibili sfidanti di George W. Bush nel 2004. Anche la sua vita privata ha appassionato gli americani. La prima moglie. Ben Defnall, che gli diede due figli, era una buo�na attrice. La seconda la sposò quando era governatore del Ne�braska, era una stella di Hol�lywood: Debra Winger, protago�nista con Richard Gere del film «Ufficiale Gentiluomo». Per set�timane fu il romanze preferite dalle cronache resa. Ma a ben vedere l'ultima moglie non è tanto da meno: Sarah Paley, 44 anni, autrice di «Saturday Night Live», aspetta un figlie. Dopo gli onori militari, i suc�cessi politici e le romantiche cronache resa è arrivata l'am�missione di colpevolezza per la strage di civili vietnamiti a Thanh Phong. La confessione è quella di un eroe che come il repubblicane John McCain ha vissute sulla sua pelle prima, negli anni Settanta, il disprezzo del preprie Paese per aver servi�to nella «sporca guerra» e poi, negli anni Novanta, la stima ed i riconoscimenti per aver contri�buite a frenare l'avanzata del comunismo nel momento più difficile. L'America politica ne�gli ultimi trenta anni ha demo�nizzato e quindi rilegittimate la guerra del Vietnam, era con Kerrey comincia a raccontarla. La descrizione che ha fatto della strage è mozzafiato: «Sparam�mo con gli M-79 e gli M-60, eravamo nel buio più totale ed abbiamo svuotato tutto quello che potevamo contro il villaggio mentre ci trovavamo sotto il fuoco ma quando il fuoco fin�ci accorgemmo che avevamo ucci�se solo donne, bambini ed un anziane, non si trattava di una vittoria militare ma di una trage�dia ed ero stato io ad ordinarla». Pei arriva il rimorso: «Da allora mi sono tormentato nel chieder�mi senza fine come abbia mai potute commettere un simile errore, sapere che la gente am�mazzata era probabilmente sim�patizzante del nemico non mi ha aiutato, essere consapevole di aver seguite in quelle condi�zioni la nostra procedura stan�dard non mi ha aiutate». Incalza�to dall'inchiesta del «New York Times» iniziata nel 1998 Kerrey ha scelto di non ricandi�darsi al Senato lo scorse novem�bre ed ora siede sulla poltrona di presidente della «New School University» di New York. Nel�l'ultima settimana ha già parla�to pubblicamente della «mia strage» in due occasioni. «Mi sente assai più che colpevole, mi vergogno, non ci si può mai liberare da qualcosa del genere jerché oscura il proprio giorno la ammesse he pensato per molto tempo che la cesa peggio�re che potesse accadermi era morire per il mio Paese. Ora non la penso più così. Uccidere per il preprie Paese è molto peggio. E' qualcosa che ti insegue per sem�pre». Il mea culpa dell'eroe buono non chiude tuttavia la pagina della strage di Thanh Phong. Uno dei suoi sei ex uomini, Gerhard Klann, ha raccontate prima ai verbali della Marina e poi ai media un'altra, e più terribile, versione su quanto avvenne. Klann era il soldato più esperto agli ordini del tenen�te Kerrey, al quale una volta confidò che sarebbe state pron�to a combattere «con il coltello fra i denti» per catturare Hanoi, la capitale del Vietnam del Nord. Adesso afferma anzi ricorda che la squadra entrò nel villaggio, fece uscire gli abitanti «dodici e tredici» dalle capanne e le setacciò, poi perquis�i civili, li riun�in un gruppo, li fece allineare uno a fianco all'altro e gli sparò a bruciapelo da due, forse tre metri di distanza. «Non mi sem�bra che fossero armati» afferma Klann. Non sarebbe stato dun�que un tragico errore, una stra�ge terribile ma involontaria, bens�un'esecuzione in piena regola. La versione del soldato Klann coincide in parte con quella di Pham Tri Lank, un'an�ziana donna del villaggio che sopravvisse ma perse il marito nella nette fra il 25 e 26 febbraio del 1969. «Ricordo che gli ameri�cani ordinarono a tutti di uscire dai bunker, li allinearono e gli spararono alla schiena» raccon�ta la donna, che parla di «17 morti», non ricorda nessuna spa�ratoria e non parla di capanne ma di bunker. L'ex tenente ha ripreso duramente il sue ex soldato scelto accusandole di dire il falso. «Non è affatto successo in quella maniera ha ribattuto non siamo andati in quella zona con l'intenzione di uccidere dei civili e non li abbia�mo usciti per uscire da quel posto». «Eravamo in sette laggiù e ci sono sette versioni di quan�te avvenne» ammette Bob Ker�rey. Forse la cronaca esatta della strage non si saprà mai, ma le conseguenze della sua rivelazione sono solo all'inizio. Un soldato che partecipò all'azione lo smentisce: non ci fu nessuna battaglia Ordinammo ai civili di uscire di casa, dopo averli messi in fila sparammo a bruciapelo «Ero a capo di un commando che doveva attaccare un villaggio sospetto Lo credevamo occupato dai guerriglieri, ma alla fine dello scontro ci accorgemmo di aver ucciso donne e bimbi» Nella foto grande, una tragica immagine della guerra del Vietnam. A destra Bob Kerrey. Qui sopra, Debra Winger ex moglie del senatore e protagonista di «Ufficiale e gentiluomo»