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Approda a Tokyo a Cattelan generation NEL MONDO Approda a Tokyo a Cattelan generation Guido Curto CHE il Bel Paese, mozartia�na Terra dove fioriscono i limoni, non sia e non vo�ghe più essere la somma, scontata di tanti stereotipi conditi di pasta pizza e pummarola in coppa, e neppure più «solo» la patria di Leonardo, Michelangelo e Raffaello, lo vuol far capire l'imponente kermesse inaugurata in questi giorni a Tokyo coltitolo «Italia in Giappone 2001». Nell'ambito di questa iniziati�va, che accosta agli abiti di Annani le rosse granturismo Ferrari, la fondazione torinese Sandretto Re Rebaudengo ha organiz z at o alTHara Museum di Tokyo una mostra dedicata a dodici artisti italiani dell'ultima generazione, seleziona�ti dal critico Francesco Sonami. In questa Top Twelve non potevano certo mancare i due «giovani italiani» di maggior suc�cesso intemazionale: la genove�se di padre inglese Vanessa Beecroft e l'onnipresente Maurizio Cattelan, nato a Padova nel 1960, ma da tempo milanese d'adozione, con studio anche a New York. Cattelan come sem�pre sorprende e diverte presen�tando, tra l'altro, ima installazio�ne costituita dal suo autoritrat�to, in forma di manichino da museo delle cere, appeso ad un attaccapanni. La sintetica crestomazia dell' Ultima generazione di Arte Italia�na prosegue con lavori-di Stefa�no Alienti, Giuseppe Gabellone, Simone Berti, Lina Bertucci, Mar�co Boggio Sella, Luisa Lambii, Margherita ManzeUl, Diego Perrone, Paola Pivi e Grazia Toderi. Da queste Visioni a catena, come dicmara il titolo della mostra, dovrebbe inanellarsi una nuova idea di «Famiglia, PoUtica e Reli�gione». Forse le aspettative sono eccessive, però senz'altro emerge una generazione di artisti italiani in grado di parlare un linguaggio intemazionale. La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo propone una pattuglia di emergenti italiani Visioni a catena. Famiglia, Politica e Religione nell'ultima generazione di Arte Italiana. Tokyo. Mara Museum Fino al primo luglio 2001 «La rivoluzione siamo noi» di Maurizio Cattelan