L'italiano che sfidò i negrieri

L'italiano che sfidò i negrieriL'italiano che sfidò i negrieri Romolo Gessi, ufficiale esploratore, combattè con pari crudeltà i liercanti di schiavi nell'Africa fine '800 I« VEseeh things you people ' wouldn'tbelieve...". Se qual�cuno avesse potuto racco�ghere i suoi ultimi pensieri dopo 1 allucinante viaggio che dal profondo del Sudan lo porta a morire a Porto Said, Romolo Gessi senza bluffare avrebbe potuto parafrasare il saluto finale del replicante di Biade Runner: "Ho visto cose che voi umani nemme�no potete immaginare". No, non aveva dovuto affrontare come il coraggioso Roy Batty-Nexus 6 nel film di Ridley Scott astronavi in fiamme alle spalle di Orione. Più semplicemente Romolo Gessi nel corso dell'epopea africana che si prende gli ultimi sette anni della sua vita (è nato nel 1831 e muore nell 881 ) ha visto tutti gh orrori di cui la storia umana è capace. La sua ultima navigazione -; quando col battello carico di centi�naia di suoi soldati, e con al seguito schiavi liberati e donne e bambini, avanza lungo il corso del Bahr el-Ghazal, nella speran�za di giungere in tempo, prima che la malattia lo stronchi, a Khaitum e poi a Suez è un succedersi di quadri infernali. L'imbarcazione rimane bloccata per oltre tre mesi nel sudd, le isole di papiro che ostruiscono il corso del fiume. I soldati muoiono. La fame assedia l'equipaggio. La sera del 31 dicembre 1880 Gessi scrìve nel suo diario; "Quando qualcuno muore è divorato dai superstiti durante la notte. Alle donne mor�te si tagliano subito le mammelle e si mangiano crude. Un soldato ha mangiato il proprio figho". E' solo l'ultima tappa di una vita a tinte fortissime che stupi�sce non veder ancora adeguata�mente ricostruita in qualche nar�razione biografica capace di con�quistare immediatamente grandi e piccoli schermi. Ragione dell'am�nesia | à Ip^e r^al^riope. : fatta dureifte urvèhf^pmdias,clsta'del (kssi'mcorniciàti) nel"rìiblo''di colonizzatore, esploratore e di liberatore di schiavi, capace di innalzare la bandièra della civiltà italiana su sperdute e selvagge lande africane. Simbolo efficace e precorrìtore, dunque, dell'impe�rialismo tricolore che avrebbe tra�sferito seppur per pochi anni la corona di Halle Selassié sul capo di Vittorio Emanuele HI. In realtà pochi personaggi si sottraggono come Gessi a ima forzata connotazione nazionale visto che la vita di quest'uomo è collocata in una sorta di terra di nessuno dove, come nella globaliz�zazione a noi contemporanea, si scontrano diversi modi di produ�zione e immani traffici di merce umana. A quel tempo il commerciò schiavistico, monopolizzato dai gelabba arabi e da una pattu�glia di spietati europei (non man�cano gli itahani) coinvolge ogni anno decine di migliaia di esseri umani razziati in ogni angolo del continente e collocati nei più sva�riati settori e paesi (dalla Turchia alla Trìpolitania, dall'Egitto al Me�dio Oriente). E' un traffico che dispone di eserciti privati, di retro�vie logistiche, di basi di transito, di informatori piazzati all'interno deUe diverse amministrazioni pubbliche; muovervi guerra, co�me fa Gessi, per incanco di Gor�don Pascià, è impresa da far tremarci polsi.,,,, ;, Spietatezza vertiginosa e cru�deltà inenarrabili sembrano i prezzi da pagare a quella che viene presentata e indubbiamen�te è anche questo come una guerra umanitaria, una battaglia per la civiltà'. Per condurre questa resa dei conti con i negrieri. Gessi arrivato in Africa nel 1873 attinge alle esperienze di una vita che si è sempre mossa sui crinali di opposte nazionalità e confliggenti imperi (ad esempio quello russo, inglese, ottomano che si scontrano in Crimea dove nel 1854-55 ci si; imbatte nel giovane Romolo, ufficiale interprete per gh inglesi). In effetti Gessi sin da quegh anni giovanih lavora per Londra ma non ha inai avuto la cittadi�nanza inglese: figho di un raven�nate, console di sua maestà britan�nica a Costantinopoli, è nato in mare frustrando il desiderio paterno di fargli vedere la luce in terra italiana sulla nave che da Ravenna conduce i genitori nella capitale dell'impero ottomano. Morto il padre le autorità inglesi avviano il ragazzo agli studi près�so prestigiose accademie lùihtari: non quella di Sandhurst, riserva�ta ai giovani rampolh usciti da Etòn, bens�quèha austrìaca di Wiener-Neustad. Seguita dalla scuola di guerra tedesca di Halle. Gessi ne esce con una preparazio�ne militare di prim'ordine: quella che emerge nel 1859 quando volontario -raggiunge i Cacciato�ri delle Alpi di Garibaldi, durante la seconda guerra d'indipenden�za. Ma è soprattutto nella guerra ai "signori della tratta degh schia�vi" condotta nel governatorato del Bahr el-Ghazal tra il luglio del 1878 e il luglio del 1879 che Gessi s'impone come un condottie�ro militare di grande talento. In Africa r come si è detto è giunto nel 1873, chiamatovi da Gordon Pascià che Gessi aveva conosciuto giovane ufficialetto nella campagna di Crimea e che ora ritrova nominato governatore delle province equatoriali da Ismail Pascià, il Khedivé d'Egitto. Tra Gordon e Cesisi nonostante la stima 1 rapporti non sono sempre cordialissimi. Reducè dall' esplorazione del Nilo Bianco di cui individua l'uscita dal Lago Alberto, l'italiano si vede attribui�re un modestissimo riconoscimen�to: "What a pity you artot an Enghishman..." gh dice, come spie�gazione, Gordon, di cui Littori Strachey traccerà un memorabile ritratto nel suo Eminent Victo.rians. La rivincita di Gessi sarà costi�tuita dalla campagna vittoriosa condotta contro h re degh schiavi�sti, il giovane Suleiman, figho ribelle del pascià Ziber Rahmat. Una guerra dove ogni pietà sem�bra sparire; Gessi è accusato di decimazioni, fucilazioni somma�rie, le sue truppe di delitti e atrocità "da accapponare la pelle a chi viene alla civiltà". NeDo schieramento guidato da Gessi sono inquadrati migli aia di guer�rieri Niam Niam, che l'italiano ha liberato dalla schiavitù, che com�battono per lui ma che praticano ancora l'antropofagia. Alarne del�le battaglie vinte da Gessi finisco�no duncpie con evirazioni di pri�gionieri e banchetto di avversari caduti. Gordon incontra Gessi a conclusione di questa calata agli inferì. Scrìverà; "Gessi in un anno è molto invecchiato. Ha 48 anni ma ne dimostra 60. Dio solo sa cosa ha visto. Che cosa ha fatto". DALEGGERE M. Zaccaria Il flagello degli schiavisti Romolo Gessi in Sudan Femandel editore, 1999 Romolo Gessi Sette anni nel Sudan egiziano Memorie acuradiAAMichieri Milano 1930 La vita di Gessi rispecchia «crudeltà inenarrabili» contro l'Africa