Milan accusa la compagna: lei sa chi è stato

Milan accusa la compagna: lei sa chi è stato Milan accusa la compagna: lei sa chi è stato Perquisito l'appartamento del giovane, trovate tracce di sangue inviata a BOLOGNA Milan si difende e nel farlo tira in mezzo anche Jenny, la sua compagna, la sorella di Sarah J. «Lei sapeva che gli albanesi l'avevano sepolta in cantina» dice. Nella nuova ricostruzione dello slavo, che da luned�nega di aver commesso l'omicidio, Sarah J. quel gioved�pomerig�gio sarebbe uscita con lui per aiutarlo a mettere a posto la casa dove ieri i carabinieri del Ris hanno trovato abbondanti tracce di sangue nelle tubature del bagno m cambio di una «paghetta», quattromila lire. Poi insieme sarebbero usciti per andare a prendere un gelato. Ma pochi metri oltre il cancello di casa, due albanesi sarebbero spuntati su una macchina blu e dopo aver picchiato Milan («è per quello che ho i graffi sulla faccia»), gh avrebbero strappa�to la bambina, minacciandolo: «Non dire nulla altrimenti am�mazziamo tua moglie e tuo figlio». Dopo poco tempo, forse un'ora, Milan racconta di aver ricevuto la telefonata dei due rapitori che gli dicevano di andare a vedere in cantina co�me era stata ridotta Sarah J. «Se non ci ridai i soldi anche tuo figlio farà la stessa morte». E a quel punto dopo aver verificato 1 orrenda fine della bambina, Milan avrebbe telefonato alla compagna dicendole tutto e di stare zitta per salvare il piccolo. Jenny, ascoltata nuovamen�te nel pomeriggio, ha negato tutto. «Non sapevo niente», ha ripetuto a testa bassa al procu�ratore aggiunto Italo Materia che dopo un'ora di domande l'ha lasciata tornare a casa. La storia degli albanesi non convince. L'uomo con cui Milan ha contrattò il debito di dieci miUoni, ha un alibi di ferro. All'ora del dehtto era in un cantiere edile a lavorare e la sua versione è stata confermata dal datore di lavoro, da due operai e anche dal nonno di Sarah J. tanto che gli inquirenti gh hanno dato il permesso di partire per l'Albania in vacan�za. Esiste comunque l'ombra di un secondo uomo, un complice. Anche se non c'è alcuna confer�ma. Ma la devastazione fatta del corpo di Sarah, la cura con cui sono state eliminate le trac�ce, oltre ai tempi stretti per nascondere il cadavere, fanno pensare a un concorso di colpa. Milan è fermo sulla sua posi�zione. Lo psichiatra che ieri lo ha interrogato in carcere ha detto di averlo trovato «tran�quillo». E questo atteggiamen�to, se fosse confermata la sua colpevolezza, coinciderebbe con l'atroce freddezza dimostra�ta dall'assassino di Sarah J. che, dopo averla massacrata, ha lavato il corpo, togliendo addi�rittura le tracce anche sotto le unghie. Per questo gli inquiren�ti hanno difficoltà a trovare elementi utili all'accusa. Ieri, nella casa, sono arrivati i carabinieri della scientifica a caccia di tracce ematiche, le hanno trovate nelle tubature del bagno. Anche il materasso è macchiato in vari punti, ma bisogna accertare se il sangue appartiene alla bambina o alla sorella Jenny che ha detto di aver avuto il ciclo mestruale poco tempo fa e di aver sporca�to il letto. La scientifica ha anche sequestrato una scarpa di Milan. «Siamo stati fortuna�ti», avrebbe detto uno dei tecni�ci. «La scienza ci darà le rispo�ste che cerchiamo», ha afferma�to il procuratore reggente di Bologna Luigi Persico. Un con�tributo importante alle indagini potrà venire dai risultati dei diversi tamponi compiuti du�rante l'autopsia. Intanto Milan ha accettato il test del Dna e questa prova potrebbe essere decisiva per la risoluzione del caso. [m. cor,] La cura con cui è stato lavato il cadavere di Sarah fa emergere il sospetto di un complice

Persone citate: Italo Materia, Luigi Persico, Sarah J.

Luoghi citati: Albania, Bologna