Galante Garrone e l'esordio antifascista
Galante Garrone e l'esordio antifascista Dopo il no a Torino, il giurista accetta la cittadinanza onoraria di Vercelli Galante Garrone e l'esordio antifascista Enrico De Maria COMMOSSO, ringrazio la mia Vercelli». L'ha scritto ieri, di suo pugno, Alessandro Galan�te Garrone sul libro d'onore del Comune di Vercelli. Nella sua città natale, l'illustre giurista ha ricevu�to la cittadinanza d'onore, equiva�lente al sigillo civico che aveva rifiutato lo scorso anno a Torino, con l'ormai celebre frase: «Grazie, nonio voglio». Sotto gli occhi della moglie Maria Teresa e della figlia Giovanna, Ga�lante Garrone ha ascoltato, commos�so, le parole del sindaco Gabriele Bagnasco e del docente universita�rio di Storia moderna Edoardo Tortarolo, che il Comune aveva incari�cato di tenere l'orazione ufficiale della cerimonia. E proprio nella sua orazione ufficiale, il primo cittadino ha volu�to sottolineare il significato di que�sta onorificenza a un altro «primo cittadino» di Vercelli: «Non è un caso che il riconoscimento ha detto Bagnasco che la sua città ha deciso di attribuirle le venga conse�gnato proprio alla vigilia del 25 aprile. Lei sa bene che cosa è stata la Resistenza e noi non vogliamo che venga dimenticata». Poi è stata la volta del professor Tortarolo elencare le tante qualità del «buon cittadino» Alessandro Galante Garrone, che di fronte a tanti elogi si è schermito: «Siete stati troppo generosi ha detto -, ho avuto tanti difetti che non avete sottolineato, ma ricevo con gioia questo riconoscimento nella città dove sono nato e che amo, nella città in cui ho fatto i miei esordi di giornalista». Galante Garrone ha raccontato che, studente, fondò un piccolo giornale a Vercelli che potesse op�porsi a quello che i fascisti avevano appena aperto e che si chiamava «La doccia». «Noi pubblicammo «L'Ombrello Impermeabile», e in quella impermeabilità c'era forse già lo spirito della Resistenza». Ha citato inoltre le sue collabora�zioni al bisettimanale «La Sesia» («diretto da quel galantuomo di Ermenegildo Gallardi»), e ricordato il triste giorno in cui arrivò, nella casa di via Feliciano di Gattinara, la notizia della morte degli zii Giusep�pe ed Eugenio (medaglie d'oro al valor militare) a Caporetto. La cittadinanza onoraria ha dun�que avuto su Galante Garrone l'ef�fetto evocativo delle «madeleines» su Marcel Proust. I vercellesi che affollavano la sala consiliare l'avrebbero ascoltato per ore. «Ma mia moglie ha detto con simpatia mi ha fatto segno di tagliare e quindi concludo». Ricevendo l'attestato, ha voluto ricordare il suo grande rifiuto a Torino. «Non accettai ha detto perché ci fu un voto contrario (le riserve del centrodestra, ndr). Accet�to invece dalla mia terra questo riconoscimento prezioso e ringrazio di cuore tutti i vercellesi». Il buon cittadino Alessandro Ga�lante Garrone ha promesso di torna�re ancora nella città di cui ora è membro onorario come Rita Levi Montalcini e il suo amico Guido Guazza, scomparso qualche anno fa. Da studente fondò un giornale («L'Ombrello impermeabile») contro «La doccia» del regime «Accetto con gioia dalla mia terra questo riconoscimento di grande prestigio»
Luoghi citati: Caporetto, Comune Di Vercelli, Torino, Vercelli
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