Autobomba a Roma, terrore nella notte di Francesco Grignetti

Autobomba a Roma, terrore nella notte Autobomba a Roma, terrore nella notte Ucciso un metronotte, gruppo eversivo o rapinatori? Francesco Grignetti ROMA Un gruppo di fuoco che spara all'impazzata contro i due vigilan�tes allo scoperto. Un'autobomba che salta in aria. Un furgone truccato con dentro il regista dell'agguato. Un metronotte ucci�so e uno ferito. I condomini dei palazzi che si affacciano sul piaz�zale dov'è in corso la rapina che vengono prima minacciati, poi convinti a rientrare in casa a colpi di fucile. E' finito nel terro�re l'assalto dell'altra notte all'in�casso del centro commerciale «I Granai», quartiere Ardeatino, al�la periferia di Roma. «Gli elementi obiettivi che ab�biamo sotto gli occhi ci fanno pensare al colpo di una criminali�tà bene organizzata. Ma non possiamo escludere una finalità eversiva. Finora non c'è stata alcuna rivendicazione, ma non è detto, se sono terroristi, che deb�bano necessariamente rivendica�re», si limita a dire, prudente, il colonnello dei carabinieri Sergio Pascali che comanda il nucleo operativo di Roma. L'azione è durata pochi minu�ti. Ma sufficienti per seminare il panico. Tutto comincia alle 23,40 di lunedi sera. Il furgone portava�lori della società Europei si avvi�cina, come al solito, e nonostante ci siano precise direttive del Capo della polizia che vietino i traspor�ti di valori nella notte, a, un ingresso secondario del centro commerciale. Scendono in due: il caposcorta Massimiliano Bacan�ti, Al anni, uomo esperto, e Massimiliano Giacchini, sui trent'anni. Indossano giubbetti antiproiettile e portano fucili a pompa. Ballanti non è affatto tranquillo e ha ragione. Non c'è anima viva in via Rigamomi. E anche l'illuminazione stradale non è un granché. Il furgone blindato, intanto, si sistema poco distante. Le due guardie giurate entrano nel cen�tro commerciale, prendono il sac�co che contiene i duecentotré milioni dell'incasso del supermecrato «Panorama», escono. Il caposcorta fa il segnale al furgone di avvicinarsi e i due cominciano a scendere le scale verso la strada. E' in quel momen�to che si scatena l'inferno. Salta in aria una Panda azzur�ra parcheggiata l�davanti. «Stavo risalendo sul furgone racconta il vigilantes ferito con il sacco dell'incasso quando ho visto da�vanti a me l'esplosione che mi ha investito e subito una cortina di fumo. Ho perso di vista i colleghi e sono svenuto». Da dentro un furgone bianco, anch'esso parcheggiato a poca distanza, e dove erano nascosti i registi del colpo, non solo aveva�no azionato l'esplosivo con un congegno a distanza (si pensa a un apricancello modificato), ma era partito anche l'ordine di apri�re il fuoco. Sono almeno in quat�tro, con i passamontagna, che cominciano a sparare da due punti diversi del piazzale. Fuoco incrociato sull'unico metronotte. I banditi usano armi da caccia e pallettoni da cinghiale. Il vigi�lante Ballanti, che era rimasto appena indietro, viene colpito in pieno. Un proiettile di fucile lo colpisce al collo e lo fulmina all'istante. A questo punto la rapina è già finita. I due metro�notte non hanno avuto il tempo di reagire. I banditi si avvicina�no. Uno sfila via al morto il fucile e la pistola. Un altro si avventa su quello semisvenuto. Urla in romanesco: «Devi morì! Mo' mo�ri dissanguato... Bastardo. Dam�me la pistola e li soldi!». L'autista sul furgone, intanto, vista l'esplosione, innesta la mar�cia e parte a tutto gas. Fa almeno due giri della piazza bersagliato dai colpi di fucile e di pistola. Poi riesce a imboccare via Rigamonti e si allontana. «Ha fatto bene dice il colonnello Pascali e ha rispettato le regole. Se fosse rima�sto fermo, sicuramente i malvi�venti avrebbero fatto saltare i vetri blindati e il bottino sarebbe stato ben maggiore. Su quei furgo�ni trasportano da uno a cinque miliardi».. Ma noh ò finita qui. Sbalorditi dall'esplosione e dalla sparato�ria, molti cittadini si affacciano per vedere che succede. In strada ci sono almeno due banditi che si sbracciano. Un altro urla, in buon italiano, ma con inflessioni romanesche: «Entrate dentro! A casa!». Poi, siccome non gli ubbi�discono, spara un paio di colpi contro il palazzo più vicino. «Per fortuna non ha colpito nessuno», dice in un soffio l'ufficiale dei carabinieri. I banditi (almeno sette, forse otto) saltano su due auto e si dileguano. Una viene scoperta poco dopo: è un'Alfa 164, blinda�ta artigianalmente con lastre di piombo piazzate dentro le portiere e nel portabagagli. Incastrata tra i sedili, c'è una pistola di quelle rubate ai metronotte. I vetri li hanno rotti con il calcio dei fucili: evidentemente i bandi�ti temevano un inseguimento e si preparavano a sparare. I carabi�nieri trovano anche un sacchetto di chiodi a tre punte. Ieri pomeriggio una decina di perquisizioni a Napoli, nelle abi�tazioni di pregiudicati: l'attenzio�ne di carabinieri e polizia si sarebbe concentrata sul capoluo�go campano perché uno dei rapi�natori rimasto ferito nel conflitto a fuoco con le guardie giurate potrebbe essere stato trasportato proprio in un ospedale di Napoli. Alle 23,40 di luned�l'assalto al furgone portavalori: salta in aria una Panda e i banditi sparano all'impazzata. Poi la ftiga su un'Alfa 164 con 200 milioni Ieri sera perquisizioni a Napoli: uno dei rapinatori rimasto ferito nel conflitto a fuoco con le guardie giurate sarebbe stato ricoverato in un ospedale della città Due carabinieri eseguono rilevamenti sull'autobomba esplosa vicino al furgone portavalori dell'Europol

Persone citate: Granai, Massimiliano Giacchini, Pascali, Sergio Pascali

Luoghi citati: Napoli, Roma