«Milano da votare», trionfa la campagna pazza di Fabio Poletti

«Milano da votare», trionfa la campagna pazza Si presentano 10 candidati sindaci, 978 aspiranti consiglieri e 19 liste: la caccia ai consensi è disperata «Milano da votare», trionfa la campagna pazza Fabio Poletti MILANO Igay di Milano hanno un loro candidato per Palazzo Mari�no, si chiama Albertini ma di nome fa Marco e corre per i Liberalsocialisti come vicepresi�dente dell'Arcigay. Alla faccia di Barlusconi, all'anagrafe Pericle, che di chance nel Partito Pensio�nati ne ha pochine. Anche perché il capolista del partito degli over, Arturo Testa, almeno una volta è già arrivato secondo. A San Re�mo, anno 1959, podio d'argento con la canzone «Io sono il vento». Che non è poco, in questa campagna elettorale milanese di slogan uguali, manifesti identici e facce anonime. Dove ci sono 10 aspiranti sindaci e 978 candidati consigheri divisi in 19 liste. Per non parlare di quelli che puntano su Montecitorio e Palazzo Mada�ma, alla ricerca disperata di con�sensi. Cosa non facile, se non si considerano i big dal collegio blin�dato. E allora via alla campagna elettorale fai da te, dove all'inven�tiva si uniscono le strategie di mercato di una città che sulla pubbbeità vive, sin da quando dicevano che era da bere. E ades�so è da votare. Magari non tutti avranno il piacere di conoscere Sergio Gozzoli, ex repubbUchino e aspirante sindaco per Forza Nuova. Per entrare a Palazzo Marino è dispo�sto a spendere 4,5 milioni. Con il risultato che al suo comitato elet�torale c'è sempre una segreteria telefonica e il banchetto fisso in corso Vercelli è l'unico in tutta la città. Non si sa quanto sia grande l'appartamento di Camilla OcchionoreUi, capolista per Demo�crazia Europea, che al porta a porta preferisce l'invito a casa sua, dove promette tè, pasticcini e brevi comizi elettorali. Tanto da far inorridire Klaus Davi, l'unico tra i pubblicitari che ha preferito non scendere in cam�po e guarda per�plesso lo sgomita�re dei candidati: «Manca il corag�gio e mancano i soldi. Tra budget e analisi di merca�to ci vorrebbero almeno 100 milio�ni, ma vanno tutti al risparmio. E i risultati si vedo�no... Scimmiotta�no la pubblicità, e questo è un bene, ma sbaghano tar�get». Che poi sarebbe l'obiettivo, la meta, da raggiungere differen�ziandosi dagli altri. Ci prova Marco La Monica, candidato dei Verdi nell'Ulivo, collegio Camera 2. Ha 36 anni, fa l'imprenditore e da 12 si occupa di prodotti biologici, è la sua prima volta: «Distribuirò un mi�lione di mele ai milanesi. E' un simbolo semphee e salutare. Mi batto per la qualità della vita». Dice che il tutto gli costerà un centinaio di milioni e che di meno non si può spendere, tenendo conto delle mele, dei manifesti e degli immancabili santini: «Devo colmare un gap di visibilità». Sulle arance, punta invece Mil�ly Moratti, aspirante sindaco per i Verdi-lista Moratti. Ne distri�buirà a quintali visto che il suo slogan è «Vitamine per Milano». I suoi giurano che non spenderà più di 50 milioni per la campagna elettorale, ma i 240 metri quadri a Porta Vigentina sede del suo staff, sono di famigba. E c'è chi si chiede chi pagherà i conti delle cene condominiali, alla maniera di Rutelli e Berlusconi. Dove lei giura di cercare solo voti e non anche finanziamenti. Camper a parte, che per le vie di Milano i pullman non ci passa�no e figuriamoci treni o navi elettorab, punta all'old style San�dro Antoniazzi, candidato sinda�co per il Centrosinistra più Rifon�dazione. La sua giornata tipo è senza pause. Oggi alle 9,30 incon�tra i pensionati della Cisl, alle 10,30 gli abitanti del GratosogUo, nel primo pomeriggio sarà a un dibattito sulla scuola, alle 18 a im incontro sul lavoro e alle 20,30 a un convegno sulla Resistenza. Quella che deve avere almeno fino alle 22, quando al circolo Barrio's parteciperà a un concer�to rock promosso da un gruppo di suoi sostenitori che si sono auto�nominati «Pazzi per Antoniazzi». Meno stressante la campagna elettorale di Marco Marsili sem�pre dei Verdi. Sui manifesti ha messo d suo numero di cellulare 0338.8695991. Chi vuole parlar�gli, lo chiama: «Sono stato som�merso da centinaia di telefona�te». Chi vuole cliccare e cercare in rete il suo candidato, non ha che da sbizzarrirsi. C'è pure Fehce Besostri, che aspira a tornare al Senato per i Ds. La teicnologia è nuova, ma non si va oltre il santino. E sotto la sua foto, c'è l'elenco dei meriti professionab: «Specializzato nei servizi pubbbci, nell'ambiente, nelle società miste, nell'urbanistica e nell'edili�zia». Emma Bonino, candidata al Senato 2, si è inventata la pubbli�cità comparativa e sfida i suoi candidati diretti con un volanti�no dal titolo «Per i diritti civib preferisci Bonino o Dell'Utri o Amoroso?». E allora va a finire che l'unico veramente innovati�vo, diventa il sindaco in carica Gabriele Albertini. Che ha deciso di non fare campagna elettorale e di spendere nemmeno 20 milioni. Da qui al 13 maggio parlerà delle cose già fatte dalla sua ammini�strazione e, tanto per dire, conti�nuerà ad inaugurare monumenti illuminati come il Duomo o stra�de come via Malagodi che è appe�na un vicolo. Forte del 590Zo e passa dei consensi. Sicuro di non essere confuso con l'altro Alberti�ni. Camilla Occhionorelli invita la gente a casa, la segreteria telefonica èTarmadiGozzoli Milly Moratti si affida alle arance, Marco La Monica distribuirà un milione di mele Qui accanto Milly Moratti, candidata di Verdi e Rifondazione, che distribuirà arance. A sinistra il sindaco Gabriele Albertini, che non farà campagna elettorale e spenderà meno di 20 milioni

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