La Roma passeggia sulle ceneri dell'Udinese

La Roma passeggia sulle ceneri dell'Udinese Prova di forza della capolista in vista delle sfide scudetto con Lazio e Juve. Di Sosa la rete dei friulani La Roma passeggia sulle ceneri dell'Udinese In gol super Tommasi e le «riserve» Montella e Nakata Giancarlo Laurenzi inviato a UDINE Che l'Udinese sia oggi la peggio�re squadra della serie A non ;raffia dimensioni e spessore dela passeggiata della Roma. Lar�ga, per punteggio e gioco. Capel�lo aveva promesso: sarà vittoria e scudetto, la forma c'è, non siamo spremuti, coincidenza e sfortuna le ultime figuracce. La squadra ha dimostrato che la mano del tecnico ha lasciato le stimmate: attributi da esposizio�ne nel momento più antipatico, un punto nelle ultime due parti�te e gli avversari che accorciano. Ieri, teoricamente, tutto compli�cato dalle assenze gravi: il perno della difesa (Samuel), il suo com�pare (Zago), la luce della squadra (Totti, in tribuna per non vivere lontano dai compagni). Invece, partita elementare: nello svolgi�mento, nel risultato. Doppio yantaggio al crepuscolo del primo tempo (Montella più Tommasi), gestione della ripresa con Emer�son in cattedra e il terzo gol che arriva dal cielo e dal solito cross al bacio di Cafu (segna Nakata, prima rete quest'anno), affanni calcolati dopo il guizzo aereo di Sosa. Poteva essere goleada da anna�li, se Tommasi avesse il piede di velluto (visto tutto lo straordina�rio resto della giornata, non sa�rebbe Tommasi bens�la reincar�nazione di Falcao), oppure se Batistuta ritrovasse forza nei garretti. Invece è stata semplice�mente la nona vittoria in trasfer�ta del campionato sulle quattor�dici effettuate, la tisana prima del doppio round che deciderà delle sorti della stagione: dome�nica sera il derby, quella dopo la Juventus. La mascella di Capello è l'immagine giusta: allungata all'ingiù per un quarto d'ora, di corsa assieme al resto per far compagnia a un sorriso enorme, poi. Assenze a parte la Roma ha capito presto di non dover teme�re altro che l'imponderabile. Udi�nese inferiore in ogni zona del campo, in ogni duello, dalla pic�cola alla grande strategia. Naka�ta non è Totti, ma il teorico preposto alla sua persona, un certo Helguera, ha vagato come mongolfiera impazzita sulla pro�pria trequarti. Mister Hide, il cui difetto resta quello di cercare il difficile quando la cosa facile è più produttiva, ha messo testa e piedi in ogni pericolo per Turci: dagli assist per Tommasi, al gol di Montella, al lancio per Cajfu che ha generato la terza rete. Ha avuto pazienza la Roma, accorta�si che le occasioni fioccavano, una volta saltato quel centrocam�po di cartapesta, con l'ombra di fiore a singhiozzare. Emerson solo in apparenza ha brillato meno: pochi ricami, ton�nellate di sostanza, gestione del�la palla dopo il timido risvegho dell'Udinese seguito all'incorna�ta di Sosa. Emerson è sembrato il terminale di Capello: ha garanti�to fosforo dal primo all'ultimo minuto in cui è stato dentro (sostituito da Di Francesco per una botta, recuperabile per il derby). La panchina della Roma è la sua forza: a parte Nakata, Montella ha toccato il fondo del pozzo e sfiorato la fuga altrove perché nella mente particolare del tecnico era (è?) considerato meno utile di Delvecchio. Batigol si è fatto la bua e Capello si è aggrappato a Montella: così, ne�gli spiccioli di campionato ritaghatisi ha segnato 9 gol, tutti decisivi. E Mangone? Sosa e Muzzi hanno dovuto girargli alla larga per rendersi conto eh esser�ci. Lo sviluppo del gioco gialloros�so è stato il termometro della serenità: orizzontale fino a quan�do la profondità non era certa (e gli spazi c'erano, con gli avversa�ri del genere) e il compagno smarcato. Cafu e Candela hanno digerito i rivali: il primo ha approfittato dell'infortunio a Manfredini (uno dei meno peg�gio) per mangiarsi il subentrato Diaz; il francese ha sgretolato il povero Geneaux, mandato allo sbaraglio dopo sette mesi di as�senze e un intervento ai legamen�ti. Riduttivo aggrapparsi ai singoli, nella Roma non c'è insufficien�za (a parte l'acerbo Zebina), l'Udi�nese è sembrata l'immagine del�la società che la possiede: gestio�ne familiare, una trattoria alla buona. I giocatori avevano avver�tito: l'esonero di De Canio è una foUia. I risultati, evidenti. Non fosse perché l�dietro vanno alla moviola, la serie B sarebbe a un passo, classifica e calendario alla mano (senza contare passaporti e penalità eventuali). Era proprio la mollezza degù avversari che preoccupava Ca�pello. Punti persi contro Reggina e Bari, sofferenze contro Verona e Perugia. Fosse per ieri, la Roma è sana come un pesce. E a naso, troppo scaltra per abboccare. L'incontro si è chiuso già nel primo tempo Perigiallorossi è il nono successo esterno in 14 partite La panchina si sta rivelando il punto di forza dei giallorossi E ora Spalletti deve pensare alla salvezza 1 TURCI 6 CARGO 6.5 SOTTIL 5 BERTOnO 5.5 GENAUX 5 (1'5.1: Alberto) 6 HELGUERA 5 WALEM 5.5 FIORE 5.5 MANFREDINI 6 (25'p.t.:Diaz) 5 SOSA 6 MUZ2I 5.5 (24ls.t.;laquinta) s.v. AII.SPALLETTI 5 3-4-1-2 ANTONIOLI ZEBINA 5.5 ALDAIR 6 MANGONE 7 CAFU 6.5 TOMMASI 7.5 EMERSON 7 (43's.t:Di Francesco) s.v. CANDELA 6.5 NAKATA 6.5 (37's.t.:ZanettiC.) s.v. BATISTUTA 6 MONTELU 7 (37,s.t.:Delvecchio) s.v. All. CAPELLO 7 Arbitro: FARINA 6 Reti: p.t.: 39' Montella; 45' Tommasi; s.t.: 22' Nakata; 32'Sosa. Ammoniti: Sottil, Cargo, Montella, Margone, Diaz, Hclguera, Walem. Spettatori: Paganti 7.353, incasso 439.640.000, abbonati 15.341, quota abbonati 349.855.100 Walem (a sinistra) interviene duro su Batistuta. L'attacco della Roma non ha incontrato particolari difficoltà a perforare la difesa dei friulani

Luoghi citati: Bari, Candela, Lazio, Montella, Perugia, Udine, Verona