«Umiliato? Sì, ma a casa mia»
«Umiliato? Sì, ma a casa mia» «Umiliato? Sì, ma a casa mia» Il primo uomo con il bracciale elettronico la storia Patrio Colonnello MILANO E* ALL'ALTRO ieri il nuovo fetic)cio di casa Albirena un minu�scolo bilocale tra i casermoni popolari che punteggiano la periferia Est di Milano non è più la tv. Grazie a papà, è un apparecchietto bizzoso, grande come una scatola di sigari con due antenne, un telefono e un paio di cavi allacciati a una linea Isdn colle�gata alla questura. La famigliola di origine peruviana, due bambine, mo�glie e marito, ci gira attorno con timore reverenziale. E non è una metafora. Perché il raggio d'azione di questa misteriosa scatoletta elettro�nica, disegna esattamente un cerchio i cui perimetri invisibili, che corri�spondono grossomodo ai 40 metri calpestabili dell'appartamento, non possono essere in alcun modo supera�ti dal capofamiglia: Augusto Cesar Tena Albirena, 34 anni, condannato a cinque anni e mezzo di prigione per spaccio. Pena, il rientro in carcere. Perché il signor Albirena, piccolet�to, carnagione scura da sudamerica�no, è il primo, fortunato (?), possesso�re in Italia dall'ormai famoso braccia�letto elettronico voluto dal governo dell'Ulivo per tentare di alleggerire il perenne sovraffollamento delle pa�trie galere. Un aggeggio grigio scuro munito di radiotrasmittente che lui porta, non troppo disinvoltamente, allacciato alla caviglia sinistra. «Cre�da sorride timido Albirena -, per uno condannato come me, è davvero una fortuna. Anche se un po' umilian�te. Ma pur di venire qui, me ne sarei fatto mettere uno grosso cos�al collo». E quella scatoletta che cam�peggia su un comodino del minusco�lo soggiorno, piazzata in posizione speculare alla tivù, è l'apparecchio che controlla i suoi movimenti e fa scattare l'allarme alla polizia se Augu�sto Cesar si azzarda ad uscire di casa. «Nel giro di 24 ore ha già fatto partire due falsi allarmi: uno alle 8 di sera e l'altro alle 5 del mattino, mentre dormivamo tutti. Ogni volta è squilla�to il telefono e poi è arrivata qui la polizia. Ma va bene così, siamo ugual�mente contenti...»). Le bambine, una di cinque anni e l'altra di sei mesi, guardano l'appa�recchio con gli occhi bramosi dei piccoli che intravedono un nuovo giocattolo tutto da smontare. La mo�glie invece lo sbircia preoccupata. «Eh no. Bisogna stare attenti, non bisogna muoverlo dice Augusto Cesar -. Ieri è scattato proprio men�tre stavo mettendo in carica il cellula�re. Oggi invece ho fatto il mio primo bagno in casa. Chissà se funziona ancora? Mi hanno detto che non c'è problema...». Poi si guarda attorno e finge ingenuità: «Ma secondo lei la polizia da questo braccialetto, sente quel che dico?». Albirena, che di mestiere faceva il fattorino, fu arrestato mentre aspet�tava il treno della metropolitana con la famiglia perché un poliziotto lo vide lanciare tra i binari un pacchet�to al cui intemo, si scopr�dopo, c'era quasi un etto di cocaina. «E' stato tutto un equivoco», si difende Augu�sto Cesar. Ma il giudice lo ha condan�nato a cinque armi e mezzo di prigio�ne. E adesso Albirena, pur accettan�do la condanna, ha fatto appello. In carcere, tre mesi fa, quando ha senti�to dai compagni di cella che sarebbe entrato in vigore il braccialetto elet�tronico, si è dato subito da fare presentando, insieme ad altri quat�tro detenuti di San Vittore, una do�manda al giudice di sorveglianza con la speranza di chi compra un bigliet�to della lotteria. «Ouando il 12 aprile scorso mi hanno trasferito nel carce�re di Livorno ho pensato che non se ne sarebbe fatto nulla. Invece mia moglie era riuscita a parlare col giudice e venerd�scorso mi hanno detto che sarei uscito, che avrebbero sperimentato questo braccialetto per la prima volta su di me». Cos�sabato mattina è arrivato finalmente a casa. «E' stata una giornata emozionan�te. Sono venuti a prendermi in cella a Livorno e mi hanno portato qui con tre auto della polizia. Per tutto il giorno c'è stato un via vai di poliziot�ti e tecnici che hanno installato l'ap�parecchio. Poi mi hanno allacciato il braccialetto». E alza il jeans indican�dolo: «Non mi piace ma forse mi ci abituerò». Il gioco funziona così: se Albirena esce dal «cerchio», e supera la porta di casa, il collegamento s'interrompe e l'allarme suona. «Subi�to arriva una telefonata dalla Questu�ra e io devo rispondere. Poi arriva anche la polizia». E se scoppia un temporale? Augusto Cesar sorride e allarga le braccia. Si vergogna di quel coso? «Molto. Ma è meglio questo braccialetto che stare in carcere. Per me è comunque una cosa buona perché finché non ci sarà chiarezza nel mio processo, potrò stare in casa. Questo è il primo giorno che passo con i miei figli in sei mesi. E se va tutto bene, non sarà l'unico». Il «braccialetto» elettronico. Sabato è cominciato il primo esperimento a Milano
Persone citate: Augusto Cesar
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