Gargano, Bush strizza l'occhio al Polo di Augusto Minzolini

Gargano, Bush strizza l'occhio al Polo Gargano, Bush strizza l'occhio al Polo Augusto Minzolini ROMA Il sorriso compiaciuto gli si stampa sul viso quando gli fanno quel nome in una delle stanze private del palaz�zone di via del Plebiscito. «Ha sentito Bonaiuti? dice all'onnipresente por�tavoce -. Sembra che in Via Veneto arrivi Gargano...». Ma è la debolezza di un istante forse dovuta ad un pizzico di vanità. Poi subito dopo Silvio Berlusconi per rispetto alle forme e per non creare imbarazzi precisa: «Io comunque non lo cono�sco. Non l'ho visto a New York. In quel viaggio ho passato tutto il tem�po in Florida a guardare in tv la campagna elettorale. Là né i repub�blicani, né i democratici hanno utiliz�zato manifesti ma si sono avvalsi solo di spot televisi�vi. Mi dicono co�munque che è bra�vo. Mi dite che è iscritto all'associa�zione Magna Gre�cia? Allora sarà ami�co di De Mita». Troppo precipi�tosa la precisazione del Cavaliere. An�che perché nella vi�sita in Italia di tre settimane fa Char�les Gargano, l'uomo che la Washington diplomatica già ve�de al posto dell'at�tuale ambasciatore americano in Italia, Thomas Foglietta, ha ammesso di aver parlato in passato con il Cavaliere. An�zi, il loro primo col�loquio telefonico ri�sale a quando Pataki diventò gover�natore dello Stato di New York. E anche la sua assistente di tanti anni, Janet Bedin, ora emigrata a Torino per affari, ride lasciando cadere il discorso quando qualcuno le parla di quella colazione tra Gargano e il Cavaliere al ristorante San Pietro a Midtown nel novembre scorso di cui diede notizia proprio questo giorna�le. All'incontro conviviale di cui si conosce anche il menù (orata alla griglia e verdura) partecipò insieme ad un professore italiano che insegna alla Columbus University, Langono, anche un'avvenente bionda che a sentire la descrizione degli avventori ha gli stessi tratti della Bedin. Quella notizia va ricordato per dovere di cronaca all'epoca non fu conferma�la da Berlusconi. Ma è certo una coincidenza che a sei mesi da quell'incontro di cui sono slati testimoni il proprietario del ristorante San Pietro, Gerardo, e il titolare della Nikko limousine. De Rosa, cioè dell'agenzia di noleggio di cui si avvale sempre l'ambasciala italiana a New York per accompagna�re i vip del nostro paese che soggior�nano nella Grande Mela Gargano sia di gran lunga il favorito per la nomina del nuovo rappresentante di George Bush a Roma (l'altro candida�to, Lucio Noto, vicepresidente della Mobil, ha meno chances di lui). La coincidenza diventa ancora più inte�ressante se si pensa poi che in que�st'occasione a differenza che in passato la scelta del nuovo amba�sciatore ha avuto una lunga incuba�zione. Anzi, altra novità molto del lavoro diplomatico della Niaf, l'asso�ciazione degli italo-americani, per portare un oriundo in via Veneto si è svolto proprio a Roma. Comunque, ci sia stata o meno quella colazione propiziatoria con Berlusconi sei mesi fa, Gargano, inu�tile nasconderlo, tra i tanti candidati è sicuramente quello che ha più rapporti con il centro-destra, cioè con lo schieramento che potrebbe diventare maggioranza dopo il 13 maggio. Figurarsi che nella visita di tre settimane fa, il personaggio ha incontrato oltre a diverse personali�tà del mondo economico anche il presidente della provincia di Roma, Moffa, cioè un esponente di Alleanza Nazionale. Tutto questo aumenta l'impressione che su questa nomina sempre che si faccia pesi anche una previsione dell'amministrazio�ne americana su come andranno le prossime elezioni in Italia. In altre parole gli americani dopo aver valu�tato diversi nomi potrebbero sceglie�rei condizionale è d'obbligo) quello che ha più relazioni con i possibili governanti di domani. In fondo anche loro conoscono i sondaggi. Si tratta solo di congetture, legate un po' ai rapporti del personaggio e alla sua storia politica, ma di certo Gargano cambierà i riferimenti politi�ci dell'ambasciata di via Veneto. L'uomo è, infatti, un repubblicano purosangue, chairman della campagna elettorale di Bush nello Stato di New York. E' stato per anni l'alter ego del governatore Pataki e, di fatto, suo ministro dell'Economia. In più oltre ad essere il presidente dell'asso�ciazione che organizza la giornata del Columbus day, cioè la festa degli italiani in America, è legato anche all'associazione Magna Grecia di cui è presidente lo stesso Pataki (ha una sede in via Zanardelli a Roma ) che raccoglie studiosi americani e italia�ni di orientamento moderato. Questo significa che se durante il mandato di Foglietta erano gli espo�nenti dell'Ulivo ad essere di casa in Via Veneto, ora avverrà l'esatto con�trario. In fondo è un cambiamento naturale. L'avvento dell'Ulivo in Ita�lia fu preceduto dall'elezione di Bill Clinton alla Casa Bianca e ora coinci�denza vuole che l'arrivo di George Bush anticipi di sei mesi la possibile vittoria del centro-destra. E' la con�ferma che la globalizzazione ha an�che un risvolto politico, che i cicli delle alternanze tra moderati e pro�gressisti coincidono di qua e aldilà dell'Atlantico. E' naturale che chi governa al centro dell'impero favori�sca chi nei diversi paesi ha idee affini alle sue. Se ne sono accorti anche gli esponenti del centro-destra che han�no tenuto i rapporti con Washington in questi mesi. «Loro ha raccontato tempo fa Giuliano Urbani dopo un incontro con il vice di Bush, Dick Cheney ci guardano con una simpa�tia che cresce quando ipotizzano l'arrivo di un governo moderato in Italia. Sono contenti di fronte alla prospettiva di dialogare nei prossimi mesi con un governo centrista in Italia. Berlusconi a palazzo Chigi per loro significa avere una maggiore sintonia con il nostro paese. I repub�blicani americani e l'amministrazio�ne sanno che non avranno solo degli alleati, ma dei cugini». L'arrivo di Gargano a Roma è la conferma. Il Cavaliere ha già incontrato (ma nega) l'ambasciatore «in pectore» Urbani: gli Usa sanno che noi saremo non solo alleati ma anche cugini A sinistra l'ambasciata americana di via Veneto a Roma Nella foto grande a destraCharles Gargano