Rutelli: Berlusconi, un uomo solo, perderà di Fabio Martini

Rutelli: Berlusconi, un uomo solo, perderà Rutelli: Berlusconi, un uomo solo, perderà «Era sicuro di vincere, sa che posso batterlo e perciò fa errori» intervista Fabio Martini ROMA Di A cinque mesi Francesco Rutelli ha indossato una maschera che lo rende ridanciano, rilassato, ottimi�sta. Sempre e ovunque. Eppu�re, sull'auto blu che nella domenica mattina lo fa schiz�zare da un angolo all'altro di Roma, il Candidato non si sforza di apparire: è per dav�vero convinto di potersela giocare. «Da piazza del Popolo è uscito un messaggio di grande fiducia. Si è spezzato un incan�tesimo negativo, quell'idea che ha aleggiato per molto tempo e cioè che le elezioni fossero perse. Ora, quest'idea è stata rovesciata e tutti han�no capito che si può fare». Ma non ci vuol molto a comprendere che la folata di ottimismo è legata soprattut�to alle ultime sortite di colui che Rutelli si ostina a chiama�re «il mio avversario»: «Nel nervosismo e negli errori ripe�tuti che sta commettendo in questi giorni c'è una ragione psicologica: è la reazione tipi�ca di chi pensava di aver già vinto e che si trova in una situazione alla quale era im�preparato. Sta scoprendo che gli italiani stanno interrogan�dosi veramente se la destra [debba vincere e se il centrosi�nistra non abbia trovato le risorse per risolvere le critici�tà di questi anni». La folla la conforta, ma in piazza del Popolo ha tenu�to per molti anni i suoi affollatissimi comizi Pie�tro Nenni, uno che dal 1948 in poi ha provato sulla propria pelle che le piazze piene non sempre preludono a vittorie elet�torali. «Certo che non c'è un automa�tismo. Ma quella di sabato è stata una prova di forza signi�ficativa: avere una piazza cos�piena a tre settimane dalle elezioni non era facile. I candi�dati erano nei collegi assieme a tanta altra gente. Anche cinque anni fa ci ritrovammo in piazza del Popolo c'era persino una presenza meno cospicua ma allora mancava�no pochissimi giorni, era l'ulti�mo rush. E dunque aver visto tutta questa mobilitazione è molto, molto positivo». Lei, Amato e D'Alema ave�te proposto un'immagine non sfocata di sintonia. Rutelli, ammetterà che ce n'è voluto di tempo: man�cano appena 21 giorni alle elezioni... «E' il frutto del lavoro di questi mesi. Devo dare atto ad entram�bi. A D'Alema, che ha fatto un discorso molto, molto misura�to, molto lineare. E ad Amato, che in questi mesi ha svolto un lavoro di tessitura tra il gover�no e l'esperienza che stiamo facendo in campagna elettorale e la possibile mia futura premiership. Sì, è vero: sabato, tutti hanno potuto vedere la sintonia che c'è tra noi». In questi ultimi giorni Berluscòni ha guadagnato le prime pagine con due sorti�te sulle minacce e sul�l'omicidio D'Antona che a prima vista non sembrano moltiplicatrici di consen�si: a suo parere cosa sta accadendo al suo avversa�rio? «Nel suo nervosismo c'è un'av�ventura solitaria che si sta esa�sperando col passare del tempo. Il mio avversario impedisce ai suoi candidati di mettere i loro volti sui manifesti. Fini è ridot�to oramai al rango di servitore. E poi c'è una lotta interna di altri possibili pretendenti: ba�sta vedere l'attivismo della pre�sidente della Regione Lombar�dia. Ma l'indizio numero uno è il rifiuto del confronto che fino�ra e sottolineo finora non si è ''ancora svolto». In che senso finora? «Io sono convinto che alla fine il .confronto non potrà che farsi». Lo dice per stanarlo o per�ché è in corso una trattati�va riservata? «Ma no, è tutto alla luce del sole. La verità è un'altra: se non accetta il confronto, mi fa il più grande regalo. I confronti perché bisognerà fame più di uno si faranno. E la sfida sarà cavalleresca». Scusi, ma se Berlusconi im�magina di non aver vantag�gi perché dovrebbe accetta�re la sfida tv? «Il rifiuto è un indizio di arro�ganza e di fifa. Due cose che non piacciono agli italiani. In questi mesi lui è stato saccente e sprezzante. Un atteggiamento al quale io non ho mai dato esca, non ho mai preso a prete�sto per una risposta aspra». Rutelli, ma lei ogni giorno non attacca duramente Berlusconi? «Certo. Ma bisogna saper distin�guere. In questi mesi posso aver dato giudizi politici severi, pos�so aver fatto anche dell'ironia, ma non ho mai fatto una polemi�ca personale contro il mio avver�sario». Sulla vicenda D'Antona per�ché è stato parco di parole? «Non ho molto da aggiungere alle parole di indignazione pro�nunciate da Olga D'Antona». Lei non crede che possa esserci un filo rosso nelle due sortite di Berlusconi? Il pericolo comunista che stavolta non riesce ad agi�tare, ritorna come mandan�te di omicidi e attentati? «Guardi, anche il tema delle minacce appare a suo modo paradossale. Ho parlato in que�sti giorni con gente che svolge il suo servizio in prima linea. Ho colto una sorta di sbalordimen�to per il modo con cui è stata trattata questa materia. Chi ha senso dello Stato dovrebbe sape�re che queste cose vanno maneg�giate con grande cautela. Nessu�no ha mai letto un mio comuni�cato su questi temi, anche se negli ultimi anni io ho ricevuto decine di minacce. Certo, minac�ce da valutare ma proprio per questo chi ha una responsabili�tà pubblica deve far lavorare chi è preposto e non deve certo divulgare documenti riservati delle Questure. E' un impulso veramente originale quello che induce a fotocopiare documenti riservati e ordini di servizio degli investigatori. E' assurdo. In Italia ci sono molti mitomani e personaggi pericolosi. Ai pri�mi non. va dato l'aggio della pubblicità, i secondi vanno con�trastati con una investigazione seria». Il rush finale dell'annunciatissima Grande Rimon�ta come si dispiegherà? «Su tre filoni. Mobilitando la nostra gente che è stata per tantissimo tempo alla finestra e che invece ora vedo consapevo�le dell'importanza della partita in gioco. Poi ci sono gli indecisi. Da questo punto di vista è interessante una novità: gli in�certi hanno quasi una coscien�za del proprio ruolo. Poche ore fa due persone diverse mi han�no detto: "Io ero un indeciso, ma ora so che voterò per l'Uli�vo"». E quale sarebbe la differen�za tra l'indeciso del 2001 e il tentennante di una vol�ta? «Mentre l'indeciso tradizionale oscillava tra disaffezione o non�voto, stavolta c'è meno distac�co, ma un interrogativo che coinvolge entrambi gli schiera�menti. E poi dobbiamo convin�cere quelli che potrebbero di�sperdere il voto, votando per i partiti che non ce la faranno mai a raggiungere il 510Zo. Non auguro ai "non allineati" Rifon�dazione, D'Antoni, radicali e Di Pietro di non arrivare al 4 per cento nel proporzionale. Ma nel maggioritario quelli sono pro�prio voti buttati. Una testimo�nianza inconcludente sia alla Camera che al Senato». Ma quegli stessi sondaggi che vi danno in ripresa, segnalano un dato quasi esiziale: la crescita di Ri�fondazione. Non è impresa complicatissima "sfilare" voti a Bertinotti, senza po�lemizzare apertamente con lui? «Non c'è dubbio che è complica�to. Ma questo perchè Rifonda�zione ha fatto una scelta sbaglia�ta: illudersi di poter combattere contro entrambi gli schieramen�ti. Ma la maggioranza degli elettori e dei dirigenti di quel partito colgono con chiarezza la differenza tra i due schieramen�ti. Se c'è una crescita di Rifonda�zione nel proporzionale, questo significa che gli elettori sono d'accordo. Ma un voto per Ri�fondazione al Senato può vera�mente portare ad eleggere un paio di senatori, facendone per�dere qualche decina all'Ulivo. E' mio dovere chiedere: il gioco vale la candela?». Oggi lei sarà a Torino: nel «Lombardo-Veneto» parti�ta persa e nel «Regno Sa�baudo» partita più aperta? «In Lombardia e in Veneto la situazione è più difficile, ma i segni di recupero sono forti. Veramente forti. In Piemonte e Liguria la situazione è migliore, molto aperta». Parlerà di sicurezza, tema ostico sul quale giocate in difesa? «No. Noi puntiamo molto sulla sicurezza. E' vero che su questo tema nel passato abbiamo dato l'impressione di non essere suf�ficientemente determinati. Ma attenzione: non è più vero che gridare "al lupo" sia cos�fruttuo�so elettoralmente. Anche su questo tema gli italiani si aspet�tano serietà e non propaganda: noi abbiamo approvato il pac�chetto-sicurezza, per le forze dell'ordine sono stati dati au�menti a chi fa servizi a rischio, si sono avuti successi investiga�tivi importanti. Perché la de�stra ha sempre avuto un atteg�giamento negativo? Ancora una volta punta sull'interesse politi�co di pochi piuttosto che sugli interessi dei molti, di tutti gli italiani». li mio avversario impedisce persino ai suoi candidati di mettere il volto sui manifesti Le minacce? Io ne ho avute di più gravi ma non ne ho montato un caso Assurdo fotocopiare le note della questura Nel nervosismo del capo del Polo c'è un'avventura solitaria che si sta spegnendo Fini è ridotto a rango di servitore e in Forza Italia scoppia il dualismo con Formigoni Alla fine faremo più duelli in tv 3

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