Attacco su D'Antona, poi la smentita di Ugo Magri

Attacco su D'Antona, poi la smentita IL LEADER DI FORZA ITALIA COSTRETTO A FARE UNA DOPPIA PRECISAZIONE Attacco su D'Antona, poi la smentita Berlusconi: un regolamento nella sinistra retroscena Ugo Magri ROMA GLIEL'AVEVA rinfacciato il giorno prima D'Alema: «L'ul�tima vittima del terrorismo è stato un uomo di sinistra. Massi�mo D'Antona». E ancora ieri, dal palco di piazza del Popolo, Veltro�ni aveva insistito: «Berlusconi si tolga il cappello davanti a D'Anto�na...». Per cui, nel pomeriggio, sul finire di una pigra conferenza stampa dedicata al programma di governo, un cronista ha rilanciato la palla al Cavaliere: che cosa replica su D'Antona? A quel punto, Silvio Berlusconi ha buttato l�una frase talmente esplosiva che lui stesso, poi, s'è sforzato di ricostrui�re come diavolo gli fosse venuta in mente. Ma la spiegazione, a sua volta, ha ingigantito l'episodio a un punto tale che s'è resa necessa�ria una rettifica per iscritto. La voce dal sen fuggita è la seguente: «Non entro nei regolamenti di con�ti della sinistra». Come, come? D'Antona vittima di una faida del�la sinistra?, gli è stato subito chie�sto. «Non posso dare alcun giudi�zio, sono cose che non so ha allargato le braccia Berlusconi ho solo ripetuto ciò che mi è rimasto dentro avendo letto, allora, una serie di articoli sui giornali». Pure sensazioni, insomma. Potrebbe ba�stare per chiudere il caso. Invece, il Cavaliere ha come lo scatto di chi pensa tra sé: perché non debbo dirla tutta fino in fondo? E aggiun�ge: «Ho il ricordo di aver letto in tempi non recenti una cosa che viene da un'informativa della Poli�zia. C'era addirittura scritto "attenzione, che se farete fuori ancora uno della sinistra noi fare�mo fuori Berlusconi". Era una del�le frasi che riguardavano me e che, probabilmente, mi ha fatto nasce�re il pensiero». La conferenza stampa si fa palDitante. Il Cavaliere un po' rincara a dose, un po' minimizza. «Ricor�do che quella frase era scritta in corsivo e virgolettata, in una di queste relazioni classificate, e quindi riservate, della Questura di Roma, in cui si diceva che tra persone della sinistra ci si era scambiati delle frasi di quel tipo». Però, concede, «ci sono tante bufa�le, tanti mitomani e speriamo che di questo si tratti». Lascia la sala della conferenza stampa, ma i suoi collaboratori pregano i cronisti di attendere un attimo. Dieci minuti dopo eccolo riapparire insieme al portavoce Paolo Bonaiuti e dar lettura del comunicato che aveva�no buttato giù a tempo di record: «Per evitare spiacevoli equivoci, al di là di quanto ho detto in conferen�za stampa, chiarisco che non ho mai pensato e non ho mai inteso dire che l'assassinio di D'Antona nasca da un regolamento interno della sinistra», in quanto «era chia�ro che stavo parlando di ambienti estremisti, estranei sia al mondo del sindacato sia a quello della sinistra parlamentare». Altra preci�sazione: «Mi riferivo soltanto a quanto contenuto in una ordinan�za di servizio della Questura di Roma in cui si leggeva testualmen�te di una telefonata giunta al mini�stero dell'Interno, di questo teno�re: "Rivendicazione Br, dopo D'An�tona faremo fuori Berlusconi"». Per la storia, la telefonata risale al 6 ottobre'99. Declassato l'incidente al rango di «equivoco», e spedita una lette�ra di scuse alla vedova di D'Antona (ma la signora D'Antona ha subito replicato: «Questa lettera di scuse dà solo il segno della sua irrespon�sabilità»), oggi sarà meno difficile per l'ambasciatore del CavaUere presso il Quirinale, Gianni Letta, argomentare che mai e poi mai Berlusconi aveva inteso contraddi�re il Presidente, intervenuto anco�ra ieri per abbassare i toni della rissa elettorale. Anzi, sosterrà Let�ta, la conferenza stampa di ieri era stata convocata proprio per spostare il dibattito sul. terreno indicato da Ciampi, cioè i pìx)gfàrmni. Berlu�sconi s'era presentato con una pila di cartelline multicolori: quelle verdi dedicate alle grandi opere, le gialle ai provvedimenti economici, le blu ai testi di legge già pronti e le rosse con la lista delle cose da fare anno per anno. Il contenuto delle cartelline sarà centellinato, di qui al 13 maggio, sempre per paura che Rutelli se ne impadronisca. La parola usata, esattamente, è «pla�gio»; la convention dell'Ulivo è stata dipinta come una «kermesse della malinconia» dal Cavaliere die ha ripetuto inflessibile: «Non incontrerò il mio avversario in tivù, perché non ci si può confron�tare quando dall'altra parte non c'è un minimo di serietà». Con la Rai, oltretutto, Berlusconi ha un conto in sospeso: il Raggio verde con Dell'Utri non gli è piaciuto affatto, «doveva essere una ripara�zione, invece s'è trasformato in un processo» che alimenta il «clima d'odio». Ha parlato, il CavaUere, di preoccupazione per lo stesso verti�ce del G8 che si terrà a Genova, con i «centri sociah che si stanno aUenando». Fino alla fatidica doman�da: «Cosa risponde a D'Alema su D'Antona?». Kir:,'. :~ .a* Scuse imbarazzate dopo la conferenza «Stavo parlando di ambienti che sono estranei sia al mondo sindacale che a quello parlamentare» Qul accanto II presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi A sinistra II ministro dell'Interno Enzo Bianco, da due giorni nel mirino del Cavaliere. Nella foto in basso Olga D'Antona

Luoghi citati: Genova, Roma