La barca che va anche controvento

La barca che va anche controvento | TECNOLOGIA T PROGETTO NAUTICO La barca che va anche controvento UN SISTEMA PER EVITARE LA FORTE INCLINAZIONE DEL NATANTE CHE CREA DISAGIO Al NAVIGANTI CHI sale per la prima volta su una barca a vela non può fare a meno di avvertire disa�gio quando questa prende il largo inclinandosi su un fianco sotto la pressione del vento; e il disagio diventa paura se il vento è forte, il mare mosso, le onde arrivano a sfiorare il bordo e diventa difficile mantenere l'equilibrio. Questo succede quando si viaggia di bolina, cioè con il vento in prua, o al traver�so, cioè con il vento su un fianco. E' possibile migliorare le condizioni di comfort dei velieri a queste andature? Finora ci hanno provato nu�merosi e anche illustri progetti�sti, sia pure con lo scopo princi�pale di aumentare la velocità dei "mostri" da competizione, ma con risultati non del tutto soddi�sfacenti. Pietro Immordino, in�gegnere torinese, ha brevettato un sistema del tutto innovativo che, crede, potrebbe risolvere brillantemente il problema otte�nendo inoltre alcuni vantaggi collaterali come il miglioramen�to della sicurezza, l'aumento del rendimento della velatura e l'ot�timizzazione delle prestazioni idrodinamiche dello scafo. Come si vede dal disegno, nel progetto di Immordino è U vento stesso a mettere in moto il meccanismo che mantiene dirit�ta la barca, monoscafo o multiscafo che sia, mettendo in movi�mento due galleggianti opportu�namente sagomati inseriti in apposite guide suUe due fianca�te. Per una barca di chea 8 metri i gaUeggianti dovrebbero avere uno spessore di 20-30 centime�tri e una lunghezza di chea 4 metri. Spingendo sulla vela il vento fa inchnare l'albero, che ha il piede snodato, mettendo in ten�sione la sartia sopravvento; que�sta nelle imbarcazioni tradizio�nali è fissata al bordo ed è proprio tirando su di esso che provoca l'inclinazione; nel pro�getto Immordino, invece, la sartia è avvolta su un sistema di paranchi e bozzelh dai quah si prolunga attraverso lo scafo per andarsi ad inserire su un siste�ma analogo posto sul bordo opposto; eh qui risale aU'albero formamdo l'altra sartia. Ai due sistemi di paranchi e bozzelli sono collegati i gaUeg�gianti; quando l'albero si inclina e la sartia sopravvento entra in tensione va ad agire sul galleg�giante sottovento spingendolo verso il basso; questo provoca una spinta che si oppone allo sbandamento e raddrizza la bar�ca. Quando si cambia mura, cioè quando si sposta la prua per prendere U vento suU'altro lato nella tipica andatura di bolina. entra il tensione l'altra sartia e affonda l'altro galleggiante. Nei monoscafi i gaUeggianti hanno anche la funzione di deriva, che infatti in questo progetto non è prevista. Nei pluriscafi il siste�ma funziona aUo stesso modo salvo che è lo stesso scafo sotto�vento che viene spinto in basso per fornire la spinta equilibratri�ce. Funziona l'idea? Immordino è già passato dai disegni a un piccolo modello in scala, un trimarano di chea un metro costruito artigianalmente in po�liuretano, e provato con succes�so in mare. Adesso si augura che un cantiere si mostri interessato aUo svhuppo industriale del pro�getto. [v.rav.J STUDIATO UN DISPOSITIVO CHE REAGISCE ALL'AZIONE DELLE CORRENTI D'ARIA LATERALI E IN ARRIVO DA PRUA Dispositivo antirovesciamento: i contrappesi G�G2 agiscono in funzione della forza del vento VENTO Dispositivo antirovesciamento: i contrappesi G�G2 agiscono in funzione della forza del vento

Persone citate: Immordino, Pietro Immordino